Edizione n.9 di mercoledì 19 marzo 2025

Di settimana in settimana, di secolo in secolo. Quell'odore di carta che supera il tempo

La carta la adoro. E’ questo il primo numero in cui esco nel 2011, mi sono guardato ben bene in giro, ho riflettuto, e non posso che ribadire proprio questo: la carta la adoro. Da quando sono nato nel... - eh, sì, ragazzi, che ci volete fare, sono vecchietto -, da quando sono nato nel 1879, è così. Da allora la adoro e mi ci butto dentro, settimana dopo settimana, edizione dopo edizione. E a differenza di quando ci si innamora senza saperne bene la ragione, perchè adoro la carta lo so.

Innanzi tutto perchè la conosco, ne ho visto la metamorfosi dalle cartiere storiche che avevano per macchine le braccia degli uomini alle variabili di ora - tecniche, meccaniche, con tipologie e palpabilità un tempo impensabili -; poi perchè oggi come ieri le resta appiccicato quell’unicissimo odore di inchiostro ed essenze che fa ricordare come dietro a tutto ci siano la fatica, l’imbattersi e superare ostacoli, il lavoro delle persone; e questo stesso lavoro se a sua volta si gira indietro vede altro lavoro, di altre persone, in una catena di esperienza e dedizione infinita. Affascinante. Evocativo soprattutto.

Penserete che sono romantico, o passatista, e forse è vero, un poco lo sono. Ma credo ci sia non solo romanticheria nel mio prediligere la carta. In fondo è a lei che devo la mia vita che tocca tre secoli, è con lei che ho fatto il mio lunghissimo cammino. Insomma, alla carta devo riconoscenza. Lei è concreta, tangibile, riconoscibile; in più è impignabile, accantonabile, sottolineabile, maneggiabile, conservabile. Conservabile in particolare, cioè resiste attraverso i secoli e insieme resiste alla pressione degli inchiostri, finendo per riuscire a parlare a chi la prenda in mano in una specie di rinnovo perenne. Dando immensa soddisfazione alla mente. Lo vedo quando porto attenzione alle mie annate ingiallite, un po’ consumate, sfoglio e leggo tra me e me, e tutto torna fuori, come non fosse mai finito.

E’ forse questa una delle maggiori attrattive della carta: che sopporta il sole, l’umido, il freddo, gli sgarbi, e, magari malconcia, torna al lettore, portando intatti i suoi messaggi, riagganciando relazioni, riannodando fili, storie.

C’è tutto un gusto speciale nel libro di carta, nel giornale di carta, nel manifesto di carta. Un gusto che gli armamentari online che si dice soppianteranno la lettura su carta non hanno. Anche se posseggono però altre preziose virtù, quali la velocità di consultazione, l’immediatezza dell’esecuzione e la capacità di elaborare e riassemblare dati. Caratteristiche utilissime all’archiviazione e alla ricerca.

Ho l’impressione che giornali, libri e informatica siano cancelli diversi di una stessa strada e continueranno a convivere. Quindi, auguri a entrambi, mondo della carta e mondo online.

Il Corriere del Verbano