Edizione n.14 di mercoledì 24 aprile 2024

Cultura

Laveno (Varese), la ceramica intima di un'altra epoca

Dal 13 aprile al 12 maggio mostra dei "set da toilette" al MIDeC di Cerro
Midec, Servizio igienico da camera con decoro a fiori e frutta su fondo rosato
Midec, Brocca e catino con decorazione liberty con rami di rose

Un viaggio nella vita riservata di un'altra epoca attraverso le lenti dell'arte e del design è "Un'esposizione 'intima': vasi da notte, catini e brocche", che a Cerro di Laveno Mombello (Varese) inaugura, sabato 13 aprile alle ore 16, la riapertura del Museo internazionale design ceramico dopo la conclusione di buona parte dei lavori di restauro di Palazzo Perabò.
La mostra, a cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana, mette in scena quei “servizi da camera” (così definiti nei cataloghi della SCI Società Ceramica Italiana di Laveno) immancabili in ogni abitazione fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: brocche, catini lavamani, pitali, portasaponi, brocche per versare l’acqua, a volte organizzati su appositi mobiletti.
Dei trenta servizi da camera in collezione, la quasi totalità proviene da un deposito della Società Ceramica Richard-Ginori del 1968, acquisito dal comune di Laveno nel 2020, e racconta un affascinante capitolo sulla storia delle arti decorative.
Il marchio della SCI compare in pochissimi esemplari (un servizio con una decorazione lungo il corpo a girali dai tratti spessi intervallata da fiori dai colori accesi; uno dalle forme sfaccettate e sui toni dell’arancione; un terzo decorato con scene orientali, proveniente da una più recente donazione) e pochissimi ma significativi sono i pezzi della Richard o della Richard-Ginori (databili pre e post 1896, anno della fusione tra la manifattura toscana e quella milanese). Sono invece ben rappresentate le manifatture di Villeroy & Boch, antesignana nella cultura del bagno, e quella alsaziana di Sarraguemines. Sul retro di alcuni pezzi non compare nessun marchio, rendendo impossibile, al momento, definirne una paternità.
«Siamo – come rilevano gli organizzatori - di fronte a una sorta di campionario di idee e suggestioni: gli artisti della SCI ne studiavano le forme, i decori, i dettagli; prendevano ispirazione per definire e approfondire le linee di produzione da mettere nel catalogo della manifattura. E il confronto è possibile proprio sfogliando le pagine del catalogo degli articoli in porcellana opaca per uso domestico pubblicato nel 1926».
Sempre sabato 13 aprile, sarà ufficialmente presentato il libro “Laveno e le sue ceramiche”, una guida ragionata alle sale permanenti del Museo. Il volume, curato da Giorgio Sarti e corredato da un ricco apparato iconografico, ripercorre i centocinquanta anni di storia della manifattura ceramica di Laveno, raccontando la storia, gli artisti e le esposizioni che hanno reso celebre la produzione lavenese nel mondo.
Info: Museo Internazionale Design Ceramico Laveno Mombello (Va), Un’esposizione “intima”: vasi da notte, catini e brocche, a cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana, affiancamento alla ricerca iconografica Giorgia Cerati.
Apertura: 13 aprile–12 maggio 2024; orari: mer-gio 10-13/ven-sab-dom 10-13/15-18. Biglietti: intero 6 euro, ridotto 3 euro. Informazioni: segreteria@midec.org; tel. +39 0332.625 551.
Immagini, Museo Internazionale Design Ceramico Laveno Mombello 

Patrimoni senza eredi, nel 2040 disponibili 90 miliardi di euro

Presentata a Pavia ricerca di Fondazione Cariplo - Alle comunità locali potrebbero essere lasciati più di 37 miliardi
Patrimoni senza eredi (foto Fondazione Cariplo

C’è una ricchezza che può tornare alla comunità. Sono i patrimoni di persone senza parenti o legittimi eredi e destinabili a opere e attività per il bene comune. Nel 2040 potrebbero essere disponibili 90 miliardi di euro e più di 37 miliardi potrebbero essere lasciati in eredità alle comunità locali.
Al Collegio Borromeo di Pavia, il 4 aprile 2024, è stata presentata in anteprima la terza edizione dello studio Patrimoni senza eredi, promosso da Fondazione Cariplo. Alla conferenza su “Le ragioni del dono” hanno partecipato, oltre gli autori della ricerca, anche i presidenti della Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone, e della Fondazione Comunitaria di Pavia, Giancarlo Albini.
Tra gli ospiti anche Gian Paolo Barbetta, di Evaluation Lab di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, che ha guidato il gruppo di ricerca, Cinzia Di Stasio, segretario generale dell’Istituto italiano della donazione, Stefano Malfatti, esperto in lasciti testamentari, Anna Tripepi, direttrice della Fondazione della Comunità della Provincia di Pavia, Felice Scalvini, presidente onorario di Assifero, e Mario Cera, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
SINTESI DELLA RICERCA
In Italia, secondo la stima dell’Evaluation Lab, i patrimoni di persone senza eredi che potrebbero passare di mano sarebbero complessivamente pari a 90 miliardi, rispettivamente 20,8 nel 2030 e 88,1 miliardi nel 2040.
Se tutte queste persone decidessero di devolvere interamente il proprio patrimonio a istituzioni di beneficenza, si tratterebbe di un ammontare davvero considerevole. Dalla stima rimane esclusa la componente di quelle famiglie con eredi che potrebbero decidere comunque di devolvere una quota per il bene delle comunità.
In base poi a una nuova simulazione dei curatori del rapporto, se al momento di redigere testamento una parte della ricchezza disponibile (esclusa la quota legittima) venisse devoluta al terzo settore (50% per singoli e famiglie senza eredi, 5% per le altre), i lasciti stimati potrebbero essere di 8,4 nel 2030 e 35,7 miliardi di euro nel 2040.
La differenza fra le due stime mette in evidenza che i valori dei lasciti al terzo settore dipendono fortemente dalla propensione a fare testamento da parte delle persone.
NOVITÀ RISPETTO AL 2009 E 2016
A distanza dai precedenti lavori del 2009 e 2016, sono state aggiornate le stime sul valore potenziale dei lasciti testamentari destinati al terzo settore, a organizzazioni benefiche o ad altri enti con il fine del bene comune. L’aggiornamento riguarda sia i dati di partenza (le indagini sui bilanci e sulla ricchezza delle famiglie della Banca d’Italia e i dati sulle aspettative di vita dell’Istat), sia la metodologia utilizzata per le stime.
Nel nostro Paese si sono registrati un significativo aumento della percentuale di anziani sul totale della popolazione e l’incremento progressivo delle famiglie senza figli. Il cambiamento demografico porta con sé la crescita dei "patrimoni senza eredi”, che potrebbero rappresentare una possibile fonte di ricchezza e nuovi fondi per l’attività delle organizzazioni del terzo settore.
Rispetto alle edizioni precedenti, lo studio si arricchisce di un ulteriore elemento di concretezza. Grazie ai risultati dell’indagine “Mille Voci per Comprendere” condotta annualmente dall’Evaluation Lab per Fondazione Cariplo, è stato possibile analizzare il differenziale attualmente esistente fra il valore potenziale dei lasciti stimati secondo i differenti modelli e la effettiva capacità di attrazione di lasciti testamentari da parte del terzo settore lombardo.
Patrimoni senza eredi (foto Fondazione Cariplo) 

Verbania, letture all’ombra di un patriarca

Sotto lo storico tasso di oltre 400 anni nella frazione di Cavandone
Tasso,Albero monumentale di Cavandone_Ph. Civvì

Paesaggio culturale non più solo panorama e letteratura come strumento al servizio dell’ambiente. È la chiave di un evento organizzato a Verbania, domenica 24 marzo 2024 (ore 16), dal Parco Nazionale della Val Grande con la Casa della Resistenza di Fondotoce nell'ambito del progetto Parco letterario Nino Chiovini.
Filo conduttore, le “Letture sotto lo storico tasso di Cavandone”, l'albero secolare di oltre quattrocento anni nella frazione di Verbania. I testi saranno tratti, a cura del gruppo Lettori della Resistenza, dai libri di Nino Chiovini, Mario Rigoni Stern e Henry David Thoreau.
L'incontro - gratuito e, in caso di pioggia, annullato – è promosso in occasione della Giornata mondiale della poesia e della Giornata internazionale delle foreste, che cadono il 21 marzo di ogni anno. Non è necessario iscriversi.
Nella foto il tasso plurisecolare. Ecozoica Srls. Ph. Civvì

Chiese di Luino, in corso il censimento del patrimonio storico e artistico

Il lavoro di Federico Crimi, Francesco Isabella e Maurizio Isabella si aggiunge a quello del 2013-15 nelle parrocchie di Pino, Maccagno, Garabiolo, Veddasca, Curiglia con Monteviasco e Dumenza – Termine entro la prossima primavera

È tra i pochi lavori sinora avviati nell’intera provincia di Varese. Nel 2013-2015 ha interessato le chiese di Pino, Maccagno, Garabiolo, Veddasca, Curiglia con Monteviasco e Dumenza. Ora affronta le parrocchie di Luino, Colmegna, Creva, Motte e Voldomino, che hanno anche loro aderito al programma nazionale della Conferenza Episcopale Italiana (CEIOA).
È la catalogazione del patrimonio storico e artistico ecclesiastico, coordinata da Università Popolare di Luino e parrocchie di Luino, Colmegna, Creva, Motte e Voldomino. Le operazioni, condotte da Federico Crimi, Francesco Isabella e Maurizio Isabella, si concluderanno entro la fine della primavera 2017.
Il progetto si avvale del supporto scientifico dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Milano ed è sostenuto da Comune di Luino e Comunità Montana Valli del Verbano con il sostegno di Fondazione del Varesotto e Fondazione Unione Banche Italiane per Varese/Ubi Bergamo. 

PIANO DI LAVORO
Ed ecco come il parroco di Luino, don Sergio Zambenetti, e i tre incaricati del censimento hanno descritto il lavoro:
«Il piano prevede una catalogazione su supporto informatico dei beni di ogni singola parrocchia allo scopo di ottenere un complesso di dati che sia immediatamente condiviso dal Ministero per i beni e le attività culturali e dall’Arma dei Carabinieri; in parte, sarà accessibile anche al pubblico tramite un sito internet dedicato. Tale serbatoio di immagini e di informazioni consentirà maggiore sorveglianza e una più stretta tutela, ma anche di far conoscere ad ampia scala i risultati delle scoperte ottenute durante la campagna di rilievo.
La catalogazione in corso riguarda una varia tipologia di oggetti: dipinti, ex voto, statue, arredo liturgico (candelieri e i reliquiari), apparato per cerimonie e processioni (stendardi, ceroferari, mazze processionali), oreficeria (calici, ostensori, pissidi, navicelle, turiboli) e paramenti rituali (pianete, tuniche), altro arredo, sia ligneo (confessionali, pulpiti) sia in muratura rivestita di marmi preziosi». 

Chiesa di San Giuseppe, inaugurazione il 19 marzo

nel giugno 2013, durante i lavori

Mercoledì 19 marzo, solennità di san Giuseppe, inaugurazione della chiesa restaurata. Le messe saranno alle 9 e alle 18; alle 20.45 messa con i papà, nel giorno loro dedicato.
Scrive il prevosto don Piergiorgio Solbiati nel bollettino parrocchiale Camminiamo Insieme: «Nella festa di San Giuseppe, proprio il 19 marzo, riapriremo questo oratorio. Dal pavimento al tetto tutto è stato risistemato. Il Consisglio pastorale parrocchiale ha condiviso non solo il giorno ma anche ha voluto che la migliore inaugurazione non fosse occasione per discorsi, inviti, ma per la celebrazione della messa».

Milano, capolavoro di Piero della Francesca

Riunite al Museo Poldi Pezzoli le otto tavole del Polittico Agostiniano
locandina Poldi Pezzoli/ Piero della Francesca

Fu terminato nel 1469, smembrato dopo appena un secolo e disperso in vari angoli del mondo. Ora il “Polittico Agostiniano riunito” di Piero della Francesca è, dal 20 marzo fino al 24 giugno 2024, visitabile al Museo Poldi Pezzoli di Milano.
La mostra, ideata da Alessandro Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, e allestita in collaborazione con i grandi musei proprietari dei pannelli superstiti, è a cura di Machtelt Bruggen Israels e Nathaniel Silver.
Le otto tavole del polittico, risalenti al 1469, provengono dalla Frick Collection di New York (San Giovanni Evangelista, La Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo), dal Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona (Sant'Agostino), dalla National Gallery di Londra (San Michele Arcangelo) e dalla National Gallery of Art di Washington (Sant'Apollonia). L'opera è stata dipinta per l'altare maggiore della chiesa degli Agostiniani a Borgo San Sepolcro (Arezzo).
La pala fu smembrata e dispersa alla fine del XVI secolo. Oggi ciò che resta dell'opera, otto pannelli (la tavola centrale e gran parte della predella non sono state finora rintracciate), si trova in alcuni musei d'Europa e degli Stati Uniti, oltre che al 'Poldi Pezzoli', proprietario del pannello raffigurante San Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che appartenevano alla parte centrale del polittico.
Il Museo Poldi Pezzoli si trova in via Manzoni 12 a Milano; orari da mercoledì a lunedì 10 – 18; martedì chiuso, biglietti 14/10 euro.
Info: 02 794889 | 02 796334  info@museopoldipezzoli.org www.museopoldipezzoli.it 

Varese, Biblioteca e Archivio Carlo Sini all'Università dell’Insubria

Donata dal filosofo una raccolta di 778 testi e documenti
donazione della Biblioteca e dell’Archivio di Carlo Sini

L'Università dell'Insubria è sempre più «la depositaria della memoria storica di una feconda stagione di ricerca e pensiero come quella della Scuola di Milano, che trova ora proprio a Varese il suo ambito privilegiato per tutti gli studiosi».
Così il professor Fabio Minazzi, direttore del Centro Internazionale Insubrico Carlo Cattaneo e Giulio Preti, ha commentato la donazione della Biblioteca e dell’Archivio di Carlo Sini. L’atto è stato sottoscritto il 28 febbraio 2024 a Varese da Carlo Sini, dal rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue e da Fabio Minazzi.
Il novantenne filosofo ha donato una raccolta di settecentosettantotto testi e vari documenti, allo scopo di valorizzare e rendere fruibile il materiale a studiosi e ricercatori. Il Centro accoglierà anche l’Archivio Carlo Sini con lettere, documenti, carteggi, schizzi da lui elaborati o ricevuti, che restano di sua proprietà ma vengono allocati a Varese per la loro consultazione.

LA SCUOLA DI MILANO
Ultima grande voce della Scuola di Milano, ma anche straordinario punto di riferimento internazionale per tutti coloro che sviluppano la filosofia quale riflessione critica sul presente e sul passato, Carlo Sini ha dato un contributo particolare alla comprensione del linguaggio, dell’interpretazione e del rapporto tra la filosofia e altre discipline.
Nato nel 1933 a Bologna e autore di oltre cinquanta volumi, molti dei quali tradotti in diverse lingue, ha insegnato Filosofia teoretica all’Università degli Studi di Milano fino al 2009. «La sua attività di ricerca – sottolinea l'ateneo varesino - è approdata a una riflessione di natura transdisciplinare sui fondamenti dell’enciclopedia dei saperi occidentali, che lo impegna ancora oggi in un fertile dialogo con le scienze naturali, le scienze sociali e le discipline artistiche».
BIBLIOTECA E ARCHIVIO SINI
La Biblioteca di Carlo Sini comprende studi e monografie a tema filosofico di importanti autori contemporanei, come Massimo Cacciari, Umberto Eco, Umberto Galimberti, Giulio Giorello, Emanuele Severino, Gianni Vattimo, ma anche grandi classici come l’«Encyclopédie» di Diderot e d’Alembert e la raccolta di «Lezioni di Filosofia della Scienza» di Giulio Preti curate da Minazzi.
L’Archivio Carlo Sini è stato creato da Florinda Cambria, docente di filosofia all’Insubria, che ne ha tracciato la struttura e gli intenti nel 2012. Si compone di stampe, manoscritti, registrazioni e figure, raccoglie articoli e traduzioni difficilmente reperibili, dispense universitarie, fogli preparatori per i corsi di lezioni e conferenze, nonché molte registrazioni occasionali. Un elenco completo dei beni è contenuto nel volume «Archivio Carlo Sini. Inventario» di Cristian Bonomi, pubblicato da Mimesis nel 2023.
CENTRO INTERNAZIONALE INSUBRICO
Il Centro Internazionale Insubrico ha sede nel Collegio Cattaneo in via Dunant 7 a Varese e conserva una trentina di Archivi storici e sette Biblioteche d’autore, per un totale di circa ventimila volumi. Di particolare importanza è l’Archivio di Carlo Cattaneo, un fondo donato nel 2010, testimonianza del Risorgimento italiano, con documenti di Mazzini, Garibaldi e altri protagonisti della storia italiana.
Volumi, testi, documenti sono consultabili previo un appuntamento concordato secondo le modalità precisate nel sito www.centrointernazionaleinsubrico.com.
•Nella foto (Uninsubria), da sinistra: Angelo Tagliabue, Fabio Minazzi, Carlo Sini, Federico Raos e due testimoni della donazione. 

Civiltà di Golasecca, restauro e ricostruzione del carro della Seconda Tomba di Guerriero

A Varese prende il via il progetto su un antico manufatto in bronzo dell’età del Ferro
Laura Rampazzi - Insubria (foto Uninsubria)

Fu scoperto nel 1928 ed è uno dei contesti tombali più emblematici della cultura dell’età del Ferro di Golasecca. È un carro a due ruote, oggi conservato al Museo Civico di Villa Mirabello di Varese, che fa parte dell’eccezionale corredo della Seconda Tomba di Guerriero di Sesto Calende.
A una nuova ricostruzione tridimensionale dell'antico manufatto in bronzo guarda il progetto interdisciplinare Back on Track di realizzare il restauro di alcuni pezzi. Protagonisti, l’Università degli studi dell’Insubria e il Museo civico archeologico di Villa Mirabello di Varese con la collaborazione del Ministero della cultura e una donazione di Lati Industria Termoplastici Spa.
CARRO DI BRONZO E FERRO
Il corredo della tomba connota il defunto come un capo guerriero e permette di datarla tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. Tra centinaia di reperti disponibili del carro, ne sono stati selezionati cinquanta per lo studio e il restauro; ma rimarranno pezzi isolati, classificati ed esposti singolarmente al termine del lavoro.
Lo straordinario reperto era di bronzo e ferro con ruote di circa 50/60 centimetri, probabilmente rifinite in legno, ed era utilizzabile da due persone disposte l'una dietro l’altra. La sua ricostruzione sarà virtuale attraverso un modello 3D, che servirà al visitatore per immergersi nel passato e vedere in movimento un mezzo usato nell’età del Ferro.
RESTAURO E MOSTRA
Il progetto è entrato nelle sue fasi operative e sono attualmente in corso il restauro e le analisi delle leghe metalliche. Responsabili scientifici sono i professori Insubria Laura Rampazzi (dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio) e Damiano Monticelli (dipartimento di Scienza e alta tecnologia), che in particolare si occuperà delle analisi di laboratorio sui reperti.
Il coordinamento delle analisi archeologiche è affidato a Omar Larentis, coordinatore del Centro di ricerca in Osteoarcheologia e paleopatologia dell’Insubria che fa capo al dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita.
La ricostruzione tridimensionale del carro a due ruote sarà fruibile nella mostra prevista nel 2024 al Castello di Masnago e verrà poi esposta permanentemente nella sala del museo dedicata alla Seconda Tomba di Guerriero. Sarà realizzato anche un filmato, a cura di una casa di produzione specializzata in archeologia, per raccontare il progetto e tutte le fasi del restauro.
Alle esigenze di conservazione e di esposizione lavoreranno la curatrice del Museo di Villa Mirabello Barbara Cermesoni e l’archeologa Daniela Locatelli e la restauratrice Annalisa Gasparetto per conto della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.
Nelle foto (Uninsubria):
•Reperti del carro a due ruote esposti a Villa Mirabello.
•La professoressa Laura Rampazzi. 

Milano, nuovo percorso di visita e nuovi spazi al Cenacolo Vinciano

Avvio dei lavori entro il 30 giugno del 2025 dopo la realizzazione della nuova centrale termica - Conclusione non oltre la fine dell’anno successivo
foto fornita a Studio Esseci sas

Un investimento complessivo di circa 1,8 milioni di euro renderà più agevole e completa la visita al dipinto murale di Leonardo Da Vinci, realizzato nel refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie. Il cronoprogramma prevede l’avvio dei lavori entro il 30 giugno del 2025, dopo la realizzazione della nuova centrale termica, e la conclusione non oltre la fine dell’anno successivo
Il progetto “Il Cenacolo Vinciano. Nuovo percorso per un museo sostenibile” è stato messo a punto dall'istituto “Musei della Lombardia” del ministero della cultura insieme al Politecnico di Milano ed è stato reso noto dalla direttrice Emanuela Daffra.
La realizzazione di un nuovo percorso di visita e nuovi spazi al Cenacolo sarò finanziata per circa un milione dal ministero della cultura (Pnrr) e per 800 mila euro da una donazione liberale di Investindustrial Foundation (famiglia Bonomi).
L’obiettivo è quello di razionalizzare i flussi di visita al capolavoro di Leonardo, valorizzando il giardino e consentendo al visitatore di completare l’intero percorso senza mai uscire dagli spazi del museo. Per questo, senza alcuna interferenza con la struttura storica, si ipotizza di addossare al Refettorio un nuovo ambiente coperto e climatizzato, che garantirà anche spazi maggiori per attività oggi molto sacrificate, come l’accoglienza gruppi, la preparazione alla visita, i laboratori didattici.
Nella foto (fornita da Studio Esseci sas): visita al Cenacolo. 

Basilea, edifici digitali avanti tutta

Allo Schweizer BIM Kongress 2018 i nuovi orizzonti della pianificazione, costruzione e gestione degli edifici
presentazione “il BIM in SBB” di Lukas Spengeler, leader del programma BIM@SBB.

Trasformazione digitale per la costruzione e gestione degli edifici, Building Information Modeling, gemelli digitali sono alcuni dei temi approfonditi durante lo Schweizer BIM Kongress 2018. Organizzato l'8 e 9 novembre 2018 da Bauen Digital Schweiz in cooperazione con Swissbau, il congresso ha richiamato alla Fiera di Basilea circa 1600 partecipanti per una due giorni di eventi riguardanti la digitalizzazione del settore costruzioni elvetico.
Tema principale il BIM, acronimo di Building Information Modeling, ossia un metodo di lavoro per digitalizzare pianificazione, costruzione e gestione degli edifici, ampiamente diffuso in America, Inghilterra e Scandinavia e che sta prendendo piede in numerose nazioni europee fra cui Francia, Italia e Germania.
Grazie a piattaforme centralizzate di dati e a un ventaglio di software dedicati, tutti coloro che sono interessati a raccogliere o verificare informazioni relative a un edificio durante il suo completo ciclo di vita possono farlo in maniera istantanea, interrogando un “gemello digitale” che racchiude sia informazioni tridimensionali di un oggetto (per esempio le dimensioni di un tavolo) sia le sue informazioni tecniche (per esempio materiali, azienda produttrice e nome commerciale). Secondo questa visione, negli anni a venire sarà possibile per proprietari, progettisti, costruttori e utilizzatori accedere a un unico database, fotocopia digitale in perenne aggiornamento dell’edificio in oggetto, offrendo a tutti accesso rapido alle informazioni e coerenza dei dati.
Il BIM, che in Italia è stato introdotto per digitalizzare le opere pubbliche con il decreto ministeriale DM560/2017, viene ufficializzato in Svizzera nel dicembre 2017 con la pubblicazione da parte Società svizzera degli ingegneri e architetti SIA delle linee guida SIA2051.
Sebbene sia partita successivamente nel processo di digitalizzazione rispetto ai vicini di casa Italia, Francia e Germania, la Svizzera sta spingendo sull’acceleratore per colmare il divario, sia perché Germania e Francia sono partner importanti nel settore immobiliare, sia perché molte sono le società elvetiche con un ampio portfolio immobiliare - Ferrovie Federali Svizzere, per citare un esempio - che viene costantemente manutenuto o rinnovato per mantenere il passo con le richieste del mercato, e un supporto digitale integrato offre la possibilità di velocizzare e gestire meglio i processi.
Numerose le aziende che hanno condiviso lo stato dell’arte o casi studio, da FFS AG - Ferrovie Federali Svizzere - che ha presentato la strategia di implementazione fino al 2025 a Digitalswitzerland, che ha mostrato lo stato di avanzamento della digitalizzazione in Svizzera, al rifacimento dell’ospedale Oberwallis a Briga, sviluppato da Burckhardt+Partner AG e Gruner Roschi AG.
Per approfondimenti: bim-kongress.ch
Ibis
….......
Foto1: presentazione “il BIM in SBB” di Lukas Spengeler, leader del programma BIM@SBB.
Foto2: presentazione “La Svizzera quale hotspot internazionale – le possibilità per il settore costruzioni”, Nicolas Buerer, leader Digitalswitzerland.
Foto 3: Schweizer BIM Kongress 2018, Basilea. 

Condividi contenuti