Edizione n.13 di mercoledì 17 aprile 2024

Occupazione

Inps, nuove domande per diventare avvocati domiciliatari

All’Inps, da lunedì 10 novembre, è partita la nuova procedura per acquisire la disponibilità di avvocati esterni, come procuratori domiciliatari e/o sostituti di udienza. Le domande vanno presentate entro le ore 24 del 10 dicembre 2014 esclusivamente in via telematica (www.inps.it) e soltanto per la lista circondariale del Tribunale presso il cui Consiglio dell’Ordine degli avvocati l’istante è iscritto al momento della domanda. Inoltre l’interessato dovrà indicare la Pec (posta elettronica certificata) comunicata al Consiglio dell’ordine presso cui è iscritto.
Le direzioni regionali dell’Inps pubblicheranno avvisi locali nelle sedi territoriali dell’Istituto e mediante invio ai consigli degli ordini degli avvocati territorialmente competenti, i quali provvederanno all’affissione nelle rispettive sedi e all’inoltro dell’informazione ai loro iscritti.
Dopo la verifica amministrativa della regolarità e della completezza della domanda e dell’inesistenza di cause di incompatibilità e di situazioni di conflitto di interessi, una apposita commissione procederà alla valutazione delle domande e dei curricula.
Le Liste circondariali, compilate nei limiti dei fabbisogni individuati, saranno pubblicate sul sito dell’Istituto e le liste della precedente procedura selettiva non saranno più valide. I professionisti già inseriti in quelle liste, qualora interessati a partecipare alla attuale procedura ed in possesso dei requisiti previsti dall’avviso del 10 novembre, potranno presentare apposita domanda con le modalità indicate.  

Bellinzona, oltre 500 lavoratori nella clinica dei treni

Lo stabilimento ferroviario svolge anche formazione di apprendisti e impiegati
Zali e Hauri locomotiva
Zali e Hauri reparto sale

Sono un po’ la clinica del trasporto ferroviario, dove oltre 500 persone e numerosi artigiani, divenuti quasi una rarità nella realtà produttiva del cantone, revisionano diverse tipologie di veicoli destinati per lo più al traffico merci. Sono le Officine delle Ferrovie federali svizzere di Bellinzona, dove il 24 ottobre il direttore Felix Hauri ha accolto la visita del Consigliere di Stato del Ticino Claudio Zali.
Lo stabilimento industriale bellinzonese revisiona i carri merci, lavora le sale montate e fa il tagliando anche alle locomotive. Inoltre accoglie il centro di formazione professionale login, dove vengono formati oltre 60 apprendisti tra polimeccanici e operatori in automazione e anche una decina di impiegati di commercio e in logistica per le Officine.
Nel Canton Ticino le Ffs impiegano oltre 2000 collaboratori. Entro il 2020 investiranno oltre un miliardo e mezzo di franchi per il rinnovo delle stazioni, l’acquisto di nuovo materiale rotabile per il traffico nord-sud e l’ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria.
Nelle foto: visita del Consigliere di stato Claudio Zali. 

Varese, in cinque anni persi 15mila posti di lavoro

Tra il 2007 e il 2012 la crisi ha penalizzato soprattutto industria, costruzioni e artigianato - Il 2013 iniziato con un nuovo peggioramento

Persi in cinque anni nel Varesotto quasi 15mila posti di lavoro. Le sofferenze di industria, costruzioni e artigianato sono state compensate solo parzialmente dai risultati dei servizi. I dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio sulla base del Sistema Monitoraggio Annuale Imprese Lavoro (SMAIL).
La crisi iniziata nel 2008 ha colpito duramente l’economia e l’occupazione varesine e, dopo il timido miglioramento nel 2010, il riaffacciarsi della recessione ha peggiorato il bilancio complessivo 2007-2012. In questo periodo, sul territorio provinciale, gli addetti sono passati da 280.757 a 265.979 con una perdita di quasi 15mila posti di lavoro (-5,3%).
Particolarmente negativo il saldo del settore industriale, passato da 111.629 a poco più di 97mila addetti (-13,1%). Le perdite più consistenti sono state registrate nei comparti maggiormente rappresentativi dell'economia locale, dal tessile, abbigliamento, cuoio-calzature (-25,3%) alle macchine e apparecchiature elettriche ed elettroniche (-15%), alla metallurgia e prodotti in metallo (-13,1%).
POSITIVI I SERVIZI
Male anche il bilancio delle costruzioni. Il settore è passato da 28.790 a 24.854 addetti (-13,7%), mentre è rimasto positivo il comparto delle public utilities (+2,7%).
Nel quinquennio il settore dei servizi ha creato oltre 3mila e 600 posti di lavoro (+2,7%), bilanciando però solo parzialmente il dato negativo dell’industria. Opportunità di lavoro si sono aperte nella sanità, assistenza sociale e istruzione private (+17,4%), nei servizi di ristorazione (+16,8%) e alloggio (+8,7%), nelle attività di consulenza e professionali (+12,1%).
Infine, il confronto tra fine dicembre 2012 e marzo 2013 (ultimo dato disponibile nella banca dati SMAIL della Camera di Commercio di Varese) indica un nuovo peggioramento, -2.500 addetti. Il valore, sebbene andrebbe depurato da effetti di stagionalità, lascia comunque presagire una situazione di crisi che non trova soluzione, generando ricadute sul fronte occupazionale ancora molto pesanti.
ARTIGIANATO IL PIÙ COLPITO
Le principali perdite di addetti si registrano nel comparto artigiano. Qui il -13,6% tra il 2007 e il 2012 è pari a 8.000 unità sulle 15.000 perdite in totale, dato ancor più preoccupante se si pensa che questo ambito rappresenta il 20% degli addetti totali. Nel quinquennio, inoltre, la diminuzione del numero delle imprese si concentra soprattutto nei primi loro due anni di vita (-22%), mentre aziende con una struttura più consolidata (oltre i 10 anni di attività) sono riuscite in questo lasso di tempo a mantenere i livelli occupazionali. 

Campagna svizzera contro i frontalieri, Roma assicura

Il viceministro Staffan de Mistura ha risposto a un'interrogazione del parlamentare Enrico Borghi

«Il governo continuerà a seguire le vicende degli Italiani in Svizzera con la massima attenzione». Così il vice ministro degli Affari Esteri del governo Letta, Staffan de Mistura, ha risposto in forma scritta all'interrogazione avanzata nei giorni scorsi dal deputato Enrico Borghi (Pd) che, all'indomani della campagna mediatica contro i lavoratori italiani in Canton Ticino, si era rivolto alla Farnesina chiedendo un intervento.
Per Borghi, la risposta del viceministro conferma «l'esigenza di mantenere una grande attenzione sulla vicenda, da un lato, e di riprendere un'iniziativa diplomatica nei confronti della Confederazione Elvetica, dall'altro». Bisogna, a suo avviso, «assicurare che nei negoziati attualmente in corso tra Svizzera e UE si segnino passi in avanti e non regressioni. L'attenzione mostrata dalla Farnesina è sicuramente un segnale positivo in tal senso».
Ecco di seguito la risposta integrale fornita dal rappresentante del Governo italiano al parlamentare democratico.

UN POSTO DI LAVORO SU QUATTRO
«Con riferimento alle iniziative del Governo tese a interrompere una retorica discriminatoria ed offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino, si premette che la questione investirebbe, secondo dati del 2012 dell'Ufficio Federale di statistica svizzero, 55.554 connazionali (ovvero un posto di lavoro su quattro in Ticino). Ai frontalieri, poi, si aggiungono gli artigiani che in virtù degli accordi bilaterali di libera circolazione varcano la frontiera e lavorano a fattura insieme ai propri dipendenti a costi più competitivi di quelli presenti sul mercato ticinese.

CAMPAGNE ELETTORALI
La campagna contro i frontalieri è da inquadrare nel contesto pre-elettorale delle elezioni comunali del 14 aprile a Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte. L'Unione Democratica di Centro del Ticino, che ha posto il tema dell'afflusso in Ticino di lavoratori frontalieri provenienti dall'Italia al centro della propria campagna politica, ha inteso cavalcare sia il disagio percepito dalla popolazione ticinese per il numero crescente di questa categoria di lavoratori (in aumento nel 2012 del 5,9% rispetto al 2011) e per i loro presunti effetti distorsivi sui salari e sull'economia locale, sia l'ondata di cordoglio provocata dalla recente scomparsa, il 7 marzo 2013., di Giuliano Bignasca, leader e fondatore della Lega dei Ticinesi. Un'analoga campagna, aggressiva e discriminatoria, se possibile di livello ancora più aspro, era stata condotta nel 2010-2011.
Nell'informare che non sono giunte né all'Ambasciata d'Italia a Berna, né al Consolato Generale d'Italia a Lugano - che da sempre mantengono un'elevata vigilanza sulla questione - comunicazioni da parte della collettività residente o da associazioni o patronati, giova sottolineare che il tema si riallaccia a una questione più ampia che riguarda tutti i cittadini della UE.

CONTINGENTAMENTO PERMESSI
Lo scorso 1° maggio, il Consiglio Federale ha infatti reintrodotto il contingentamento dei permessi di soggiorno nei confronti dei cittadini di otto Stati della UE (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), ricorrendo alla "clausola di salvaguardia" prevista dall'Accordo CE-Svizzera sulla libera circolazione di persone. Stando a una recente intervista rilasciata dallo stesso Consigliere Federale Svizzero Burkhalter, è attualmente in corso di valutazione l'ipotesi di estendere la "clausola di salvaguardia", fino al limite massimo del 31 maggio 2014, ai cittadini di tutti i Paesi della UE, per far cadere le rimostranze mosse da Bruxelles circa la discriminazione tra i Paesi membri.

REFERENDUM CONTRO IMMIGRAZIONE
Nel giugno 2014 sarà inoltre sottoposta a referendum l'iniziativa popolare "Contro l'immigrazione di massa", promossa dall'UDC, che punta ad un ritorno sic et simpliciter al contingentamento dei permessi di soggiorno. Un anno più tardi, l'elettorato svizzero sarà chiamato alle urne per decidere dell'estensione della libera circolazione delle persone, alla Croazia, prossimo membro della UE. Tali temi sono al centro di negoziati attualmente in corso tra la Confederazione Svizzera e l'Unione Europea.
Il Ministero degli Affari Esteri continuerà a seguire, tramite l'Autorità diplomatica e consolare in Svizzera, le suddette questioni con la massima attenzione. Nel quadro della sua complessiva azione volta a tutelare, anche nel più ampio contesto europeo, i diritti e le aspirazioni dei lavoratori frontalieri e degli altri cittadini italiani residenti in Svizzera, la Farnesina manterrà uno stretto contatto con le Autorità svizzere, acquisendo ogni ulteriore utile informazione. Parallelamente, sarà anche cura delle nostre Autorità diplomatiche e consolari continuare a mantenere al corrente le competenti istanze italiane.
Staffan de Mistura - Vice Ministro degli Affari Esteri »

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