Edizione n.13 di mercoledì 17 aprile 2024

Stazione Ornitologica

Varese, la lunga estate di specie migratrici

Alla Stazione Ornitologica della Palude Brabbia registrata la traversata tardiva di molte specie da Scandinavia e Siberia verso il Sahara

L’ottobre scorso è stato tra i più miti degli ultimi anni non solo nell’Italia settentrionale ma anche, come documentato dal Centro Geofisico Prealpino, in provincia di Varese. E l’insolita appendice estiva ha fatto sostare gli uccelli. L’abbondanza di insetti fuori stagione ha consentito loro di accumulare preziose riserve di energia prima di affrontare la traversata del Mar Mediterraneo e del deserto del Sahara.

Volo a tappe forzate
A metà ottobre la Lipu di Varese ha registrato il transito di specie migratrici quali la Cannaiola comune e il Pettazzurro, che di norma transitano per il Nord Italia non oltre la metà di settembre. «Si tratta, come ha spiegato Marco Gustin, responsabile settore Specie e Ricerca Lipu, di uccelli che ogni stagione autunnale viaggiano anche 10.000 chilometri per raggiungere l’Africa centrale e meridionale, provenendo fin dalla Scandinavia e dalla Siberia. Il loro è un volo a tappe forzate, una corsa contro il tempo e contro la stagione fredda che arriva».
Il dato è emerso alla Stazione Ornitologica della Riserva naturale Palude Brabbia, gestita dalla Lipu in convenzione con la Provincia di Varese. L’associazione ha studiato tra fine agosto e ottobre le migrazioni degli uccelli con la tecnica dell’inanellamento a scopo scientifico, finanziata dalla Provincia di Varese, e le sorprese non sono mancate.

Oltre 50 specie ed esemplari rari
Nel corso dei 60 giorni di osservazione sono stati catturati con le reti e poi marcati quasi 2.000 uccelli di ben 53 specie differenti. Le specie più comuni sono risultate la Cannaiola comune (212 esemplari), seguita dal Pettirosso (200) e dal Luì piccolo (136). Non sono mancate le rarità o comunque le specie non facilmente osservabili come il Forapaglie macchiettato, l’Averla maggiore e il Picchio rosso minore.
L’attività della Stazione Ornitologica si inserisce nel quadro più vasto, a livello europeo, di studio e monitoraggio delle migrazioni degli uccelli, che consente di seguire le specie migratrici nel corso del loro viaggio verso sud. Gli uccelli sono dei preziosi bioindicatori. Rispondono in tempi molto brevi ad alterazioni degli ecosistemi o del clima. Aggiunge Marco Gustin: «Monitorare come nel corso degli anni cambiano i tempi e le rotte delle migrazioni è un modo per scoprire “in diretta” come sta cambiando l’ambiente».
Al lavoro degli ornitologi si interessano adulti e anche le scolaresche. Finora le visite guidate hanno aiutato oltre 600 alunni delle scuole provinciali a scoprire uccelli fino a prima ignoti anche se abitanti del bosco dietro a casa, osservare i dettagli del piumaggio, apprendere i trucchi che la natura regala loro per orientarsi. «Raccontare le migrazioni affascina davvero tutti» afferma Barbara Ravasio, responsabile Lipu della Riserva naturale Palude Brabbia. 

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