Edizione n. di mercoledì 15 gennaio 2025

Canton Ticino

AlpTransit si avvicina e i terminal aumentano

A Lugano accordo tra Hupac, Cemat e Fs

(gi) L'AlpTransit bussa alle porte e, dopo il 2017, un'ondata di traffico merci si profila per le ferrovie italiane. Il nuovo tunnel scaricherà un vortice di convogli sempre più lunghi e pesanti su una rete non sempre in grado di sostenerne l'impatto. Problemi spinosi sono l'adeguamento delle gallerie e il dimensionamento delle rotaie a serpentoni di 750 metri e 2000 tonnellate.
Se le Fs ancora non hanno definito come e dove faranno confluire la valanga, le aziende trasporti invece sanno bene quel che vogliono e si attrezzano ai tempi. Prova è il Forum di Trasporti "AlpTransit, opportunità per l'economia" organizzato da Hupac l'11 maggio a Lugano in occasione della propria 45ª assemblea generale.
Mobilità intermodale
La multinazionale elvetica spinge per la linea Bellinzona-Luino-Novara, impareggiabile valvola di sfogo del traffico del Gottardo, e la Lombardia è impegnata nello sviluppo della mobilità intermodale e nella movimentazione sostenibile delle merci.
I terminal intermodali rappresentano il futuro del traffico merci. Come ha osservato l'assessore regionale Raffaele Cattaneo, attualmente in Lombardia transitano su rotaia solo 24 dei 400 milioni di tonnellate movimentate. Troppo poco per un territorio che nel comparto della logistica vanta una ricchezza di oltre 10 miliardi di euro prodotta da 18.000 imprese e oltre 90.000 addetti. Un passo avanti notevole è pertanto l'intesa siglata tra Hupac, Cemat (azienda intermodale del Gruppo Fs) e Fs (era presente l'ad Mauro Moretti) per creare nuovi terminali.
Valanga merci
Con l'apertura della nuova galleria AlptTansit si prospetta l'aumento di traffico merci su ferrovia da Sud. Per Cattaneo, «nel 2019 dovremo essere in grado di assorbire circa 1.200.000 spedizioni annue di traffico combinato in aggiunta alle 900.000 dell'anno precrisi 2008».
La Lombardia manca di interporti, ma è la regione italiana dalla fitta rete di terminal. A Busto/Gallarate (Va) l'impianto Hupac è passato da circa 3 milioni di tonnellate annue a 6. A Segrate (Mi) il terminal intermodale ha superato i 2 milioni di tonnellate/anno. La realizzazione dei due nuovi impianti di Mortara (Pv) e Sacconago di Busto Arsizio (Va) ha permesso di sopportare una capacità operativa di altri 3 milioni di tonnellate.
In Lombardia un gruppo regionale dovrà individuare interventi utili alla mobilità delle merci a partire dallo sviluppo di una rete infrastrutturale dedicata. Uno di questi dovrà consentire il trasporto su ferro delle merci cosiddette "ad altezza 4 metri" sulla Milano-Mortara-Novara, oggi bloccate da alcuni impedimenti lungo il percorso. Interventi che daranno nuova linfa al polo di Mortara.
La Bellinzona-Luino-Novara continuerà a veder crescere il traffico merci. I contraccolpi - in primo luogo l'inquinamento acustico - per il territorio non saranno lievi. Sul versante ticinese le popolazioni hanno già ottenuto barriere antirumore e sono in stato di allerta contro l'intensificazione dei convogli. E da noi? Per ora, tutto tace. 

Locarno, dal lungolago prime partenze per il mare

In un servizio della Radiotelevisione della Svizzera Italiana i turisti pionieri dell’idrovia Lago Maggiore-Venezia
Lago Lugano, panorama, foto Daniele Cazzaiga

Sembra di assistere alle imprese dei pionieri dei primi voli aerei. Il progetto dell’Idrovia Locarno-Venezia esiste da tempo, ma acquista sempre più consistenza. Dall’inizio dell’estate il collegamento si è fatto notevolmente più concreto.
Sul lungolago di Locarno un gruppo di turisti acquista un biglietto per una destinazione finora straordinaria. Sono diretti in nave a Venezia e resteranno a bordo per ben nove giorni, senza fare un metro che non sia sull’acqua.
La particolare crociera viene raccontata dal giornalista Massimo Cappon nel servizio “Un biglietto per il mare” della rubrica settimanale Falò, in onda sul canale LA 1 (giovedì 17 agosto, ore 21.05; venerdì 18 agosto, ore 00.50; sabato 19 agosto, ore 12.45) e sul canale LA 2 (sabato 19 agosto, ore 00.40) della Radiotelevisione della Svizzera Italiana. Un viaggio alla scoperta delle meraviglie naturali del Ticino e del Po, ma anche delle attrazioni culturali e gastronomiche che punteggiano le loro sponde, da Milano a Pavia e poi giù verso Cremona, Ferrara e ovviamente Venezia.
Nella stessa edizione la nota rubrica televisiva rossocrociata trasmetterà un’inchiesta di Roberto von Flüe e Marco Dalla Fiore sulle “Acque sporche” nel lago Ceresio e, in genere, nei laghi e nei fiumi della Svizzera Italiana. 

Catamarani estremi, weekend spumeggiante a Lugano

Il terzo round della XCAT World Series sta per animare le tranquille acque del lago Ceresio
dalla locandina

Da venerdì 3 giugno quattordici multiscafi con motori Mercury Racing da 800HP e 200 Km/h di velocità massima (XCAT sta infatti per eXtreme CATamaran Catamarani estremi) si sfideranno nuovamente su un circuito di 7,78 Km posto di fronte alla città di Lugano dopo la seconda tappa della serie che si è svolta nel mese di aprile nelle acque di Dubai (EAU).
Sfida letteralmente spumeggiante tra i vincitori delle gare precedenti di Fujairah e Dubai, Nadir bin Hendi e Arif Al Zaffain, del Victory Team emiratino, e la coppia svedese formata da Miakel Bengtsson e Erik Starh che insegue in classifica generale tenendo alti i colori della Swecat Racing.
Ma anche gli altri equipaggi, tra cui gli Italiani Amato e Testa di Carpisa-Yamamay in quinta posizione generale, non saranno da meno. Ci si aspettano medie sul giro elevate e altissime velocità di punta poiché il lago garantisce un moto ondoso ridotto rispetto agli specchi d'acqua marini delle precedenti tappe. Lo spettacolo di queste barche sgargianti e velocissime sarà sicuramenteestremo.

Le qualifiche si svolgeranno sabato 4 dalle 10.30, la gara si terrà domenica 5 a partire dalle 15.30.
Nel corso del weekend si terrà a Lugano anche un’altra manifestazione legata al mondo della nautica: la terza edizione del Nassa Boat Show. Per quattro giorni Via Nassa, la via dello shopping per eccellenza di Lugano si trasformerà in una passerella di imbarcazioni. Dai pescherecci agli yacht, dai gommoni ai motoscafi storici: tantissime tipologie di barche si metteranno in mostra lungo la via che fu dei pescatori e che riscoprirà per qualche giorno la sua antica vocazione.
Si raccomanda di prestare attenzione a circolazione e parcheggi che saranno condizionati dall'evento. Informazioni aggiuntive sono disponibili seguendo questi link:
http://www.xcatlugano.ch/
http://nassaboatshow.ch
http://xcatracing.com
Daniele Cazzaniga

Ferrovia Lugano-Malpensa, «accordo su una soluzione provvisoria»

Tra Canton Ticino e Lombardia per ora solo “chiarimento positivo” – Impegno comune per chiudere la questione entro il 2018
Lugano-Malpensa

«Accordo su una soluzione provvisoria per partire nei tempi previsti e, nel frattempo, lavoro per una soluzione definitiva - entro la fine del 2018 - che contempli tutte le esigenze di Lombardia e Cantone Ticino». Questo, per Roberto Maroni, il risultato del faccia a faccia del 5 luglio 2017 a Coldrerio (Svizzera) con il presidente del Consiglio di Stato ticinese Manuele Bertoli sulla tratta ferroviaria Lugano-Malpensa.
Il governatore lombardo era accompagnato dagli assessori Alessandro Sorte e Francesca Brianza e ha dichiarato come «il dibattito degli ultimi mesi abbia portato a un chiarimento positivo. Le incomprensioni possono capitare, l'importante è trovarsi e chiarirsi, come abbiamo fatto noi oggi».

MOTIVI DEL CONTENDERE
Le «incomprensioni» hanno toccato i servizi ferroviari sulla tratta della linea S40 (Como-Chiasso-Mendrisio-Varese) verso Malpensa.
Bellinzona accusava l’Italia di voler dirottare il servizio diretto verso Malpensa dalla linea S50 Lugano-Mendrisio-Varese alla S40 Como-Chiasso-Mendrisio-Varese e minacciava lo stop al cofinanziamento da due milioni di euro.
La reazione di Palazzo Lombardia non s’era fatta attendere e non era stata sfumata. «Le dichiarazioni del Consiglio di Stato del Canton Ticino non rispondono al vero» aveva dichiarato il 28 giugno l’assessore ai trasporti Alessandro Sorte e, a conforto delle sue affermazioni, aveva ricordato riferimenti precisi.
«Le modifiche al servizio ferroviario tra Varese e Malpensa rispetto a quanto previsto dall'Intesa del 25 novembre 2011 – spiegava Sorte - sono state discusse e concordate in diversi incontri tecnici tra gennaio e giugno tra il Cantone e la Regione nei quali si è evidenziata l'opportunità di rendere più appetibili i collegamenti con Malpensa, distanziando le corse in maniera più efficiente. Ciò è stato possibile solo prolungando a Malpensa il servizio proveniente da Como, poiché il Cantone non ha acconsentito a ruotare di 30 minuti i propri servizi pur lasciandone le frequenze invariate».
LOMBARDIA: «IMPEGNI ONORATI»
«La Lombardia - aveva aggiunto Sorte - in fase di aggiornamento dell'accordo ha ritenuto di dover attualizzare le previsioni alla mutata situazione odierna. Anziché portare a Malpensa un servizio che parte da Bellinzona, ha proposto di far arrivare nello scalo varesino la linea proveniente da Como per evitare l'inefficienza di avere due treni diretti da Varese a Malpensa a distanza da 5 minuti l'uno dall'altro. In alternativa ha proposto al Cantone di modificare i propri orari di 30 minuti così da rendere più efficiente il sistema. Il Cantone per ora non intende attuarla, pertanto ha accettato la soluzione proposta non mantenendo però l'impegno di cofinanziare il servizio su Malpensa come previsto dall'Intesa. La Regione dal canto suo onora gli impegni assunti nell'Intesa vigente, tanto é vero che ha finanziato l'acquisto di treni bitensione dedicati al servizio e non viene meno all'impegno di finanziare il servizio su Malpensa».
RISPETTO ACCORDO 2011
Basterà il «chiarimento positivo» di Coldrerio a chiudere definitivamente lo scontro tra Milano e Bellinzona? Per ora, è solo armistizio. Le spinte locali sono forti, ma comune appare tuttavia l’interesse al decollo del collegamento diretto tra Bellinzona/Lugano e Varese/Malpensa.
Toccherà ai tecnici trovare elementi per un compromesso e, naturalmente, ai politici alzare lo sguardo oltre il proprio recinto. Per arrivare al prolungamento della S50 fino a Malpensa, ci sono da risolvere varie altre questioni. Prima fra tutte, bisogna risolvere le interferenze con il Piemonte lavorando sugli orari. «Per farlo – ha precisato Maroni - ci vogliono più di sei mesi di tempo e il coinvolgimento di Rfi e Regione Piemonte».
L'obiettivo temporale è entro la fine del 2018. «L'impegno preso nel 2011 - ha concluso Maroni – viene confermato. Bisogna solo intervenire sul piano tecnico per risolvere alcuni problemi, cosa che siamo tutti impegnati a fare e sono certo che ci riusciremo». 

Galleria Monte Ceneri, verso il traguardo anche il terzo cantiere di Alptransit

Sopralluogo della delegazione Ue Commissione Coter – Adeguamento delle linee ferroviarie italiane di Luino, Chiasso e Domodossola
Monte Ceneri veduta aerea
Monte Ceneri, Cattaneo (al centro) con la delegazione Coter e il console svizzero Baumann nella galleria del Monte Ceneri

Prima Lotschberg (34,6 chilometri) nel 2007, poi San Gottardo (57,1 chilometri) l’11 dicembre 2016 e, ora, Monte Ceneri (15,4 chilometri) dal 2020. Sono le tre gallerie del progetto Alptransit realizzato con tipica puntualità dalla Svizzera. Obiettivi: trasferire il maggior volume di traffico dalla strada alla rotaia, agganciare la rete ferroviaria europea ad alta velocità, collegarsi direttamente con l'asse Rotterdam-Anversa-Genova.
Il costo complessivo di Alptransit ammonta a circa 22 miliardi e mezzo di euro. A questa montagna di soldi vanno poi aggiunti altri 42 miliardi e 300 milioni di euro, investiti nei grossi ampliamenti previsti da Ferrovia 2000, nello sviluppo di 130 progetti dell'infrastruttura ferroviaria SIF, nel raccordo diretto con la rete ferroviaria europea ad alta velocità e nei collegamenti lungo l'asse Rotterdam-Anversa-Genova,

LAVORI A LUINO, CHIASSO E DOMODOSSOLA…
La colossale opera non solo risponde a un preciso mandato politico del popolo rossocrociato (1994), ma ha inevitabili e benefiche ricadute anche sul fronte italiano.
L’inaugurazione e la messa in servizio della Galleria di base del Ceneri sono previste per il 2020. La sua realizzazione comporterà un miglioramento delle interconnessioni con la Lombardia e l'istituzione di nuove linee ferroviarie da parte della TiLo (la società mista Ticino Lombardia).
Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha in corso interventi di potenziamento tecnologico e infrastrutturale per circa 500 milioni di euro lungo i tre valichi transfrontalieri di Luino, Chiasso e Domodossola, tra cui adeguamenti per consentire il transito di carichi alti fino a quattro metri, l’adeguamento del modulo dei binari allo standard europeo di 750 metri  e l’installazione di tecnologie di ultima generazione per incrementare la capacità di traffico merci e viaggiatori.
…E PROSSIMO TRAFFICO MERCI
Con il completamento del Ceneri, unitamente a quella del San Gottardo, si potrà ottenere un’unica linea ferroviaria quasi completamente pianeggiante, in grado di accogliere sul suo percorso treni merci dal peso complessivo di 2mila tonnellate.
A lavori completati, la capacità di traffico merci sarà di 390 treni al giorno a fronte dei 285 di oggi, di cui 170 al valico di Chiasso, 90 al valico di Luino e 130 al valico di Domodossola. Entro fine anno, con un investimento complessivo di 260 milioni di euro, è infine prevista l’attivazione anche della linea Arcisate–Stabio, che grazie all’interscambio di Gallarate consentirà di collegare facilmente l’aeroporto di Malpensa con le principali città della Svizzera centrale e meridionale.
SOPRALLUOGO EUROPEO
Ai cantieri della Galleria Monte Ceneri ha fatto visita, l’8 giugno 2017, la Commissione europea per le politiche di Coesione territoriale (Coter) a margine di un seminario sul tema della cooperazione transfrontaliera organizzato il giorno precedente al Joint Research Centre di Ispra (VA).
Il presidente Raffaele Cattaneo e la delegazione sono stati accolti a Sigirino dal presidente della Direzione generale di AlpTransit San Gottardo Renzo Simoni, il presidente del Consiglio di Stato del Ticino Manuele Bertoli, il presidente del Consiglio Cantonale ticinese Walter Gianora e il responsabile della comunicazione dell'Ufficio federale svizzero dei Trasporti Gregor Saladin. «I lavori procedono nel rispetto dei tempi previsti - ha sottolineato Cattaneo - ed entro il 2020 il sistema Alptransit sarà pienamente operativo. Sul fronte italiano dobbiamo adoperarci per rispettare i tempi di realizzazione per le opere complementari, dall'Arcisate-Stabio a quelle in programma in prossimità dei valichi di Luino, Chiasso e Domodossola, e sono fiducioso che ci riusciremo in modo puntuale».
GALLERIA DEL MONTECENERI
I cantieri del tunnel del Monte Ceneri sono stati illustrati dal direttore dei lavori Alberto De Col. Con i suoi 15,4 chilometri di lunghezza, la Galleria di base del Monte Ceneri rappresenta, dopo l’apertura della Galleria di base del San Gottardo, il secondo maggiore progetto di galleria della Svizzera.
Analogamente alla Galleria di base del San Gottardo, anche quella del Ceneri è costituita da due canne a binario unico, distanziate tra loro di circa 40 metri e collegate l’una all’altra ogni 325 metri attraverso cunicoli trasversali. Vista la sua lunghezza, non sono necessari cambi di corsia né stazioni multifunzionali. Su richiesta del Cantone Ticino è in corso di realizzazione la bretella Locarno–Lugano, che servirà anche a smaltire il traffico regionale ticinese, riducendo i tempi di percorrenza del tratto tra le due località dagli odierni 59 minuti a 31 minuti.
Per collegare la Galleria di base del Ceneri alla linea ferroviaria esistente sono in fase di costruzione altre opere al nodo di Camorino: tra di esse spiccano soprattutto il ponte a quattro binari sovrastante l’autostrada A2 e i due viadotti ferroviari.
Nelle foto: Il presidente Cattaneo (al centro) con la delegazione Coter e il console svizzero Baumann nella galleria del Monte Ceneri; veduta aerea del cantiere Alptransit 

Induno Olona, giù l’ultimo diaframma sulla ferrovia Arcisate-Stabio

Confermata per dicembre 2017 la riapertura della Varese-Porto Ceresio
Arcisate, ultimo diaframma 2017

Giù l'ultimo diaframma della galleria di Induno Olona e conferma della riapertura della Varese-Porto Ceresio per fine 2017. Queste le buone notizie sulla tratta della Arcisate-Stabio, che doveva essere pronta nel 2015 (come puntualmente – e con qualche anticipo persino – avvenuto nella parte svizzera) ed è ancora in corso d’opera.
A Induno Olona (Varese), lunedì 30 gennaio 2017, è stato abbattuto l’ultimo grande ostacolo al completamento della bretella ferroviaria tra Varese e Mendrisio. All’operazione erano presenti il ministro Graziano Del Rio e rappresentanti della Regione Lombardia, dell'impresa appaltatrice Salcef Spa e dei territori di Induno Olona, Arcisate, Cantello, Comunità Montana del Piambello e Provincia di Varese. «Questa è un'opera che attendevamo da tempo – ha dichiarato il governatore della Lombardia Roberto Maroni - e grazie alla collaborazione fra tutte le istituzioni abbiamo recuperato il ritardo che si era accumulato».
HUB VARESOTTO
Il termine dei lavori è fissato per dicembre 2017. «Con l'attivazione della nuova linea, ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte, Rfi ha assicurato anche che sarà riaperta la linea ferroviaria Varese-Porto Ceresio, interrotta dal 2009 per i lavori».
La nuova infrastruttura consentirà ai viaggiatori che arrivano dal Nord Europa di andare direttamente a Malpensa. «Quando l'aeroporto avrà la preclearance con gli Stati Uniti, diventerà ancora più importante e competitivo» è convinto Maroni.
La recente inaugurazione del collegamento T1-T2 di Malpensa e la realizzazione del collegamento T2-Gallarate, prevista nel Patto per la Lombardia siglato nel dicembre 2016 tra Maroni e l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, consentiranno alla provincia di Varese, secondo Maroni, di «diventare un vero 'hub', un punto di riferimento per il trasporto aereo per tutta l'Europa centrale».

OPERE COMPENSAZIONE
A Roma e alle amministrazioni locali si è riferito il consigliere regionale PD Alessandro Alfieri. «Governo e Rfi – questa la sua dichiarazione - hanno lavorato concretamente affinché venissero rispettati i tempi con le comunità locali. Il grazie più sentito va però ai cittadini di Arcisate e di Induno che hanno sopportato con grande responsabilità tutti i disagi che lo stallo del cantiere ha loro causato».
Il 19 gennaio 2016 Regione Lombardia ha sottoscritto un accordo con Comuni, Provincia e Rfi per la sistemazione della pista ciclabile della galleria dismessa a Induno Olona, per una nuova viabilità ad Arcisate e per la sistemazione della viabilità a Cantello.
ACCORDO SERVIZIO FERROVIARIO LOMBARDIA-TICINO
La Lombardia, d'intesa con il Canton Ticino, ha programmato un servizio ferroviario importante sulla nuova tratta Mendrisio-Varese. L’accordo, come ha precisato l’assessore Sorte, comporta un investimento di oltre 40 milioni di euro per l'acquisto di nuovi treni e un costo di circa 15 milioni di euro l'anno per il servizio. Inoltre, saranno definite le tariffe della nuova linea transfrontaliera «per promuovere l'uso della ferrovia».
A partire da dicembre 2017 saranno attivati progressivamente i seguenti servizi:
*Linea suburbana con un treno ogni 30 minuti tra Mendrisio e Varese con proseguimenti alternati verso Como e verso Lugano-Bellinzona;
*Prolungamento del sistema Suburbano fino a Malpensa ogni ora;
*Linea  veloce Malpensa-Lugano (Malpensa Express);
*Riattivazione del servizio sulla linea riqualificata Varese-Porto Ceresio. 

Rancate (Mendrisio), Dal Risorgimento all’esotismo nell’arte di Carlo Bossoli

Dal 20 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025 mostra nella Pinacoteca cantonale Züst
Domenico-Scattola_Ritratto-di-Carlo-Bossoli (foto Studio Esseci)
Album-Torelli_Carlo-Bossoli_Luigi-Torelli-colloca-il-tricolore-sulla-statua-della-Madonnina (foto Studio Esseci)

Artista ticinese di origine, italiano di adozione e giramondo per vocazione. È il ritratto di “Carlo Bossoli, Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente” al centro della mostra in programma in Cantone Ticino, dal 20 ottobre 2024 fino al 23 febbraio 2025, nella Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio) a cura di Sergio Rebora con il coordinamento scientifico di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla.
Tra gli artisti più apprezzati e contesi in Europa, Bossoli fu il “Nostro pittore di storia” per i Savoia e artista gradito alla regina Vittoria. Le sue vedute, i suoi quadri evocativi di vicende storiche, i suoi ritratti erano ricercati non solo da re e principi, ma anche dalla migliore nobiltà e dalla borghesia più sofisticata.
Nato a Lugano nel 1815, muore a Torino nel 1884, ma, per sua esplicita richiesta, viene seppellito nel Cimitero di Lugano, la patria che, nonostante la vita cosmopolita, non aveva mai smesso di frequentare e di amare.
Pittore “girovago”, si allontana ancora bambino, al seguito della famiglia, da Lugano a Odessa, dove il governatore, conte Michail Voroncov, e sua moglie Elizaveta, gli affidano lavori di grande prestigio per abbel­lire la città. Tornato nel 1840 in Italia, documenta a Milano gli avvenimenti delle Cinque Giornate del marzo 1848.
Il suo eccletismo lo porta  in Ighilterra, Irlanda, Russia, Spagna, Marocco e altri Paesi ancora. Dal 1853 risiede a Torino con la sorella Giovanna e il nipote Francesco Edoardo (Odessa, 1830 – Torino, 1912), anch’egli artista, a cui è dedicata una sezione in mostra. Qui costruisce un’affascinante dimora in stile orientaleggiante, a ricordo dei suoi viaggi.
La mostra riunisce più di cento opere dell’artista e di suo nipote, a documentare tutti i molteplici aspetti d'arte. Sono prestiti concessi da istituzioni pubbliche italiane e svizzere e da importanti collezioni private. Molte sono esposte per la prima volta. Accompagna la rassegna un catalogo interamente illustrato, curato da Sergio Rebora affiancato da un gruppo di studiosi svizzeri e italiani.
Nelle foto (Studio Esseci): Ritratto di Carlo Bossoli di Domenico Scattola; Luigi Torelli colloca il tricolore sulla statua della Madonnina; Veduta di Lugano Piazza Grande; Notturno al Colosseo. 

Corridoio ecologico Ceresio-Adriatico, via al progetto tutela delle anguille

All’intesa, finanziata anche da UE e Canton Ticino, partecipano Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Aipo
CREVA-Corridoio pesci, lavori 2014

Il corridoio ecologico Ceresio-Adriatico, che passa per il fiume Tresa a Luino, il lago Maggiore, i fiumi Ticino e Po, sta per entrare in servizio. Primi “clienti” della “Autostrada dei pesci” dal lago di Lugano al Mare Adriatico, riattivata dopo oltre mezzo secolo, saranno le anguille, che accusano dagli anni '80 un decremento pari al 99%, tanto che la specie è stata classificata come 'critically endangered'.
L’11 settembre 2017 è stato presentato Il progetto per la conservazione della specie Life per l'anguilla, che coinvolge Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Aipo e le Università di Bologna e Ferrara. Il finanziamento è sostenuto anche da Unione Europea (60%), Canton Ticino (già messi 200.000 franchi) e altri cofinanziatori.
GESTIONE UNITARIA DELLA PESCA
Il progetto di tutela e conservazione dell'anguilla, naturale sviluppo del progetto 'Conflupo', è stato inserito tra le azioni previste dal protocollo 'Pesca sostenibile Fiume Po', redatto dal Tavolo tecnico divenuto, il 15 giugno 2017, Consulta per la gestione della pesca e la tutela del patrimonio ittico nel Po. «Un primo tentativo, sottolineava nell'occasione l’assessore regionale all'agricoltura della Lombardia Gianni Fava, per superare, tra le altre cose, una gestione divisa e non coordinata tra 13 province con 13 regolamenti autonomi e indipendenti della pesca».
AZIONI PREVISTE
L’area abbraccia il bacino idrografico del Po nelle quattro regioni interessate dalla specie e comprende la riconessione e sviluppo dell'anguilla nei laghi Maggiore, Lugano e Garda.
Tra le principali azioni previste lungo i corsi d'acqua figurano: 1) passaggi specifici per pesci e anguille e sistemi di monitoraggio; 2) interventi di 'restituzione' verso il mare aperto dei riproduttori maturi, per supportare la riproduzione della specie; 3) supporto alla popolazione selvatica tramite riproduzione artificiale, anche a salvaguardia delle attività socio-economiche collegate allo sfruttamento della specie.
DA CREVA A ISOLA DEI SERAFINI
A Creva di Luino (Varese), il 5 maggio 2014, fu inaugurata la “scala” alla centrale idroelettrica sul fiume Tresa, che consente gli spostamenti delle specie ittiche dei laghi Maggiore e Ceresio.
L’ultima tappa dei lavori è stata, il 27 febbraio 2017, la messa in funzione del passaggio per pesci sulla diga della centrale idroelettrica di Isola Serafini (Piacenza). Dopo oltre 50 anni è stata così ripristinata la connessione ecologica del Po e riaperto il corridoio che, attraverso il fiume Ticino e il lago Maggiore, collega l'Adriatico sino a Lugano.
Il contesto agisce direttamente sulla conservazione di 40 specie ittiche native; di queste almeno 15 sono endemismi o sub-endemismi, presenti nel reticolo idrografico del Po, come lo storione cobice e l'anguilla. 

Canton Ticino e Lombardia, quella frontiera non solo geografica

Continua la serie di “incontri” e “verifiche” italiani contro cantieri e programmi politici elvetici

Mercoledì 29 marzo 2017, a Bellinzona, vertice del Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino con la presidenza della Lombardia. Sabato 1 aprile 2017 inizio chiusura notturna sperimentale (dalle 23 alle 5) per sei mesi di tre valichi minori di frontiera (Ponte Cremenaga, Novazzano-Marcetto, Pedrinate), senza preventiva informazione o accordo con la parte italiana. Martedì 7 aprile a Mezzana (Canton Ticino) riunione della Regio Insubrica dedicata alla “chiusura notturna dei valichi secondari tra la Svizzera e l’Italia” e, contemporaneamente, a Milano in Consiglio regionale approvazione mozione Pd contro la chiusura ma voto contrario della Lega…
Tra il Canton Ticino e la Lombardia (entrambi a guida centrodestra) continua la doccia scozzese a suon di belle parole (da parte italiana) e di perentorie decisioni (ticinesi) su libera circolazione e tutela lavoratori frontalieri, nuovo albo per le imprese artigiane, completamento Alptransit, Monte Ceneri, Arcisate-Stabio, strategia macroregionale Eusalp.
“CONFRONTO”
A Bellinzona, il 29 marzo, la delegazione lombarda, guidata dal presidente dell’assemblea Raffaele Cattaneo e composta dalla consigliera segretario Daniela Maroni (Lista Maroni) e dai consiglieri Mauro Piazza (Lombardia Popolare), Luca Gaffuri (PD), Silvia Fossati (Patto Civico) e Paola Macchi (M5Stelle) e Francesca Brianza (Lega), è stata accolta dal presidente del Gran Consiglio ticinese Fabio Badasci. L’incontro seguiva quello che si era tenuto - sempre su temi analoghi - nel luglio del 2013 a Milano, quando la delegazione ticinese era allora guidata dal presidente del Parlamento cantonale Alessandro Del Bufalo.
Quali i risultati? Questo il giudizio di Cattaneo: <Un incontro positivo che ci ha permesso di confrontarci e approfondire molte questioni, consapevoli che condividiamo frontiere comuni e quindi abbiamo interessi comuni a ricercare soluzioni condivise. Su alcuni temi già abbiamo trovato sintonia, su altri abbiamo avviato un dialogo e un confronto costruttivo con l'obiettivo di raggiungere la migliore mediazione possibile che rispetti le esigenze di tutti>.
Il Canton Ticino, insomma, va per la sua strada e la Lombardia <approfondisce>, <si confronta>, <ricerca soluzioni condivise> su temi spinosi come libera circolazione e legge sulle imprese artigianali (LIA), mobilità e infrastrutture, cooperazione transfrontaliera (Eusalp).
FRONTALIERI…
Il 28 marzo – vigilia dell’incontro – in parlamento ticinese ha preso il via un progetto di legge che concretizza il principio della preferenza dei lavoratori svizzeri nelle assunzioni (conseguente allo scrutinio popolare ticinese sull’iniziativa costituzionale “Prima i nostri!”) e propone l'adozione di nuove misure contro il dumping salariale.
Nella sostanza il datore di lavoro ticinese potrà assumere un lavoratore proveniente da Paesi frontalieri solo se avrà dimostrato di non aver potuto assumere, a pari qualifica professionale, un candidato svizzero o straniero in possesso di speciale permesso di tipo C, B o L. Una iniziativa legislativa che il capo del gruppo parlamentare La Destra Gabriele Pinoja ha giustificato come misura motivata dalla crescente richiesta popolare ticinese di intervenire in tale direzione, spiegando che la disoccupazione nel Cantone ha raggiunto livelli record superiori al 6% e aumentano le richieste di ammortizzatori sociali.
…E ARTIGIANI
La legge LIA costringe le imprese artigiane interessate a lavorare in Cantone Ticino a iscriversi al nuovo albo LIA. I costi annuali possono raggiungere anche i 4.300 franchi (oltre 4mila euro) e richiedere un forte dispendio di tempo per l'espletamento delle relative pratiche burocratiche. Che cosa cambia? Per ora, nulla.
INFRASTRUTTURE
Ancora meno favorevole per l’Italia la questione dei trasporti. Il Canton Ticino può contare su progetti e opere sempre coerenti e realizzati. Sulla bretella ferroviaria Arcisate (Varese)-Stabio (Mendrisio) il Canton Ticino ha dalla sua una tratta conclusa entro i termini (2015), mentre la Lombardia attende – sempre facendo scongiuri – di tagliare il traguardo entro il prossimo dicembre 2017 (due anni di ritardo).
Entro poi il 2020 sarà inaugurata anche la Galleria Monte Ceneri, che completerà Alptransit, mentre sul fronte lombardo è ancora in ballo l’adeguamento della rete ferroviaria (gallerie, passaggi a livello, stazioni) al nuovo traffico.
Conclusione: mentre da parte italiana si spera ancora in “altri incontri” e “nuove verifiche” all’insegna probabilmente di una immaginaria sintonia politica, in Svizzera si marcia a colpi di lavori realizzati e tutele giuridiche immediate.

Sessa (Canton Ticino), la Miniera d’oro verso la riapertura

Al traguardo il risanamento di oltre 600 metri
Miniere Sessa, foto Fondazione Malcantone

La miniera di Sessa torna a far parlare di sé. Non che sia mai finita nel dimenticatoio, troppo importante per il Canton Ticino, in particolare la regione del Malcantone, e per le vicine zone italiane (Dumenza, ad esempio, immediatamente sul confine). Tutte ne hanno tratto beneficio quanto a lavoro, economia e immagine, qui e nel mondo. Ora è di nuovo al centro dell'attenzione per un progetto di risanamento avviato, che integra nell'oggi un'antica e onorata storia e la fa rifiorire.
Merito della capacità di guardare avanti, di non vedere il passato chiuso in un bozzolo, di trovare progettuale intesa; merito della capacità di affiancamento e della lungimiranza dell'opinione pubblica. Insomma, una volta ancora, sotto lo sguardo del Tanaro, del Gradiccioli, del Lema e tra le valli bagnate dalle acque del Ceresio e del fiume Tresa, è entrato in funzione quel meccanismo dinamico tipicamente svizzero che le mete non solo le annuncia e propaganda ma le raggiunge.
Il Malcantone è caratterizzato dalla varietà del paesaggio, fatto di montagne, colline, fiumi, laghi. In più, il suo sottosuolo possiede un vasto patrimonio minerario, tanto che è inserito nell’Inventario nazionale con la motivazione “Distretto minerario fra i più grandi della Svizzera attivo dal 1800 per l’estrazione di minerali industriali (oro, argento, piombo, ferro, eccetera) di grande interesse per la sua estensione, la storia, l’ampia documentazione e per le implicazioni socio-economiche”.
UN PIONIERE DEL 1785
Di sfruttamento di miniere si parla fin da un documento del 1785. Lo ricorda un opuscolo edito nel 2006 dal Museo Svizzero dell’oro di Burgdorf con edizione italiana curata dal Museo Cantonale di Storia naturale di Lugano. In quell'anno Giovanni Battista Trezzini chiese al Landvogto Wild il permesso di cercare oro nella regione di Astano. La richiesta fu respinta, ma successivamente «a fasi alterne» e secondo la legislazione che man mano veniva perfezionandosi si cominciò a sfruttare la vena.
Il percorso che si avviò fu lungo, complesso e continuamente in evoluzione. Gli scavi progressivamente, in base alle esigenze e al materiale in cui ci si imbatteva, si estendevano a nuove zone, si fermavano, si spostavano; le concessioni si rinnovavano insieme ai nomi di chi le conduceva, ma potevano anche interrompersi, come avvenne allo scoppio della seconda guerra mondiale. I lavori sarebbero ripresi a fine conflitto, per terminare pochi anni dopo, nel 1953.
RISANAMENTO
Complessivamente la miniera si sviluppa su 1900 metri di cui 870 agibili. La parte che interessa il risanamento è di 623 metri. Comprende un cunicolo principale di 346 metri, da cui partono gallerie secondarie con pozzi e macchinari utilizzati un tempo per le estrazioni.
IL MUSEO DELLA MINIERA
Il Museo della miniera d’oro di Sessa possiede una collezione di reperti con materiale, equipaggiamento, documenti, piani, libri contabili. Non manca il riferimento ad eventi drammatici che coinvolsero i minatori.
PROGETTO DI RECUPERO
A seguire e interpretare prima l'idea, poi la messa in opera di un progetto di recupero all'interno di una visione ampia e complessiva l'Associazione Acqua Fregia e la Fondazione Malcantone (già Ente turistico del Malcantone). «La miniera d’oro di Sessa, sottolinea l'Associazione Acqua Fregia, oltre a presentare le peculiarità della tecnica estrattiva, costituisce un importante elemento per la valorizzazione storico, culturale e turistica, non solo per il Malcantone e il Luganese, ma anche per tutto il Cantone Ticino. La miniera ripristinata costituirà un'attrattiva turistica unica nel suo genere».
APERTURA
Per la miniera sta adesso per avviarsi un nuovo viaggio. Ormai si parla di formazione di volontari che accompagnino e illustrino, di visitatori, di offerta tematica, di agganci e rilancio per altre realtà territoriali, di organizzare, proporre... Cioé si parla di apertura. Imminente. A quanto si dice, potrebbe già essere nella prossima estate. Nel frattempo, in attesa di poter accedere direttamente alla storia di un patrimonio dall'impronta unica e a ciò che ha significato quanto a rischio e sacrificio per gli uomini che vi lavorarono, alcune immagini d'archivio fornite dalla Fondazione Malcantone. (Per ampliare le foto cliccare nella loro parte centrale).

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