Edizione n.13 di mercoledì 17 aprile 2024

Vetrate artistiche

Vetrata artistica di Alessandro Grassi e Gian Calloni in dono al papa

Anche un po' di Maccagno per la visita del pontefice nel Milanese

Ci sarà anche un poco di Maccagno tra i regali che papa Benedetto XVI riceverà a Milano il 2 e 3 giugno, in occasione dell'Incontro mondiale delle famiglie. Al pontefice verrà donata una vetrata artistica firmata dal maestro vetraio Alessandro Grassi e dal pittore Gian Calloni. L'opera raffigura S. Ambrogio e la sua Basilica. Il titolo, “Omnia nobis est Christus” (Cristo è tutto per noi), deriva da una frase di Sant’Ambrogio.
Nato a Maccagno nel 1937, Alessandro è nipote d’arte. Proprio dal nonno, oltre che il nome di battesimo, derivò la passione per l’arte del vetro, poi continuata da suo padre Florindo, detto Lindo. Accompagnando il padre, noto per aver dipinto quasi tutte le chiese del paese, Alessandro capì fin da giovanissimo che quel talento di famiglia sarebbe continuato con lui.
Oggi, le vetrate artistiche di Alessandro Grassi sono note ovunque. Le sue opere spaziano nei quattro continenti. Fra le maggiori realizzazioni spiccano le vetrate del Duomo di Milano, del Duomo di Como, di otto cattedrali a Singapore, del Seminario arcivescovile a Cuba, di dodici chiese in Giappone, della Cattedrale di Abidjan in Costa d’Avorio. Grassi è stato anche insignito dell’attestato di benemerenza civica del Comune di Milano. Maccagno continua a essere luogo di riposo e vacanze, dove dimenticare di essere artista di fama mondiale per trasformarsi in uno dei tanti figli di questa terra che ha trovato fortuna lontano da qui.
Gian Calloni, pittore e incisore, opera da tempo nell’arte sacra. E’ autore del ciclo completo di vetrate nella Chiesa di San Leonardo da Porto Maurizio in Milano e di Santo Stefano in Novate di Merate, di bronzi e gruppi scultorei a Buscate, Castano Primo. Della sua creatività hanno beneficiato l'Eremo San Carlo sopra Arona e l'Oratorio San Martino di Bovisio Masciago, pale d’altare in Italia, Messico, Eritrea e anche illustrazioni a corredo di agiografie, copertine di riviste e libri di testo. Di lui Gabriel Mandel ha scritto : «Essenzialità e fermezza: le due parole che affiorano per prime dalla miriade di sensazioni che provocano le opere di questo pittore e incisore. Teso di continuo alla ricerca di una espressività non formale, Calloni ha fatto proprie le angosce del divenire, individuandovi i valori formativi per una coscienza dilatata oltre i confini usuali».

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