Edizione n.13 di mercoledì 17 aprile 2024
Edilizia
Lombardia, stop a case costruite vicino ai corsi d'acqua
Scappati i buoi, si chiudono le stalle; ma sempre meglio tardi che mai. In Lombardia nessuno potrà più costruire edifici in terreni prossimi ai corsi d'acqua. Nell’agrodolce dei due proverbi c’è un po’ il succo di una nuova legge varata l’8 marzo dall’assemblea regionale con 40 voti favorevoli e 21 contrari.
Il testo prevede una revisione organica della normativa in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d’acqua. Per le nuove costruzioni si dovrà tenere conto persino dell'acqua piovana che possa andare in fiumi e torrenti provocando aumenti considerevoli di volumi d'acqua, quindi introduce un esame preliminare dei rischi idrogeologici.
MANUTENZIONE E RISORSE
Ma c’è altro. Il legislatore regionale (e, speriamo, pure quello nazionale) ha acquisito «la consapevolezza» che mantenere in efficienza un’opera idraulica esistente ha un costo due volte inferiore rispetto alla sua ricostruzione o ripristino. Sarà, perciò, potenziata la manutenzione dei corsi d'acqua, delle opere esistenti e del territorio in genere.
Prevista anche la realizzazione progressiva di vasche volano, pozzi filtranti, tetti verdi e superfici semipermeabili per impedire il peggioramento del regime idraulico delle acque sotterranee e superficiali. A disposizione ci saranno circa 15 milioni di euro nel prossimo triennio, oltre a circa 11 milioni di euro per il sistema dei Navigli e delle idrovie collegate.
Altra novità è la governance sulla materia. Saranno rafforzate le funzioni di difesa del suolo attribuite agli enti del sistema regionale, in particolare quelle relative ai Consorzi di bonifica e all'Agenzia Interregionale per il fiume Po, alla quale viene affidata la gestione del sistema idroviario del fiume Po e delle idrovie collegate.
POSIZIONE DEL GRUPPI
Diverse le posizioni dei gruppi consiliari sul provvedimento.
Scontato il giudizio favorevole della maggioranza, da Alessandro Sala e Lino Fossati (Lista Maroni) a Carlo Malvezzi (NCD), Massimiliano Romeo (Lega Nord) e Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), per il quale la legge mette fine alle «costruzioni vicino agli alvei dei corsi d’acqua e consente una manutenzione più attenta delle sponde».
Via libera anche da parte del Movimento 5 Stelle. Favorevoli il capogruppo Stefano Buffagni («Si poteva fare di più ma le norme consentono comunque d'intervenire in maniera decente») e Buffagni, che ha però criticato l'ampia delega data alla giunta sui decreti attuativi e i regolamenti della legge.
No pieno, invece, dalle opposizioni. Contrari si sono dichiarati PD e Patto Civico (Laura Barzaghi, Agostino Alloni, Jacopo Scandella e Silvia Fossati). Per Enrico Brambilla (capogruppo Pd) presenta tre aspetti negativi: «Eccesso di deleghe in bianco alla giunta su regolamenti e decreti attuativi. Mancanza di correlazione tra il tema dell'invarianza idraulica e la tutela dal consumo del suolo, che rischia di rimanere solo un principio. Scarsità di finanziamenti, che rischia di mettere a rischio l'attuazione delle norme della legge stessa».
Per l’assessora al territorio, urbanistica e difesa del suolo Viviana Beccalossi, «il provvedimento - assieme alla legge sul consumo di suolo - rappresenta una scelta responsabile e innovativa per tutelare i cittadini e le attività economiche con iniziative capaci di mettere in sicurezza il territorio o quantomeno di intervenire sull'attenuazione del livello di rischio».