Edizione n. 31 di mercoledì 10 settembre 2025

Lombardia Piemonte Svizzera

Combustioni vegetali, nuove regole per agricoltori di montagna

In Lombardia lo smaltimento può avvenire entro precise limitazioni

In Lombardia sono in vigore nuove regole per la combustione dei piccoli cumuli di residui vegetali agricoli e forestali. La combustione è vietata dal 15 ottobre al 15 aprile di ogni anno con deroga di due giornate per gli agricoltori di montagna.
La disposizione della giunta regionale tiene conto della normativa nazionale (d.lgs. 152/06 e legge n.116/14) e viene incontro ai possessori di terreni posti in zone impervie e non raggiungibili dalla viabilità ordinaria. I cittadini che intendano avvalersi di tale facoltà dovranno fare comunicazione preventiva al Comune, il quale, a sua volta, inoltrerà la comunicazione ai soggetti competenti ad effettuare i controlli e al settore Monitoraggi Ambientali di Arpa Lombardia.
La pratica, come ha precisato l’assessora regionale Claudia Maria Terzi, rimane vincolata sempre ad alcune norme. «I residui vegetali agricoli o forestali devono derivare da terreni situati in zone impervie o non raggiungibili dalla viabilità ordinaria. Non ci dovranno essere impatti diretti di fumi e di emissioni sulla popolazione e sulle abitazioni circostanti. Ci dovranno essere condizioni meteorologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera rilevabili dal sito ufficiale di Arpa. Ci si dovrà trovare in assenza di massimo rischio per gli incendi boschivi dichiarato dalla Regione».  

Verbania, sequestrati due quintali di miele e sanzionati otto apicoltori

In tutta la provincia la Forestale ha controllato oltre quaranta produttori tra nomadi e stanziali
arnie

Sequestro di due quintali di miele di tiglio (valore circa 2.000 euro). Sanzioni amministrative per oltre 5.000 euro. Scoperti otto apicoltori inadempienti alla normativa del settore. Questo il bilancio di una serie di controlli del Corpo Forestale dello Stato sulle attività di produzione e rivendita di miele nel Verbano Cusio Ossola.
La Forestale ha scoperto che il venditore nell’etichetta dichiarava falsamente propria la produzione. Il miele proveniva, in realtà, dalla provincia di Novara e, per giunta, era prodotto in un laboratorio privo di autorizzazione sia igienico-sanitaria, sia fiscale-amministrativa.
Il Corpo forestale ha messo in atto in tutta la provincia del Verbano Cusio Ossola controlli a tappeto sulla produzione e rivendita di miele di oltre quaranta apicoltori tra nomadi e stanziali. A tutela del consumatore è stato verificato il rispetto delle norme igienico-sanitarie, di sicurezza, di rintracciabilità dei prodotti e di corretta etichettatura. I tipi di miele controllati sono stati quelli maggiormente prodotti e venduti al pubblico, dal miele di acacia a quello di castagno e al millefiori.
Sono stati rilevati mancato rispetto delle distanze di collocazione degli apiari, assenza del libretto sanitario aziendale, etichettatura non veritiera in ordine alla provenienza del miele, mancata comunicazione del collocamento degli apiari e realizzazione di un laboratorio non autorizzato. Gli inadempimenti più gravi sono stati individuati nei comuni di Brovello Carpugnino e Crevoladossola. 

Svizzera, RSI cerca attori dialettali

RSI sta cercando attori teatrali di età tra i 17 e i 70 anni che dimostrino competenza/conoscenza del dialetto della Svizzera Italiana. Le persone interessate devono inviare entro il 6 novembre curriculum, generalità e una foto a dialetto@rsi.ch. Le candidature posso essere inoltrate anche a: RSI - Radiotelevisione svizzera Radioteatro – Dialetto, via Canevascini - 6900 Lugano.
Le audizioni si terranno il 10, 11 e 12 novembre negli Studi Radio RSI di Lugano Besso. I candidati verranno contattati da RSI e informati direttamente su giorno e ora della convocazione. Al momento della candidatura indicare eventuali impedimenti improrogabili nelle date indicate.  Ai candidati verranno richieste una presentazione personale, in dialetto, di circa 2 minuti; la recita, sempre in dialetto, di un pezzo che possono scegliere liberamente, della durata anch’esso di circa 2 minuti; infine la lettura/recitazione di un brano indicato dalla commissione giudicante.  

Varese, prima doppia laurea all'Università dell'Insubria

Titolo italiano e tedesco a una studentessa italiana, una albanese e uno studente tedesco

L’albanese Griselda Cuka, residente ad Arcisate, l’italiana Jasmine Bentivegna di Bollate e il tedesco Moritz Zöllner sono i primi studenti dell’Università dell’Insubria con doppia laurea. Hanno partecipato al programma di Double Degree e così hanno ottenuto la laurea magistrale in Global Entrepreneurship, Economics and Management dell’Università dell’Insubria e, contemporaneamente, il titolo Master of Science in Economics rilasciato dall’Università Friedrich-Schiller di Jena.
VIDEOCONFERENZA TRA VARESE E JENA
A Varese, il 3 novembre, al Collegio Carlo Cattaneo e nell’Università tedesca si è svolta una sessione di laurea fuori dall’ordinario. La seduta era collegata in una videoconferenza internazionale tra gli atenei di Varese e di Jena.
La commissione - presieduta dal direttore del Dipartimento, Matteo Rocca - era mista: composta da cinque professori italiani e altrettanti tedeschi. La discussione è avvenuta in lingua inglese. Altra particolarità, la presenza di due relatori per ciascuno dei laureandi: i professori Elena Maggi (Uninsubria) e Cantner Uwe (Jena) per Jasmine Bentivegna, i professori Raffaello Seri (Insubria) e ancora Cantner Uwe per Griselda Cuka, infine i professori Michael Fritsch (Jena) e Francesco Figari (italiano) per Moritz Zöllner.
INGLESE E TIROCINIO ESTERO
Il corso di laurea magistrale in Global Entrepreneurship, Economics and management (GEEM) è articolato in due curricula (International Business and Entrepreneurship e Economics of Innovation), presieduti rispettivamente dai professori Alberto Onetti e Elena Maggi, ed è condotto integralmente in lingua inglese.
Gli studenti hanno la possibilità di svolgere qualificati periodi di studio e di tirocinio all’estero grazie ad accordi stretti con altre università straniere, oltre che con l’Università Friedrich-Schiller-Universität di Jena, anche con l’Indian Institute of Foreign Trade di Dehli (India) e con l’Università di Hohenhein (Stoccarda, Germania).
VANTAGGI
«Le nostre studentesse – spiega la professoressa Maggi - dopo aver trascorso un anno di studio nell’Università tedesca, seguendo i corsi e sostenendo gli esami, e dopo aver discusso la tesi, hanno acquisito il doppio titolo: la laurea magistrale Global Entrepreneurship, Economics and Management fornita dall’Università dell’Insubria e, contemporaneamente, il Master of Science in Economics rilasciato dall’Università di Jena. Stessa procedura per gli studenti stranieri che trascorrono un anno da noi, seguendo lezioni e dando esami in inglese, per ottenere il doppio titolo».
Buona conoscenza di lingua inglese, di tematiche economiche e di management internazionale e il doppio titolo possono ampliare le opportunità occupazionali. «Rendono - rileva Maggi - il profilo appetibile per organizzazioni economiche, private e pubbliche, operanti a livello nazionale ed internazionale».
Nelle foto: la discussione dello studente tedesco, Moritz Zöllner, in videoconferenza a Varese e le due neodottoresse insieme alla commissione di laurea.  

Varese, trent’anni fa Wojtyla al Sacro Monte

Il 2 novembre 1984 Karol Wojtyla salì in pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese e, dal 2 novembre 2014 fino al termine delle festività natalizie, un’esposizione ricorderà la sua visita. Lungo la Via Sacra e al centro espositivo “Paolo VI” oltre trenta grandi installazioni open air con le immagini del fotografo varesino Carlo Meazza ripercorrono i momenti più intensi di quel viaggio.
La mostra, promossa dalla Fondazione Paolo VI, intende accompagnare i visitatori nel ricordo e nella riscoperta di un percorso spirituale ancora nella mente di magliaia di varesini.

Malpensa, droga in noci di cocco

Scoperto un corriere con 3 chilogrammi di cocaina
le noci di cocco individuate

All'aeroporto di Malpensa la guardia di finanza ha scoperto 3 chili di cocaina purissima occultati all'interno di due noci di cocco. Arrestato il corriere, un passeggero di nazionalità marocchina proveniente dalla Colombia in transito da Francoforte.
I frutti tropicali erano stati nascosti nei bagagli tra gli effetti personali ed erano stati sigillati in modo tale da sfuggire ad un eventuale controllo delle speciali unità cinofile antidroga. I finanzieri non li hanno tralasciati e hanno scovato droga per un valore al dettaglio di circa 600 mila euro.

Chiasso, più silenzio lungo la ferrovia

Entro maggio 2015 sarà installato oltre mezzo chilometro di pareti fonoisolanti – Spesa, 3 milioni di franchi

A Chiasso, nel Canton Ticino, il 23 giugno è iniziata la posa di pareti fonoisolanti lungo la linea ferroviaria. Entro maggio 2015 le Ferrovie federali svizzere installeranno, su mandato della Confederazione, 573 metri di pannelli antirumore su via Soldini, dal sottopasso di via Dunant fino al cavalcavia di via Interlenghi. Spesa, 3 milioni di franchi.
Le pareti permetteranno di ridurre sensibilmente il rumore causato dai convogli in transito a beneficio dei residenti. Per garantire la percorribilità della linea e la sicurezza del personale, una parte dei lavori sarà effettuata anche durante le ore notturne o in giorni festivi, in particolare nei mesi da dicembre 2014 a gennaio 2015.
Chiasso fa parte dei comuni ticinesi inseriti nel programma di risanamento fonico ferroviario nelle vicinanze dei centri abitati. In tutto il Ticino, a partire dal 2004, pareti fonoassorbenti, finestre fonoisolanti e risanamento del materiale rotabile garantiscono una ferrovia più silenziosa in molti comuni situati lungo le linee più esposte. 

Valle Leventina, il totem Rsi racconta la memoria audiovisiva d'archivio

Sabato 21 dicembre è stato inaugurato al Museo etnografico di Leventina di Giornico il secondo totem multimediale interattivo della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Premiato dall’Organizzazione mondiale degli Archivi radiotelevisivi quale migliore progetto innovativo di valorizzazione d’archivio, già presente in Val Bregaglia, è stato ideato dal settore Valorizzazione Teche RSI, sviluppato in collaborazione con la SUPSI e il sostegno della CORSI. Il totem, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Accentus, si compone di uno schermo touch screen attraverso il quale raggiungere un’ampia selezione di contenuti audiovisivi d’archivio, dedicati in questo caso alla Valle Leventina.
Dal 1931 la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana osserva e racconta il suo territorio tramite la radio e, dal 1958, anche mediante le immagini. Gli archivi RSI sono quindi i custodi della memoria collettiva della Svizzera italiana. E Tosca Dusina, che ha curato i contenuti del totem, ha analizzato, in collaborazione con il team del Museo di Leventina diretto da Diana Tenconi, la storia della Leventina, scegliendo dal catalogo multimediale RSI i documenti più significativi.
Il Museo di Leventina, dopo una completa ristrutturazione, sarà inaugurato nella primavera prossima.
Alla cerimonia del 21 erano presenti il direttore RSI Dino Balestra, il presidente della Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana Luigi Pedrazzini, il direttore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Franco Gervasoni, il presidente dell’Ente Ticinese per il Turismo e membro del Consiglio della Fondazione Accentus Marco Solari, il presidente dell’Associazione Museo di Leventina Franco Celio.  

Un incontro

Arriva con passi felpati e mi si accuccia vicino come una piccola pantera stanca.
«Mi dai un po' d'acqua?»
Beve placido. Ringrazia e rimane lì, all'ombra, a guardare il mare. Lo osservo di sottecchi: maglietta arancio, pantaloncini neri, gambe snelle lucenti come l'ebano. Risalgo con lo sguardo e scopro dita affusolate che stringono un mazzetto di braccialetti di corda colorata e poi un profilo di assoluta perfezione che si staglia in controluce nel cielo abbagliante.
Immobile come una statuina di tek lucido, anche lui mi osserva indagatore.
É bello come il sole, lo sguardo felino di due occhi gialli, stretti come fessure e misteriosi come la sua Africa. L'inflessione bresciana e la cortesia nel proporsi mi incuriosiscono; e poi mi incuriosisce lui, ragazzino in età scolare né timido né spavaldo che sosta senza fretta, con l'indifferenza di un turista al tavolino del bar, sotto il mio ombrellone. Non mi vende niente; sta lì, a riposarsi, e mi guarda solo di tanto in tanto saettando gli occhi. Mi sta studiando.
- Come ti chiami? -
- Akim - Risponde guardando il mare, per chiudere il discorso.
Ma io non demordo: conosco troppo bene i ragazzini di quell'età per capire che vuole qualcosa da me. Non solo l'acqua non solo l'ombra. Forse un attimo di pausa nel lavoro quotidiano di percorrere le spiagge per vendere qualcosa ai turisti. Forse un momento di riposo per guardare il mare e lasciarsi andare ai sogni di bambino. Forse qualche spicciolo di normalità; il sedersi all'ombra, bere dell'acqua fresca, parlare con qualcuno senza essere respinto con un gesto infastidito. Forse una coccola da chi gli ha sorriso nel vederlo passare.
- Sei qui da solo? Dov'è la tua mamma? Quanti anni hai? Dove abiti? Vai a scuola? - Getto lì una domanda dopo l'altra. Lui è diffidente, sembra scocciato, ma pian piano risponde, sempre guardando il mare. La mamma lo aspetta alle sei dall'altra parte della spiaggia; ha dieci anni e fa la quarta elementare a Brescia.
A Brescia? Sì, l’avevo notato dalla cadenza del parlare. E da Brescia, in estate, viene in Sardegna a vendere braccialettini di stoffa che fa lui «personalmente». Gli chiedo il permesso di una foto. Me lo concede. E finalmente si gira a guardarmi. - La vuoi, un po’ d’uva fresca? -
- Sì grazie - Spilucca il grappolo con fare educato.
Mi si stringe il cuore. Non posso rassegnarmi a questo bimbo lasciato come un pacco sulle spiagge, e ripreso alla sera dopo una giornata di lavoro. Allungo la mano e gli accarezzo la testa riccia. Si ritrae un po’. Non è abituato, ma resta seduto accanto a me tranquillo e pensoso. Poi le ombre si allungano. All’improvviso si alza.
- Adesso vado - Sparisce in un attimo; una gazzella scura sulla sabbia dorata.
Perché, Akim, non ho comprato tutti i tuoi braccialetti? E tu, perché non me li hai offerti? Magari domani avresti potuto giocare a pallone con i tuoi amici. Un giorno da bambino. Il regalo di una maestra.
Tiziana Zucchi
Giugno 2012 

I Borghi di Varano, quel ramo della borghesia lombarda…

Varano e i Borghi. O, se si vuole, i Borghi e Varano. Per secoli, non solo per decenni, uniti in simbiotico scambio, per secoli compartecipi in un ingranaggio da cui nessuno dei due sistemi poteva prescindere.
I Borghi forse non sarebbero stati, divenuti, i Borghi così come la storia e l'economia ce li hanno consegnati se non ci fossero stati le terre, i laghi, le torbe di Varano; Varano non avrebbe captato e fatto proprio quell'alone, non avrebbe ottenuto tanta notorietà ma soprattutto risorse e progresso se non ci fossero stati l'acume e la coscienza imprenditoriale dei Borghi. Impiantarono in un territorio di acquitrini, malsano, oggetto di bonifiche, un'attività tessile divenuta nel tempo modello e vanto che si sarebbe stabilizzata ed espansa. Impiantarono lì anche la propria esistenza, accolta dalla sontuosa settecentesca villa con sessantacinque stanze sul lago di Comabbio. Fabbrica e famiglia, i Borghi, ma anche socialità, impegno civile, in alcuni esponenti impegno politico, in una combinazione che tutte le generazioni, ciascuna con specifiche peculiarità, gestì.
«… L'avventura industriale sul nostro e su altri territori di quella fascia prealpina è stata un grande fenomeno collettivo che ha coinvolto mente, braccia e cuori». Non si può che condividere questa definizione di Giovanni Brugnoli, presidente dell' dell’Unione Industriali di Varese che così enuclea una filosofia di vita nella prefazione al saggio di Sergio Redaelli La stoffa dei Borghi. Il libro esce per la conclusione dei restauri nella residenza storica della famiglia d’industriali acquistata nel 2007 dall’imprenditore Guido Colombo di Induno Olona e trasformata in hotel 4 stelle.
Dunque menti, braccia, cuore. A supportarsi, come in altre realtà del territorio che hanno avuto la fortuna di interagire con industriali lungimiranti, abili a calare nella creatura che avevano ideato o ereditato tutti i propri talenti in nome di un'idea di eccellenza.
L'autore, meticoloso, sonda i giorni di una stirpe dall'origine al declino, costruisce una mappa fatta di nascite, matrimoni, orizzonti politici, attitudini artistiche, inclinazioni. Ma non si pensi a una celebrazione. Ad agire e a essere protagonista è un coro - la comunità varanese - capace di accettare e adeguarsi, pronta a trattenere a sé il lavoro e a trovare l'energia per aderire a un progetto di alto profilo che avrà anche marca internazionale.
Redaelli non è nuovo a scrivere di storia. Al di là dell'attività giornalistica (Avvenire, La Notte, Il Giorno, Verbanus, Varese Focus…) ha dato alle stampe opere tra cui Laura Mantegazza, la garibaldina senza fucile (con Rosa Teruzzi), Quando a Varese c'era il vino, Storia d'Italia in 40 Cantine (con Guido Montando), Pio IV, un pirata a San Pietro. Anche in questo saggio, edito dalla Pro Loco di Varano Borghi, porta il suo stile lineare e comunicativo, attento al particolare, all'ambientazione, alla notazione inconsueta. C'è tutto un mondo in questo libro come svela già il sottotitolo (Patrioti e imprenditori della dinastia del cotone). I quattro vocaboli patrioti, imprenditori, dinastia, cotone lasciano intendere lo spazio su cui le pagine via via si apriranno. Che a quelle dedicate allo spirito manifatturiero ne affiancano altre sulla quotidianità delle famiglie contadine, su vicende e vicissitudini politiche, sulle ragioni contingenti del passaggio dai setifici ai cotonifici, sulle modificazioni urbanistiche, facendo scoprire i segreti dell'allevamento dei bachi e quelli della tessitura e filatura del cotone e raccontandoci financo i libri custoditi in libreria o quelli autoprodotti in occasione di eventi familiari.
Come ricorda lo storico Pierangelo Frigerio in prefazione «Sergio Redaelli ha tratto spunto dal postumo esito della saga d'una stirpe per ripercorrere la storia, approfondendo molti aspetti ignorati o poco noti. La disamina attenta dell'iniziativa attuale nei riguardi imprenditoriali e culturali (i caratteri d'un restauro scrupoloso e dell'innesto creativo di nuove forme) dimostra la continuità, se non nelle dimensioni certo nello spirito dell'industriosità varesina. La precisa collocazione nel contesto temporale, dal '700 sino ai nostri giorni, e nell'ambito geografico insubre, conferiscono allo studio un interesse storico non episodico».
E.C.

Sergio Redaelli, La stoffa dei Borghi. Patrioti e imprenditori della dinastia del cotone, Pro Loco – Varano Borghi.
Con le prefazioni del presidente dell’Unione Industriali di Varese Giovanni Brugnoli e dello storico luinese Pierangelo Frigerio, spiega come il recupero, la nuova destinazione e la valorizzazione delle vestigia industriali possano integrarsi nel rilancio turistico del Varesotto.
-120 pagine, 29 foto. In vendita a 10 euro presso la Pro Loco di Varano Borghi, via Vittorio Veneto 7, tel. 334-9597486.

Condividi contenuti