Edizione n.14 di mercoledì 24 aprile 2024

Cronache

Diocesi più grande del mondo, visite pastorali ieri e oggi

Nell’immaginario collettivo di molti di noi, nati nel secolo scorso, le parole “vescovo”- “cardinale” evocano una figura imponente, solenne, che incede tra il popolo festante con la mitria in testa, il bastone pastorale, la croce d’oro sulla casula adorna di ricami, il pallio, l’anello. Reminiscenze della nostra cresima, quando a catechismo si studiavano a memoria le domande/risposte che riassumevano tutta la dottrina cristiana, cominciando da: “Chi è Dio?” e proseguendo con “Perché Dio ci ha creati?” per finire con i “4 Novissimi” e i “Peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio”, che a me, bambina, davano un’angoscia, ma un’angoscia…
Le catechiste – a mali estremi, estremi rimedi – per farci studiare tutto il libretto canonico, insinuavano: «Guardate che il vescovo vi farà delle domande, per vedere se siete pronti a fare la cresima!». E noi, con i genitori che ci stavano addosso (obbedienza, dovere, rispetto le parole d’ordinanza!), ci davamo da fare per arrivare presto in fondo al libretto, spinti dal sacro terrore di essere interpellati quel giorno e di fare una brutta figura in chiesa, davanti a tutti! I tempi erano quelli. Un vescovo era del tutto al di fuori del nostro piccolo mondo. In attesa di incontrarlo in quell’unica occasione della nostra fanciullezza, il solo nominarlo ci incuteva timore e rispetto.
A questo proposito c’è un episodio che mi è tornato alla mente dopo “l’incontro” di martedì scorso 25 luglio.
UN’AUTO BLU E UN UOMO IN CANOTTIERA
Un pomeriggio estivo, nel prato vicino a casa, a Piano di Bisuschio, il mio papà Giuseppe falciava l’erba per i conigli e io rincorrevo farfalle. A un certo punto si era materializzata accanto a noi un’enorme automobile blu. L’autista, in livrea, col cappello, aveva abbassato il finestrino per chiedere informazioni su come arrivare a Viggiù. (Non c’era il tomtom ed evidentemente aveva inforcato la strada sbagliata, prendendo quella allora sterrata che scendeva da Brenno, anziché la statale più agevole dal centro di Bisuschio). Contemporaneamente anche il finestrino dietro era sceso piano piano mostrando l’ospite illustre: un vescovo con lo zucchetto viola e la faccia bonaria.
Lo vedo ancora, il papà, con la falce in mano, sudato, in canottiera… Resosi conto del personaggio seduto nell’auto, si era scusato, imbarazzatissimo, per essere così «poco presentabile» e aveva detto «Eccellenza» nell’indicare la strada che gli veniva richiesta…
Il mio papà, del 1914, che aveva frequentato solo fino alla quinta elementare e che faceva l’operaio in ferrovia, sapeva con quale titolo rivolgersi ad un "Vescovo". Aveva saputo far fronte - per quanto imbarazzato e intimidito - ad una situazione così insolita. Ed aveva anche baciato l’anello che gli veniva porto dal finestrino. Una cosa inaudita. Da raccontare a destra e a manca alle compagne di giochi, con l’eroe del momento, che guarda caso, era un mio familiare. E il vescovo? Uno di noi. Dovevate essere lì, signore catechiste! Alla mano, sorridente, che ti mette a tuo agio!
Sono poi passati gli anni e il vescovo si è fatto sempre più vicino alla gente… Del resto, come potrebbe essere altrimenti, con un Papa che si chiama “Francesco” e che si rivolge a noi (io c’ero, quel giorno, in Piazza San Pietro!) con un semplice «Buonasera?».
SOLO AL PARCHEGGIO
E poi ecco l’altro recentissimo incontro… Avvisata dalle pie amiche la sera del 24 luglio, vengo a conoscenza che di prima mattina, il giorno dopo, sarebbe giunto in paese monsignor Delpini, in pellegrinaggio personale nelle terre ambrosiane, prima del suo insediamento ufficiale come arcivescovo di Milano.
Non faccio parte di alcuna delle associazioni che gravitano attorno alla parrocchia - Caritas, casalinghe, Terza età, Gruppo Missionario…- e non ho dimestichezza di incontri ravvicinati di codesto tipo, ma la buona creanza di accogliere al meglio un ospite, di ricambiare almeno con la presenza il dono di una visita, nonché la curiosità di giudicare l’evento con i miei stessi occhi, hanno fatto sì che quel mattino accantonassi ogni altro impegno e mi precipitassi verso la chiesa. Arrivata molto in anticipo (odio arrivare di corsa e all’ultimo momento) al parcheggio dietro l’oratorio, mentre chiudo la mia utilitaria, vedo poco distante una figura maschile – pantaloni e camicia nera – che fa altrettanto con la sua. Si gira e si avvia di buon passo verso la chiesa.
Metto a fuoco un attimo… Riguardo con attenzione… Mi viene un dubbio. Poi allibita devo convenire: è il nostro nuovo arcivescovo. Ma non doveva arrivare con Don Giampietro? Ma ha guidato lui? Ha trovato la strada da solo? E ha parcheggiato zitto zitto, senza dare tempo ad alcuno di andargli incontro e di riverirlo come conviene se non come persona – data la modestia – almeno per la carica che ricopre?
Intanto arriva e posteggia beato – siamo in largo anticipo sull’appuntamento – l’amico Marco. Lui sì, ha incarichi importanti in Parrocchia. Gli indico la figura che si sta allontanando.
«Hai visto che è già arrivato?»
«Chi?»
«L’Arcivescovo!»
«Ma come… quello… è Lui?». E Marco si fionda dietro a monsignore, preoccupato di averlo trovato al parcheggio, solo, senza nessuno che lo attendesse con un minimo di convenevoli. Siamo una parrocchia piccola, ma sappiamo cos’è l’accoglienza e la gratitudine. E un’occasione simile, quando ci ricapita?
Io taglio da dietro, ed entro in chiesa dalla porticina laterale. Un buon numero di donne occupa già le panche girate per l’occasione verso l’altare della Madonna. Vorrei avvisarle dell’arrivo anticipato per un’accoglienza un po’ gioiosa, un applauso, ma Monsignore mi precede e va diritto all’altare.
Si inginocchia e prega. Intanto qualcuno l’ha riconosciuto e passa parola. Non sto a dire la faccia dei presenti. Penso uguale alla mia là al parcheggio: incredula e stupita.
Quando si rivolge a noi, il nostro Arcivescovo mantiene il profilo semplice e alla mano con il quale si era presentato… Saluta tutti i convenuti con amabilità e sorriso schietto. Parla del suo nome, Mario, che a suo dire è semplice e comune. Ma, se spostiamo l’accento, da Màrio a Marìo, abbiamo invece il corrispettivo maschile del nome più amato in ogni luogo della terra: Maria. E scusate se è poco.
STRETTA DI MANO E PIETÀ RONDANINI
Se n’è andato lasciandoci l’immaginetta della Pietà Rondanini e stringendo tutte le mani.
Rifletto su quella scultura incompiuta di Michelangelo: non è perfetta, monumentale, algida, come la Pietà in San Pietro. Non ci lascia a bocca aperta per la maestria dell’autore, la bellezza suprema e la raffinatezza di ogni dettaglio; è un gruppo marmoreo ancora grezzo, esteticamente poco bello, ma suscita emozioni come pochi altri. Quel Cristo che scivola nell’abbraccio della Madre e Maria che un po’ lo abbraccia, un po’ lo sorregge, un po’ si aggrappa a Lui…
E’ un’immagine drammatica, ma nello stesso tempo dolce e profondamente umana. E la dice lunga sul nuovo arcivescovo, che l’ha scelta e ha voluto consegnarcela di persona, prima che gli impegni, a Milano, diventino pressanti e inderogabili. Chissà se tornerà a trovarci presto.
Reduci da un incontro così familiare e alla mano, la prossima volta l’attenderemo in pompa magna. Del resto, “Eccellenza”, quando si è designati alla Diocesi più grande del mondo, quando un Papa come Francesco L’ha ritenuto degno ed adeguato al compito enorme che L’aspetta - nonostante la sua naturale ritrosia, - qualche concessione al protocollo dovrà pur farla!
Tiziana Zucchi 

Germignaga, "Èqualafesta 2017" al Boschetto

Boschetto Germignaga

Sabato 26 e domenica 27 agosto il parco Boschetto di Germignaga accoglierà "Èqualafesta 2017". Come sempre l'annuale festa del Gruppo impegno missionario proporrà dibattiti, piatti con prodotti "sostenibili", musica, spettacoli per i più piccoli, mercatini e momenti di convivialità.

Germignaga, festa del Gim e del mondo solidale

"Èqua la festa" il 26 e 27 al Boschetto
dalla locandina

Ha titolo "Sostegno a distanza per uno sviluppo locale" l'edizione 2017 di "Èqua la festa", appuntamento di fine estate del Gruppo impegno missionario. L'iniziativa si svolgerà sabato 26 e domenica 27 agosto al Boschetto di Germignaga e abbraccerà le tematiche solidali portate avanti dal Gim: commercio equo, consumo critico, rispetto per l’ambiente, intercultura... Verranno illustrate anche le esperienze in cui il sostegno a distanza si è dimostrato stimolo per lo sviluppo delle comunità locali, favorendo la permanenza delle persone nei propri territori, e si parlerà della sponsorizzazione di studenti nelle scuole (anche quelle tecniche e professionali), di microcredito, finanziamento per l’avvio di piccole realtà economiche di agricoltura, pesca, commercio.
Ritmi etnici il sabato sera, proposti da ragazzi approdati in Italia che superano le barriere con il linguaggio universale della musica, mercatini e ad altre attività la domenica pomeriggio con la possibilità di partecipare allo spettacolo di un ex ragazzo di strada di Bucarest che, grazie all’arte del clown e del circo, si è costruito un futuro.
Altri protagonisti della due giorni saranno i piatti etnici e della tradizione, con ingredienti del commercio equo. Verranno presentate nell'occasione alcune novità del Gim, che da poco ha costituito una cooperativa sociale con TerrediLago e preannuncia una sorpresa.

Porto Ceresio, ragazzi a scuola di protezione civile

Il corso continua fino al 26 agosto nel Parco Nazionale dello Stelvio

A Porto Ceresio (Varese) una ventina di ragazzi fra 14 e 17 anni hanno partecipato – dal 18 al 20 agosto 2017 - al campo scuola “Anch’io sono la Protezione Civile 2017”, organizzato dal Nucleo Mobile di Pronto Intervento della Protezione Civile Varese e Valceresio e autorizzato dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e da Regione Lombardia.
«Il corso – spiega il responsabile Paolo Cazzola – offre a ogni partecipante la possibilità di entrare a far parte dei Cadetti e di dare il proprio contributo al servizio nazionale come volontario del Nucleo Mobile di Pronto Intervento». Argomenti degli incontri erano gli aspetti logistici (con la costituzione di campo base in area di emergenza) e il rischio idrogeologico.
All’iniziativa sabato 19 agosto ha aderito anche la Polizia di Stato di Varese. Sono intervenuti la dirigente della Divisione polizia anticrimine della questura Patrizia Coda, il responsabile della Polizia postale Daniele Sarto e personale del Gabinetto provinciale polizia scientifica.
Dopo Porto Ceresio il corso prosegue per altri sei giorni - dal 21 al 26 agosto - nel Parco Nazionale dello Stelvio. Qui vengono affrontate le tecniche di ricerca dispersi in valanga e superficie, la topografia, i temi della tutela e difesa ambientale.
Il campo scuola è aperto solo ad aspiranti Cadetti, intenzionati a proseguire il proprio cammino di servizio. I costi dell’iniziativa sono in parte a carico del Dipartimento Nazionale e in parte a carico dell’associazione di volontariato organizzatrice. 

Fiamme gialle di Luino, cambio al vertice

Stringile (sinistra) e Potenza

Il tenente Felice Stringile è il nuovo comandante della Compagnia delle Fiamme gialle di Luino. Subentra al capitano Alberto Potenza, che dopo cinque anni di attività in territorio verbanese passa nel Nucleo di polizia tributaria di Vicenza.
Laurea in Criminologia e studi giuridici forensi e anche in Giurisprudenza, il tenente Stringile proviene dal Gruppo Pronto Impiego di Roma. Nel passaggio di consegne avvenuto il 3 agosto 2017 alla presenza del comandante provinciale colonnello Francesco Vitale, ha dichiarato di volersi collocare sulla scia di quanto fatto dal suo predecessore e di concentrare l’attenzione del reparto nella lotta non solo a evasione, elusione e frodi fiscali, ma anche a criminalità economica e finanziaria, traffici illeciti e violazioni nella spesa pubblica.
Nella foto: il tenente Felice Stringile (a sx) e il capitano Alberto Potenza. 

Benvenuto, Riccardo

Bosco di Montegrino, presentazione del volume “Radici e poesia” di Fermo Formentini

dalla locandina
Formentini e la moglie Alda, 2012

Domenica 17 settembre, alle 16, nella chiesa parrocchiale dell’Annunciazione di Bosco Valtravaglia, sarà presentato il volume “Radici e poesia” di Fermo Formentini, curato da Carolina De Vittori. Accompagneranno proiezione di immagini e, al termine, apertura straordinaria delle Sale del presepe e delle Natività.
«La pubblicazione di un testo su Formentini è il doveroso riconoscimento per quanto l’uomo e l’artista hanno fatto e lasciato per il paese natale, Bosco, borgo del Comune di Montegrino Valtravaglia, nella provincia di Varese», spiega Carolina De Vittori. «Formentini, diventato famoso come l’autore del Presepe di radici a partire dagli anni novanta del secolo scorso, merita di essere ricordato come artefice di un’opera unica nel suo genere, alla quale ha dedicato passione e fede che hanno riempito in modo quasi totale gli anni della sua vita, al termine dell’attività di lavoro.
«Il volume a lui dedicato mette in evidenza che l’estro del personaggio non si è esaurito nella ricerca delle radici boschive, ma ha trovato modo di esprimersi anche nel piacere di una pittura semplice ed intimista, come raccontano i numerosi dipinti che riempiono le pareti della sua casa e, con vivace ispirazione, nella stesura di poesie in dialetto o in italiano».
Il volume che l’associazione culturale Amici di Giovanni Carnovali detto il Piccio, di cui Formentini è stato socio onorario, dedica a lui e alla moglie Alda Ferrari, viene pubblicato dopo la scomparsa dell’artista, avvenuta il 24 luglio 2015. Le opere sono divise in due parti. La prima relativa al Presepe di radici cui si sono aggiunte negli ultimi anni le Natività; la seconda alle poesie.
I testi sono corredati da fotografie scelte fra vecchi scatti in bianco e nero per illustrare i racconti legati al passato e a colori per il presente; alcune sono tratte da dipinti dello stesso Formentini, altre dall’archivio della famiglia o di amici che hanno voluto collaborare all’arricchimento del testo.
«Non possiamo non ricordare, aggiunge De Vittori, che la stampa di questo volume è stata resa possibile grazie al generoso legato che Fermo Formentini ha lasciato in testamento ai “Sostenitori del presepe di radici” dell’associazione Amici del Piccio, per la cura e la divulgazione delle sue opere e del suo presepe».
Ai partecipanti alla serata del 17 settembre sarà offerto in omaggio il volume. 

Gavirate, Alzheimer Fest, esordio speciale sul lungolago

In programma dal 1° al 3 settembre con incontri ed esperienze

Tre giorni di incontri con ospiti ed esperienze per la prima "Alzheimer Fest", che si svolgerà sul lungolago di Gavirate e sarà ciò che preannuncia, una festa nazionale dell’Alzheimer.
Festa/Alzheimer è binomio che parrebbe un contrasto, in realtà aiuterà a comprendere come dimenticare non impedisca alle persone di continuare la propria esistenza. «Una festa per celebrare i loro eroici familiari e tutti coloro che operano affinché le persone con demenza siano riconosciute come persone, non soltanto e unicamente come malati. Non solo oggetti di cura, ma protagonisti di vita», sottolineano gli organizzatori.


L'evento vede il sostegno di associazioni, imprese, istituzioni locali, regionali, nazionali e ha tra gli organizzatori Il Corriere della Sera e l’Associazione italiana di psicogeriatria quale partner scientifico.
Accompagneranno le giornate le opere dello scultore Maurizio Cattelan e il simbolo della festa, il giocoso Mister Alzeimer, che ha voluto dimenticare la sua H, ideato dall’artista francese Clet Abraham.
«Le persone con demenza e i familiari che verranno all’Alzeimer Fest - spiegano ancora i promotori - possono contare su un’organizzazione che vede al primo posto il loro benessere. All’Alzeimer Fest ci piace la vita bella (e dunque anche comoda). Servizio di bus navetta per gli spostamenti dall’albergo ai luoghi dove si svolgono gli eventi, centro nursery con medico e operatori a cui rivolgersi per qualsiasi difficoltà, personale specializzato pronto a intervenire e risolvere problemi nei vari momenti/luoghi della manifestazione. Andare all’Alzeimer Fest non significa aggiungere un problema alla lista (già lunga) delle difficoltà quotidiane. All’opposto: vuol dire aggiungere un po’ di serenità e tornare a casa ricaricati».
Info: www.alzheimerfest.it; Pro Loco Gavirate lungolago Isola Virginia, 8; Iat piazza Dante, 1 – Gavirate, telefono 0332 744.707. (Altre da Gavirate in Sezione Sport e non solo). (Altre da Gavirate in Sezione Sport e non solo).

Varese, maxievasione di due società cooperative

Non avevano dichiarato ricavi per oltre 12 milioni di euro e avevano evaso iva per circa 2.400.000
GdF Varese

Si conferma sempre più ramificata e profonda la grande evasione fiscale in terra dei Laghi. L’ultimo colpo inferto dalle Fiamme gialle di Varese alle attività illecite riguarda due società cooperative del varesotto, entrambe riconducibili allo stesso amministratore. Non avevano dichiarato ricavi per oltre 12.000.000 euro, evadendo l’Ires per più di 3.300.000 euro e con un debito iva di circa 2.400.000.
I finanzieri hanno accertato che una delle cooperative era intestata ad un prestanome, ma era di fatto gestita dal medesimo rappresentante, gravato, tra l’altro, da numerosi precedenti fiscali. È saltato inoltre fuori, al fine di costituire fondi occulti e aggirare le disposizioni in tema di contrasto al riciclaggio, che venivano ogni mese disposti numerosi bonifici bancari dai conti correnti aziendali. Il “pagamento stipendi” avveniva su carte prepagate intestate a falsi dipendenti, estranei alle società ma, di fatto, nella piena disponibilità del titolare delle carte.
Il riscontro dei dati e degli elementi informativi, incrociati con la documentazione acquisita, ha portato alla denuncia dei due responsabili per autoriciclaggio, omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Inoltre sono state proposte misure cautelari in materia fiscale alla Agenzia delle entrate e sequestro per equivalente finalizzato alla confisca alla locale autorità giudiziaria.

Cunardo, sagra alla Baita del fondista

Dal 2006 oltre 100 volontari impegnati a sostegno dell’ultracentenario asilo
sagra della patata a Cunardo

A Cunardo (Varese), da venerdì 4 a domenica 6 agosto, torna alla Baita del fondista (via per Bedero) la Sagra della patata, nata nel 2006 per sostenere l’asilo allora a rischio chiusura. Cena tutti i giorni (dalle 19) e domenica anche a pranzo (dalle 12 con animazione per bambini dalle 14.30 e merenda alle 16). Tutto a base di patata fresca italiana.
Una squadra di oltre cento persone è pronta a servire i mille posti allestiti, tutti al coperto e serviti da wi-fi libero. L’intero incasso è destinato al bilancio dell’asilo, scuola paritaria che da oltre 130 anni accoglie i bambini della comunità. La Baita del fondista sarà raggiungibile in auto (fino ad esaurimento dei parcheggi), con i bus navetta in partenza dal parcheggio Tigros (via Varesina) oppure a piedi e in bicicletta sulla pista ciclabile della Valganna (da Ganna o da Ponte Tresa).
Nel 2016 sono state servite ai tavoli più di 12.000 portate (2.300 i piatti di gnocchi) e anche nei primi dieci anni della festa i dati parlano da soli. Dal 2006 ad oggi sono stati cucinati 340 quintali di patate (provenienti dal Veneto, dal Piemonte e dalla Puglia), di cui 22 solo di patatine fritte (tutti da patata fresca).Sono stati serviti 11.000 chili di gnocchi, 22.000 frittelle di patate e sono stati distribuiti 1.200 chili tra ketchup e maionese.
Informazioni su sagra e menù sulla pagina facebook ufficiale della Sagra della patata di Cunardo. 

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