Edizione n.9 di mercoledì 19 marzo 2025
Lombardia
Palude Brabbia, un gioiello naturale alle porte di Varese
Tra i monti e i laghi del Varesotto spicca una delle zone più preziose, a livello europeo, per biodiversità. É l’oasi della Palude Brabbia, situata nella porzione meridionale del lago di Varese tra Casale Litta, Cazzago Brabbia, Inarzo, Ternate e Varano Borghi. Dal 1983 è riconosciuta "riserva naturale" dalla Regione Lombardia e affidata alla Provincia di Varese, che, da vent'anni, la gestisce in convenzione con la Lipu.
Ogni anno sono oltre 10.000 le persone che, tra visite libere e iniziative organizzate, fanno un tuffo in un ambiente straordinario custodito da una ventina di volontari sotto la direzione della responsabile Barbara Ravasio.
Il successo quasi da record di vent'anni di impegno è stato celebrato il 19 febbraio a Villa Recalcati in occasione della presentazione del progetto Trans Insubria Bionet (Tib). Oltre Barbara Ravasio e l'assessore provinciale Luca Marsico, sono intervenuti i responsabili nazionali di Oasi Lipu, Ugo Faralli, e di volontari Lipu e progetto Tib, Massimo Soldarini.
VOLONTARIATO E SPECIE CENSITE
Nel 2012 l'oasi Brabbia ha visto 3415 tra scolari e visitatori partecipare a percorsi guidati, laboratori didattici per famiglie, corsi e giornate di educazione e sensibilizzazione ambientale. A suscitare l'interesse è certamente un ambiente unico ma anche la manutenzione sistematica di strutture e sentieri.
Annualmente il personale ridipinge i capanni di osservazione, sostituisce le assi delle passerelle, rimette a nuovo le schermature, taglia l'erba d'estate e rimuove piante morte o spezzate dal vento in inverno. In suo aiuto arrivano per oltre 1500 ore l'anno i volontari, che collaborano anche alla gestione - altrimenti impossibile - degli eventi e, soprattutto, al censimento ornitologico.
Il lavoro dei volontari ha - sempre nel 2012 - consentito di censire su transetto e in punti di ascolto 144 specie di uccelli meno comuni. Il campionario spazia dai rapaci (albanella minore, nibbio reale, smeriglio) agli anatidi (moretta, fistione turco, moriglione) e dai limicoli (cavaliere d’italia e pantana) ai passeriformi (luì verde e luì bianco, forapaglie comune e forapaglie macchiettato, bigiarella e sterpazzola). Alla vista degli osservatori non sono sfuggiti alcuni gruccioni, upupe e un gruppo di otto cicogne. La loro maggiore sorpresa rimane forse l'avvistamento, soprattutto in inverno, di continuamente numerosi picchi neri, una specie assente fino a pochi anni fa.
SOSTA IDEALE PER LE MIGRAZIONI
La palude rappresenta ancora un punto ideale di sosta durante la migrazione primaverile. Tra marzo e aprile si stagliano nell'aria le sagome di germano reale, alzavole, canapiglie, mestoloni, moretta tabaccata e pure di rapaci caratteristici della zona, come nibbio bruno, falco pescatore, falco di palude, albanella reale.
Nutrita anche la popolazione dei cormorani, quasi un migliaio secondo un censimento condotto in collaborazione con l’Università dell’Insubria. Animata pure la garzaia - il luogo di nidificazione di aironi e uccelli della loro famiglia - con le sue 100 coppie tra aironi cenerini e nitticore.
DECRESCONO LE RONDINI
Nella rassegna delle meraviglie alate non mancano, purtroppo in misura decrescente, l'airone rosso e il tarabusino. Le loro nidificazioni, nel migliore dei casi, si sono, per l'airone, spostate sul lago di Varese e, per il tarabusino, presente con 15/20 coppie fino agli anni ’90, sono quest’anno addirittura scomparse.
Un altro dato che fa riflettere viene dalla stazione ornitologica, introdotta per la prima volta nel 2012. Dal 21 agosto al 20 ottobre, su 1767 catture di 54 specie diverse, è emersa la scarsissima presenza di rondini. Questi meravigliosi messaggeri della primavera erano un tempo una specie molto comune con grossi dormitori nei canneti della palude in fase postriproduttiva e oggi invece sono quasi assenti. Per fortuna molti altri passeriformi sono stati catturati con contingenti simili a quelli degli scorsi anni e questo elemento conferma l’importanza della palude come sito di sosta durante le migrazioni.
Sotto al titolo, Garzaia, foto di Armando Bottelli; in basso, Hottonia e Palude, foto di Armando Bottelli; Ninfee e Visione aerea, foto Archivio LIPU.
Cadegliano Viconago, recuperati gli affreschi della chiesa di S. Antonio
(fp) A Cadegliano Viconago è stato presentato sabato 22 settembre nell’Oratorio Medievale il restauro degli affreschi della chiesa di S. Antonio. Il monumento è interamente decorato da un ciclo di affreschi che ne documentano le diverse fasi di costruzione.
Sono intervenuti il direttore ufficio Beni culturali ecclesiastici della Curia di Como don Andrea Straffi, Isabella Marelli della Soprintendenza per i Beni storici e artistici di Milano, il parroco don Giovanni Bianchi e il sindaco di Cadegliano Viconago Arnaldo Tordi, la presidente dell’Associazione recupero e tutela chiesa di S. Antonio Graziella Croci, la presidente della Comunità montana del Piambello Maria Sole De Medio, l’assessore provinciale alla cultura Francesca Brianza e inoltre Alessandra Brambilla della Pinacoteca Zust di Rancate, gli storici dell’arte Paola Viotto e Marco Brusa e il restauratore Massimo Maria Peron.
Sono serviti oltre quarant’anni di restauro per recuperare gli affreschi della chiesa, un piccolo gioiello architettonico e pittorico interamente decorato da un ciclo di affreschi che documentano le diverse fasi di costruzione del monumento. La chiesa fu adornata da dipinti murali fin dell’epoca romanica, successivamente i cicli pittorici furono coperti da strati di calce, probabilmente a causa di una pestilenza.
Nella cappella di sinistra è stata scoperta una singolare Crocifissione di grande valore liturgico e iconografico. Gli ultimi lavori hanno riportato all’antico splendore immagini dedicate alla Madonna del latte del XVII secolo e dipinti trecenteschi dedicati ai santi Leonardo, Maria Maddalena, Madonna in Trono e Madonna di Loreto. L’affresco di maggior pregio ritrae la Trinità sull’altare della fine del Trecento, di cui rimane ancora sconosciuto l’autore.
E’ toccato a don Andrea Straffi fare il punto sull’originalità dell’immagine della Trinità recuperata negli ultimi due anni e sul significato teologico di una raffigurazione, così particolare e unica, delle tre figure del Cristo perfettamente replicate (nella foto). Un esempio di raffigurazioni abbandonate dopo la Bolla papale del 1745 che metteva al bando una concezione triteistica, cioè di tre figure come tre Dei.
Rimandi ad affreschi della Valtravaglia e al vicino Canton Ticino sono stati fatti da Paola Viotto e Alessandra Brambilla. I loro studi fanno supporre la mano di Guglielmo da Montegrino o Antonio da Tradate. Nessun dubbio invece sugli affreschi della cappella di destra, dove è ben leggibile la data e la firma di Bartolomeo da Ponte Tresa, allievo di Bernardino Luini.
Ispra, sistema preallarme per tsunami nel Mediterraneo
Incrementare la sicurezza e la sensibilizzazione delle popolazioni rispetto al fenomeno dello tsunami e alle sue conseguenze. Questo l'obiettivo di un sistema di pre-allertamento in caso di tsunami nel Mediterraneo che Italia e Commissione Europea realizzeranno a Ispra.
Il 16 maggio il capo del Dipartimento della Protezione Civile (DPC), Franco Gabrielli, e il direttore dell’Istituto per la Protezione e Sicurezza dei Cittadini del Joint Research Centre, Stephan Lechner, hanno firmato un accordo di collaborazione della durata di quattro anni. Le parti si scambieranno non solo dati e conoscenze già disponibili ma anche quelli che deriveranno dai progressi di studio.
Condivisione dati
Il JRC metterà a disposizione i propri strumenti informatici per l’allerta e il monitoraggio in tempo reale degli tsunami. Vi sono inclusi il database globale, che nella zona del Mediterraneo contiene circa 8.000 scenari risultanti da calcoli in aree storicamente soggette a tale fenomeno, e il software di analisi degli tsunami per il calcolo del tempo di propagazione e dell’altezza dell’onda. Tali sistemi sperimentali possono fornire supporto agli operatori nel momento in cui si debbano prendere decisioni su un’eventuale evacuazione di alcune aree del Paese. Inoltre il JRC fornirà un dispositivo di allerta tsunami (Tsunami Alerting Device) che sarà collocato in prova dal Dipartimento della Protezione civile in una zona costiera potenzialmente esposta a tale fenomeno, in modo da verificarne il funzionamento e le sue potenzialità.
Dal canto suo, il DPC contribuirà alla definizione di ulteriori scenari potenziali e alla messa a disposizione di dati sismici e di livello del mare in tempo reale.
Scambio esperti e tecnologie
Per un migliore risultato sarà necessario rafforzare il coordinamento e la collaborazione tra il Dipartimento della Protezione civile e la Commissione Europea, promuovendo anche lo scambio reciproco di esperti, informazioni, tecnologie e assicurando la formazione degli analisti e degli operatori che saranno chiamati a lavorare su uno scenario condiviso. Il DPC si raccorderà con la comunità scientifica italiana, in particolare con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), oltre che con le altre componenti e strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione civile.
Dalle “onde” del Verbano alla linea Bellinzona-Malpensa. L'"edicola" universale vola in Europa
(GM) Mi piacerebbe sapere cosa direbbero i Sumeri, popolo della Mesopotamia che nel 3300 a.C. inventò la scrittura, davanti ad un computer che ci permette di comunicare con il mondo intero. Sicuramente ci avrebbero ricordato che grazie a loro l'umanità superò il confine della preistoria. E rimarrebbero strabiliati dal passaggio dalle tavolette di argilla alla tastiera sulla quale navighiamo, clicchiamo, ciattiamo e leggiamo i giornali.
Tempi e spazi di comunicazione
Già, i giornali. Ci eravamo assuefatti all'acquisto in edicola del giornale preferito, tornare a casa e sfogliarlo incuriositi dalle novità (ora le chiamano news), dalla cronaca nera, sportiva o leggere le estrazioni del lotto, le previsioni del tempo o un necrologio. Un altro gesto, quotidiano, settimanale o mensile, era quello della visita alla cassetta postale per il ritiro del nostro abbonamento.
Per i lettori del Corriere del Verbano, nato a Luino «...un paesello di pescatori e contadini» così definito da Piero Chiara, l'appuntamento si ripete ogni mercoledì fin dal 1879. Il giorno, dopo 135 anni, è sempre quello, ma non lo si trova più in edicola o nella cassetta di casa, poiché, al passo coi tempi, da gennaio 2012 è "on line", un termine un po’ ostico per chi non si rassegna alle evoluzioni inarrestabili della vita moderna.
Adesso la società si muove sul web, twitter, a colpi di sms, blob e blog. La gioventù non sa più cosa sia una lettera, una busta e un francobollo vecchio stile. Perfino il papa Benedetto XVI si adegua alla nuova forma di comunicazione e si fa avvicinare su twitter. Anche il commercio gira attraverso internet. E volete che il mondo della stampa non si adeguasse?
Comunità internazionale
Il Corriere del Verbano non ha saputo/potuto resistere alla telematica. Nell'era di internet niente più abbonamenti cellofanati, affidati alla distribuzione postale spesso in ritardo e schiava di un monopolio in contrasto con le asserite liberalizzazioni. Il settimanale di Luino giunge in tempo reale in qualunque parte del pianeta, letto da luinesi emigrati e da cittadini esteri che sul lago Maggiore si godono una casa di vacanze. E' noto, infatti, che il territorio luinese abbonda di immobili di tedeschi, svizzeri, olandesi, francesi e di italiani. Tutti, pur vivendo lontano, sono interessati alle vicende locali ed al servizio di trasporto pubblico.
Il 14 novembre su questo giornale, dal titolo "Bellinzona-Luino-Malpensa, linea a rischio chiusura?" è apparso un articolo che paventa un rischio per quei treni, suscitando il panico fra lettori di mezza Europa che giungono nella nostra città con destinazione Malpensa e treno per Luino e dintorni. E-mail, telefonate, richieste di spiegazioni ad uffici vari, spaventati dalle temute soppressioni di treni comodi, ben assestati nell'arco della giornata e presenti anche nei giorni festivi. Ma, per favore, non sparate sullo scrittore.
Si è trattato di una lettura affrettata. Per ora, lo confermiamo, nessun pericolo. Però quei treni non devono viaggiare vuoti. Resta la dimostrazione dei vantaggi dell'informazione che si irradia su onde elettromagnetiche e su cavi di fibra ottica.
Ora con un clic si aprono le pagine del settimanale classe 1879 generato non più dalle rotative e senza consumo di carta.
Edicola universale
Il giornale di Luino, libero dai penalizzanti vincoli distributivi a cui eravamo abituati, supera le frontiere, vola nell'etere, disponibile in una edicola universale, ad ogni latitudine ed in qualsiasi ora. Chissà, grazie al Corriere del Verbano on line, il nome di Luino giungerà dovunque e allargandosi il numero dei lettori avremo anche più alleati per sostenere i treni da/per Malpensa.
