Edizione n.44 di mercoledì 11 dicembre 2024
Santa Maria Foris Portas
Castelseprio, manutenzione affreschi
Nel Parco Archeologico di Castelseprio, nel Varesotto, oltre le nuove indagini archeologiche nella chiesa di San Paolo (vedi ilcorrieredelverbano.it del 13 novembre 2024), sono iniziati il monitoraggio e la manutenzione del ciclo di affreschi nell'abside della chiesa di Santa Maria Foris Portas. L’intervento, come spiegato dal direttore del Parco Archeologico Stefano Aiello, «si iscrive nell’ampio programma di attività di tutela, studio e ricerca intrapreso dal Parco di Castelseprio per conto della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia».
I lavori sono affidati al restauratore Luigi Parma di Milano e sostenuti da Intesa Sanpaolo nell’ambito di Restituzioni, il programma biennale di restauri di opere d’arte appartenenti al patrimonio culturale italiano. Dopo una mappatura completa dello stato di conservazione degli affreschi, si procederà a una spolveratura e una pulitura a secco, agendo con iniezioni di malta idraulica naturale laddove si rilevassero distacchi dell’intonaco.
CICLO DI AFFRESCHI
Il ciclo di affreschi, di rilevante importanza per lo studio dell’arte pittorica medievale lombarda, fu scoperto nel 1944 dallo storico e archeologo Gian Piero Bognetti e l’ultimo cospicuo intervento, eseguito dalla restauratrice Pinin Brambilla, risale ai primi anni Novanta. Vi sono rappresentate scene dell’infanzia di Cristo con episodi tratti dai Vangeli apocrifi anche piuttosto rari.
Il racconto si dipana su due registri sovrapposti, conservati solo in parte. «La narrazione - viene illustrato - inizia, in alto a sinistra, con l’Annunciazione e prosegue con la Visitazione e con la Prova delle Acque Amare, quando secondo le fonti Maria sorseggiò una bevanda misteriosa per attestare pubblicamente la sua verginità. L’autore – forse originario di Costantinopoli dato che i nomi dei personaggi sono riportati in caratteri greci – è ad oggi ignoto e il suo modo di dipingere, dotato di forti legami con la pittura classica, risulta originale e con pochissimi paragoni. Data questa assenza di riferimenti, non c’è attualmente accordo tra gli studiosi sulla data di esecuzione di questa impresa artistica. Tre sono le principali ipotesi: l’età tardo antica (VI secolo), quando a seguito della guerra greco-gotica la penisola fu conquistata dai bizantini; l’età Longobarda (VII secolo), quando, per contrastare l’eresia ariana che negava la natura divina di Cristo, si ribadirono le miracolose storie legate al suo concepimento; e il IX secolo, nel contesto della contrapposizione tra Chiesa orientale e papato sul culto rivolto alle immagini sacre».
In foto (Parco Archeologico; studioessecisas), chiesa di Castelseprio.