Edizione n.14 di mercoledì 24 aprile 2024

Laveno Mombello

Cerro di Laveno, il volto nell’arte ceramica

A Palazzo Perabò mostra multimediale dall’8 ottobre al 12 novembre
Locandina

La testa rappresentata nell’ambito della scultura ceramica. È il tema della mostra “Il Volto che cambia” allestita dall’8 ottobre (inaugurazione ore 15,30) al 12 novembre 2017 nel Museo Internazionale Design Ceramico (Palazzo Perabò) di Cerro di Laveno Mombello (Varese) a cura di Fabio Carnaghi. Attraverso linguaggi diversi, che spaziano dalla scultura in ceramica alla videoarte, artisti internazionali ricontestualizzano la fisiognomica nella cultura odierna e continuano a «tramandare l’arcano desiderio dell’uomo di rappresentare se stesso nell’inafferrabile e sfuggente espressività del volto».
Gli artisti sono Angelo Biancini, Lorenza Boisi, T-yong Chung, Sabine Delafon, Saraï Delfendahl, Christian Gonzenbach, Debora Hirsch, Concetta Modica, Katja Noppes, Riccardo Rossi, Andrea Salvatori, Lucia Veronesi, Yusuké Yamamoto. Accanto alle opere contemporanee vengono presentati pezzi inediti provenienti dalla collezione della Civica Raccolta di Terraglia conservata al MIDeC e da una collezione privata.
«L’evento, spiegano gli organizzatori, si inserisce nell’ambito delle iniziative nazionali in occasione di F@MU 2017, Giornata nazionale delle famiglie al museo. Volendo puntare su valori quali integrazione, accoglienza, fratellanza, condivisione, il tema dell’edizione 2017 di F@Mu, a cui parteciperanno circa ottocento musei in tutta Italia, è "La cultura abbatte i muri".
Orari di apertura: martedì 10–12.30; merccoledì–domenica 10–12.30/14.30–17.30; lunedì chiuso Il Museo resterà chiuso nei giorni 21 e 22 ottobre 2017. 

Laveno Mombello, progetti per l’ex Società Ceramica Italiana

In mostra le proposte di 40 studenti del Politecnico di Milano

A Cerro di Laveno Mombello (Varese), dal 18 giugno al 2 luglio 2017, saranno esposte a Palazzo Perabò le proposte di riqualificazione dello stabilimento ex Società Ceramica Italiana di Laveno Mombello, che fu progettato dall’architetto Piero Portaluppi fra il 1924 e il 1926. Gli elaborati sono opera del Laboratorio di progettazione dell’Architettura degli interni corso di laurea in Progettazione dell’Architettura | Scuola AUIC | Politecnico di Milano.
La mostra “Un Landmark per Laveno Mombello. Progetti per l’ex Società Ceramica Italiana” è promossa da Comune di Laveno Mombello, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (Dastu) del Politecnico di Milano, Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (Auic) del Politecnico di Milano, Museo Internazionale Design Ceramico (MIDeC) di Cerro di Laveno Mombello, Interior Reuse Lab. Inaugurazione sabato 17 giugno alle ore 17.30.
PROPOSTE DI 40 STUDENTI
I progetti sono stati elaborati da quaranta studenti del Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni “Interior Reuse Lab” (Scuola AUIC, Politecnico di Milano) diretto dalle professoresse Imma Forino e Francesca Rapisarda, con gli architetti Marcella Camponogara, Biagio Cofini, Jacopo Leveratto ed Eleonora Riccioni (Dastu).
Tre le ipotesi di recupero e riuso proposte per la palazzina uffici e gli edifici di ingresso e di servizio della fabbrica: 1) Creative Hub (per startup e coworking per giovani professionisti e fab lab per piccole produzioni ceramiche); 2) Cultural Basin (aperto a eventi culturali, congressuali ed espositivi); 3) Kid Learning Center (destinato al tempo libero e ad attività formative dei bambini nel doposcuola).
Spiega la Conservatrice del Midec, architetto Maria Grazia Spirito: «A partire da questi spunti e da quelli offerti dalla Municipalità, che da tempo prospetta un Museo del Sanitario, i giovani progettisti hanno sviluppato un programma funzionale per l’insieme portaluppiano, riprogettato gli interni degli edifici, gli arredi, i sistemi allestitivi, i servizi al pubblico e, al contempo, riqualificato l’area esterna nell’ottica di valorizzare un importante simbolo della città. Nel rispetto e nella valorizzazione delle strutture e delle decorazioni originari sono emersi nuovi habitat contemporanei, affinché lo straordinario complesso di Piero Portaluppi non sia abbandonato a una sorte fatale, ma ritorni a essere un espressivo landmark per Laveno Mombello».
APERTURA MOSTRA: 18 giugno-2 luglio 2017: martedì 10–12.30; da mercoledì a venerdì 10-12.30 e 14.30–17.30; sabato e domenica 10-12.30 e 15–18; chiuso il lunedì. INFO: 0332/625551. 

Laveno Mombello, decollato il laboratorio di carpenteria navale per minori stranieri

Primo bilancio di un progetto di educazione al lavoro realizzato dalla Fondazione Asilo Mariuccia con la Fondazione Officine dell’Acqua
Laveno Mombello - conferenza stampa (Foto Asilo Mariuccia)
lavoro

Primi risultati del progetto "IntegrAzione”, che vuole fornire ai trenta minori stranieri non accompagnati ospiti delle strutture dell’Alto Verbano gli strumenti necessari per imparare a conoscere l’arte del lavoro artigianale e le basi del mondo della carpenteria navale.
A Laveno Mombello (Varese), l'11 aprile 2024, la Fondazione Asilo Mariuccia ha presentato l'avviamento del progetto "IntegrAzione”, promosso in collaborazione con la locale Fondazione Officine dell’Acqua. L'iniziativa vuole, sulla scia del laboratorio di educazione al lavoro del Polo di Porto Valtravaglia dell'Asilo Mariuccia, fornire ai giovani gli strumenti necessari per accostarsi a una disciplina antica e profondamente radicata nel territorio del lago Maggiore.
Incoraggianti sono i primi riscontri. «Il 100% dei ragazzi - ha reso noto la presidente di Asilo Mariuccia, Emanuela Baio - ha partecipato all’intero corso senza alcuna assenza. Alcuni artigiani della zona hanno individuato dei potenziali talenti a cui poter offrire dei tirocini, questo a dimostrazione che stiamo percorrendo la strada giusta».
PROGETTO INTEGR-AZIONE
Gli esordi del laboratorio in itinere restituiscono un quadro incoraggiante rispetto agli obiettivi. «L’impegno delle strutture di accoglienza di Porto Valtravaglia - ha dichiarato la responsabile della comunità Manuela Comi – è, sin dalla fondazione dell'Asilo Mariuccia, quello di accompagnare i ragazzi ospiti verso un riscatto personale, aiutandoli ad acquisire fiducia in loro stessi, responsabilizzandoli rispetto agli impegni professionali, supportandoli nell’acquisizione di competenze attraverso laboratori di educazione al lavoro e successivamente in tirocini professionali e inserimento lavorativo».
La realizzazione di scafi e barche è uno dei punti di forza del territorio varesino. Un esempio è Varese, che a gennaio 2024 si è riconfermata “capitale d’inverno” della nautica per aver ospitato la nona edizione del più importante convegno nazionale sulle imbarcazioni d’epoca e storiche.
La nuova avventura riscontra entusiasmo anche nella Fondazione Officine dell’Acqua. «Condividiamo – ha sottolineato il presidente Paolo Sivelli - gli scopi e i valori dei colleghi della Fondazione Asilo Mariuccia e crediamo che la possibilità di reinterpretare percorsi formativi ed educativi, calzandoli nelle attività del nostro territorio, sia una grande opportunità sia per i ragazzi che per la salvaguardia e la trasmissione delle nostre tradizioni».
FONDAZIONE ASILO MARIUCCIA
La Fondazione Asilo Mariuccia Onlus ha origini nel 1902 e, dalla sua nascita, ha accolto più di 5500 persone. Suo scopo dichiarato è promuovere nelle sue comunità d’accoglienza «l’autonomia, la crescita e il benessere psicofisico di mamme e dei loro bambini che hanno subito forme di violenza e di minori non accompagnati spesso costretti a fuggire dal loro Paese d’origine, che si trovano ad affrontare un periodo difficile della loro vita».
Le persone accolte nelle strutture della fondazione trovano ospitalità e sostegno di tipo educativo, finalizzato alla loro integrazione sociale e al loro inserimento lavorativo. Il sostegno continua anche dopo l’uscita dalla comunità, sia tramite la permanenza in uno degli alloggi per l’autonomia, sia attraverso la continua assistenza da parte degli educatori anche dopo le dimissioni.
Foto Fondazione Asilo Mariuccia 

Laveno Mombello, torna la Festa europea della musica

Aperte le adesioni di musicisti, cantanti, gruppi e band
Laveno, porto

Anche quest'anno la pro loco di Laveno Mombello e Cerro (Varese) aderisce alla Festa Europea della Musica del 21 giugno 2024, patrocinata dalla Commissione Europea, dal ministero della Cultura, dal Dipartimento per le politiche giovanili e dal Servizio civile universale.
Sulla scia del successo delle passate edizioni molti gruppi e band si sono già iscritti all’evento, ma la pro loco punta a ospitare e promuovere l’esibizione anche di musicisti e cantanti “solitari” o duetti o trii. L’organizzazione garantirà - in modo gratuito - visibilità, assistenza logistica e supporto pubblicitario. Ai visitatori verrà distribuita una mappa del percorso tra Laveno, Mombello e Cerro con indicazione di artisti, genere musicale e orario di esibizione.
Per partecipare, basta iscriversi al portale della festa della musica 2024 a Laveno Mombello nella sezione iscrizioni artisti FdM 2024. 

Laveno (Varese), la ceramica intima di un'altra epoca

Dal 13 aprile al 12 maggio mostra dei "set da toilette" al MIDeC di Cerro
Midec, Servizio igienico da camera con decoro a fiori e frutta su fondo rosato
Midec, Brocca e catino con decorazione liberty con rami di rose

Un viaggio nella vita riservata di un'altra epoca attraverso le lenti dell'arte e del design è "Un'esposizione 'intima': vasi da notte, catini e brocche", che a Cerro di Laveno Mombello (Varese) inaugura, sabato 13 aprile alle ore 16, la riapertura del Museo internazionale design ceramico dopo la conclusione di buona parte dei lavori di restauro di Palazzo Perabò.
La mostra, a cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana, mette in scena quei “servizi da camera” (così definiti nei cataloghi della SCI Società Ceramica Italiana di Laveno) immancabili in ogni abitazione fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: brocche, catini lavamani, pitali, portasaponi, brocche per versare l’acqua, a volte organizzati su appositi mobiletti.
Dei trenta servizi da camera in collezione, la quasi totalità proviene da un deposito della Società Ceramica Richard-Ginori del 1968, acquisito dal comune di Laveno nel 2020, e racconta un affascinante capitolo sulla storia delle arti decorative.
Il marchio della SCI compare in pochissimi esemplari (un servizio con una decorazione lungo il corpo a girali dai tratti spessi intervallata da fiori dai colori accesi; uno dalle forme sfaccettate e sui toni dell’arancione; un terzo decorato con scene orientali, proveniente da una più recente donazione) e pochissimi ma significativi sono i pezzi della Richard o della Richard-Ginori (databili pre e post 1896, anno della fusione tra la manifattura toscana e quella milanese). Sono invece ben rappresentate le manifatture di Villeroy & Boch, antesignana nella cultura del bagno, e quella alsaziana di Sarraguemines. Sul retro di alcuni pezzi non compare nessun marchio, rendendo impossibile, al momento, definirne una paternità.
«Siamo – come rilevano gli organizzatori - di fronte a una sorta di campionario di idee e suggestioni: gli artisti della SCI ne studiavano le forme, i decori, i dettagli; prendevano ispirazione per definire e approfondire le linee di produzione da mettere nel catalogo della manifattura. E il confronto è possibile proprio sfogliando le pagine del catalogo degli articoli in porcellana opaca per uso domestico pubblicato nel 1926».
Sempre sabato 13 aprile, sarà ufficialmente presentato il libro “Laveno e le sue ceramiche”, una guida ragionata alle sale permanenti del Museo. Il volume, curato da Giorgio Sarti e corredato da un ricco apparato iconografico, ripercorre i centocinquanta anni di storia della manifattura ceramica di Laveno, raccontando la storia, gli artisti e le esposizioni che hanno reso celebre la produzione lavenese nel mondo.
Info: Museo Internazionale Design Ceramico Laveno Mombello (Va), Un’esposizione “intima”: vasi da notte, catini e brocche, a cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana, affiancamento alla ricerca iconografica Giorgia Cerati.
Apertura: 13 aprile–12 maggio 2024; orari: mer-gio 10-13/ven-sab-dom 10-13/15-18. Biglietti: intero 6 euro, ridotto 3 euro. Informazioni: segreteria@midec.org; tel. +39 0332.625 551.
Immagini, Museo Internazionale Design Ceramico Laveno Mombello 

Laveno Mombello, “La fauna umana” di Dietrich Bickler

Mostra personale dal 21 luglio al 24 settembre 2017 al Museo della ceramica di Cerro
Bickler, "In attesa"

Il genio ironico e il talento artistico naturale di Dietrich Bickler sono il leitmotiv della mostra personale “La fauna umana", aperta da venerdì 21 luglio a domenica 24 settembre 2017 a Palazzo Perabò di Cerro di Laveno Mombello (Varese).
Con i suoi ritratti a olio e disegni satirici in tecnica mista –annota Maria Grazia Spirito, conservatore del Museo Internazionale del Design Ceramico – «Bickler indaga la figura umana con sorridente partecipazione alle sventure comuni, alle miserie, alle grandezze e ai limiti di ciascuno». Nelle sue opere «non c’è denuncia, ma solo una divertita constatazione di una umanità che vive di verità frammentate e contraddittorie».
L’artista di origine tedesca vive in Italia dal 1948. A Milano ha frequentato i corsi serali all’Accademia di Brera con Gino Moro e nel 1971 ha allestito la sua prima mostra personale a Milano. Da allora ne sono seguite circa centotrenta in Italia, Germania, Svizzera. «In particolare – ha dichiarato Bickler - mi dedico al paesaggio mediterraneo, al ritratto e alla satira. Che campo straordinario è la fauna umana! Quant'è bello e brutto, simpatico e atroce, attraente e ripugnante, interessante e anche noiosissimo questo formicaio, dove ognuno è convinto di essere il centro dell'universo! Io ne faccio parte».
ORARIO: lunedì chiuso e 15 agosto chiuso; martedì 10-12.30, da mercoledì a venerdì 10-12.30 e 14.30-17.30, sabato e domenica 10-12.30 e 15-18. Biglietto: intero, euro 5; ridotto, euro 3; bambini fino a 14 anni, ingresso gratuito. INFO: 0332/625551.  

Quella Villa Clara dei Branca che ospitò la regina Vittoria

La ricerca di Federico Crimi nel 36esimo volume della rivista Verbanus, che sarà presentato a Laveno il 26 maggio

Ancora un tuffo nella piccola e grande storia del lago Maggiore e ancora una galleria di personaggi locali di conclamata rinomanza o sfumata notorietà nell’ultimo numero di “Verbanus”. Il nuovo numero della Rivista annuale della Società dei Verbanisti “rassegna per la cultura, l’arte, la storia del lago”, apparsa per la prima volta 36 anni orsono, sarà presentato a Laveno il 26 maggio (ore 18) nella Biblioteca comunale.
Tra gli argomenti delle 350 nuove pagine del volume primeggia, per novità e segnalazioni sconosciute, quello di Federico Crimi, che ha studiato Villa Clara di Baveno, oggi proprietà della famiglia Branca (quelli del famoso Fernet), ricostruendone la storia che per ora era nota soprattutto per aver ospitato nel 1879 la Regina Vittoria d’Inghilterra.

Vari e vasti gli studi e gli approfondimenti sulle sponde piemontese e lombarda e sulla parte svizzera. La carrellata di figure e avvenimenti spazia dall’estinta famiglia dei Crivelli al cardinale Cesare Monti, dagli intraprendenti emigrati gemoniesi in Etiopia all’astuto parroco di Cadero con Graglio che nel 1892 burlò i gendarmi svizzeri e naturalmente ad altri e numerosi scritti relativi all’area piemontese e rossocrociata.
Curiosità e nostalgia affiorano da vari argomenti riguardanti la sponda lombarda. Possono bastare titoli come “I fiammiferi di Porto, 1862-1863”, “Un <delitto d’onore>, tradimento e pistola” a Bosco Valtravaglia nel 1885, “I diritti di pesca Crivelli” a Luino tra il 1779 e il 1824, “La stazione internazionale” nel 1880 circa con una fotografia d’epoca, “L’Inferno al Teatro Sociale” sulla proiezione del film “L’Inferno” a Luino nel 1911 che ebbe tra i suoi registi anche il luinese A. Padovan, “Altre traversie per Vincenzo Peruggia” (vicenda del 1916 del celebre trafugatore della parigina Gioconda).
La Società dei Verbanisti è stata costituita nel 1981 dal libraio-editore Carlo Alberti e dagli studiosi Pierangelo Frigerio, Claudio Mariani, Pier Giacomo Pisoni, Franco Vercelotti. Sede: Il Chiostro, via Fratelli Cervi 14, Verbania (indirizzo mail: info@societaverbanisti.it).

Laveno Mombello, rievocata la battaglia garibaldina del 1859

L'amministrazione comunale ha organizzato mostra, sfilata e ricostruzione storica
Laveno-Castello-foto Comune Laveno

A Laveno Mombello il bel tempo ha incorniciato, domenica 26 maggio, la rievocazione storica dello scontro della notte tra il 30 e il 31 maggio del 1859 fra le truppe austriache di stanza nei forti di Laveno e i Cacciatori delle Alpi. Nella mattinata sono sfilati per le vie del centro gruppi in divisa accompagnati dalla Filarmonica "G.Verdi", mentre nel pomeriggio rappresentanti dei due eserciti hanno percorso il viale Fnm e, al termine, hanno dato luogo alla battaglia storica in piazza Matteotti.
La manifestazione è stata organizzata dall'amministrazione, guidata dal sindaco Graziella Giacon, in collaborazione con Ugo Francesco Fichtner di Besozzo, l'associazione storico-culturale “Cannoni e Moschetti” di Medole (Mn) e il Gruppo storico di Montichiari. La ricostruzione della vicenda è stata affidata a Giuseppe Armocida (Università dell'Insubria). Una mostra di documenti originali dell’epoca è stata allestita dal 20 al 24 maggio presso la Banca Popolare di Bergamo.

SCONTRO TRA GENERALE URBAN E CAMICIE ROSSE
Il 23 maggio 1859 Garibaldi sbarca a Sesto Calende e punta direttamente su Varese, momentaneamente abbandonata dagli austriaci. Da Gallarate il generale Urban parte con il suo corpo d'armata e fa sloggiare Garibaldi e i suoi uomini, occupando Varese. Garibaldi contrattacca e ordina a Bixio di distaccare alcune compagnie di Cacciatori delle Alpi per conquistare i forti di Laveno, principalmente il forte Castello. L'attacco doveva, da una parte, coprire il fianco sinistro dei Cacciatori delle Alpi dai circa 600 soldati austriaci delle varie armi stazionanti a Laveno e, dall'altra, assicurare un agevole rifornimento delle sue truppe attraverso il lago, controllato dalla flotta austriaca che a Laveno aveva una importante base navale.
Lo scontro avvenne nella notte tra il 30 e il 31, ma fallì per molteplici cause. Innanzi tutto, la chiesa di S. Maria, adiacente al cimitero, era stata adibita dagli austriaci a polveriera e le guardie, pur essendo sopraffatte, riuscirono a dare l'allarme. Sembra poi che la guida che doveva condurre i garibaldini al forte Castello abbia perso la strada o, peggio, li abbia fatti di proposito girare a vuoto cosicché, quando riuscirono ad arrivare all'entrata del forte, furono accolti da una nutrita scarica di fucileria e da colpi di cannone sparati a mitraglia. Morti e feriti si contarono numerosi da ambo le parti. I feriti dei Cacciatori delle Alpi furono ricoverati nell'ospedale di Cittiglio. Nella stessa notte Bixio cercò di attaccare Laveno dal lago con una eterogenea "flotta" di imbarcazioni, ma fu anch'egli respinto.
Il numero dei morti austriaci non si seppe mai. La persona che divenne proprietaria della collina e del forte dopo la cacciata degli austriaci, al fine di recuperare i resti dei caduti delle due parti che sembrava fossero stati sepolti là dove erano caduti, fece piantumare la collina, sino a quel momento brulla, con migliaia di pianticelle. I resti dei caduti ora giacciono sepolti all'interno del forte.  
Quale importanza ebbe l'opera di Garibaldi nello svolgimento della seconda guerra d'indipendenza? Tenendo impegnato il suo corpo d'armata, impedì a Urban di congiungersi con le truppe schierate sul Ticino nella zona di Buffalora e di Magenta. I francesi poterono così vincere a Magenta ed entrare a Milano, costringendo, di fatto, l'intero esercito austriaco a ritirarsi oltre il Mincio. 

Condividi contenuti