Edizione n. di mercoledì 15 gennaio 2025

salute

Lombardia, app infostranieri per la salute

Offre gratuitamente informazioni in 10 lingue su una serie di servizi, dalla documentazione del permesso di soggiorno alle prestazioni sanitarie - La sezione salute è attiva, per il momento, solo a Milano

Un clic sul telefonino e gli stranieri residenti a Milano possono ricevere, gratuitamente, anche indicazioni importanti su patologie infettive, vaccinazioni, strumenti di autovalutazione del proprio livello di rischio in relazione alla tubercolosi e conoscenza della rete sanitaria per l'accesso ai servizi e alle prestazioni di prevenzione. Basta avere l'app (gratuita) 'Infostranieri'.
L'app è realizzata in dieci lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, albanese, arabo, cinese, russo, urdu e rumeno) e fornisce informazioni e supporto ai cittadini stranieri non solo per la salute ma per una serie di servizi.
PROGETTO
La lista va dal disbrigo delle pratiche relative al permesso di soggiorno, alla carta di soggiorno, al ricongiungimento familiare, alla cittadinanza.
L’Agenzia Tutela Salute di Milano si è inserita nel progetto con una sezione Salute, che offre informazioni e servizi multilingue nell'ambito di alcune tematiche di prevenzione. La sezione salute è attiva, per il momento, solo per il Comune di Milano. Superata però la fase di prova, la fruizione dello strumento potrà essere estesa anche agli altri Comuni di Ats e, se richiesto, anche dell'intera regione.
L’app 'Infostranieri' è stata presentata, il 10 luglio 2017, a Milano nella sede dell'Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana. Erano presenti l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, il direttore dell'Ats Marco Bosio e i rappresentanti di consolati, ambasciate e associazioni di stranieri, presenti nel capoluogo. 

Tutela salute, indagine su droga e alcol nelle scuole milanesi

Nelle scuole superiori di Milano il 40% degli studenti entrerebbe in contatto con sostanze stupefacenti e abusa di alcolici. Nelle scuole medie inferiori il dato si attesta attorno al 4%. Sono alcuni dati dell'Agenzia Tutela Salute Milano emersi il 4 luglio in assemblea regionale con un’interrogazione su test antidroga/alcool del capello su studenti di scuole medie superiori e inferiori.
Il gruppo Lista Maroni ha chiesto di realizzare un progetto sperimentale in collaborazione con ATS e Ufficio scolastico regionale e con la compartecipazione dei genitori. La sollecitazione è stata recapita dall’assessore al Welfare, Giulio Gallera.
La prevenzione è uno degli strumenti più efficaci per la riduzione del rischio e tra questi il progetto LifeSkills Training introdotto in Lombardia attualmente coinvolge oltre 200 istituti secondari di primo grado, circa 400 insegnanti e 40.000 studenti. Il test del capello permette di rilevare il consumo di droghe, alcool e medicine complementari anche a distanza di un anno.

UE, da marzo contro le malattie rare cooperazione transfrontaliera tra specialisti

Al via le Reti di riferimento europee - 900 squadre mediche collegate in tutta Europa opereranno a vantaggio dei pazienti

Il 1º marzo sono diventate operative le nuove Reti di riferimento europee. Piattaforme uniche e innovative di cooperazione transfrontaliera tra specialisti, sono dedicate alla diagnosi e alla cura di malattie complesse rare o poco diffuse.
Ventiquattro Reti di riferimento europee che riuniscono oltre 900 unità di assistenza sanitaria altamente specializzata di 26 Paesi hanno cominciato dunque a collaborare per risolvere una varietà di problemi, dalle malattie ossee a quelle ematologiche, dall'immunodeficienza al cancro pediatrico. L'unione delle migliori competenze dell'UE su una così ampia scala - sottolinea la Commissione Europea -  dovrebbe portare benefici ogni anno a migliaia di pazienti affetti da patologie che richiedono una particolare concentrazione di assistenza sanitaria altamente specializzata in settori medici in cui le competenze necessarie sono non frequenti.
Il problema delle malattie rare
Si definiscono rare le malattie che colpiscono non più di 5 persone su 10 mila. Complessivamente nell'UE tra le 6 mila e 8 mila malattie rare incidono sulla vita quotidiana di circa 30 milioni di persone, tra cui molti bambini.
Le malattie rare e complesse possono causare problemi di salute cronici e numerose sono potenzialmente letali. Ad esempio, esistono circa 200 tipi diversi di tumori rari e ogni anno a più di mezzo milione di persone in Europa ne viene diagnosticato uno.
L'impatto di tali malattie sui pazienti, i familiari e su chi presta assistenza è enorme. Spesso la malattia non viene diagnosticata a causa della mancanza di conoscenze scientifiche e mediche o della difficoltà ad accedere alle competenze. La frammentazione delle conoscenze sulle malattie rare e il numero ristretto di pazienti affetti da una singola malattia fanno sì che un'azione a livello di UE nel settore conferisca un particolare valore aggiunto.
Le Reti di riferimento europee
Le Reti di riferimento europee sono Reti virtuali che riuniscono i “prestatori di assistenza sanitaria” di tutta Europa per affrontare patologie complesse o rare che richiedono cure altamente specializzate e una concentrazione di conoscenze e risorse. Sono istituite nel quadro della direttiva UE sui diritti dei pazienti nell'ambito dell'assistenza sanitaria (2011/24/UE ), che facilita anche l'accesso dei pazienti stessi alle informazioni in materia di assistenza sanitaria, aumentando quindi le opzioni terapeutiche.
In pratica, le Reti di riferimento europee svilupperanno modelli di assistenza, strumenti per l'assistenza sanitaria online, soluzioni e dispositivi medici nuovi e innovativi; favoriranno la ricerca mediante ampi studi clinici e contribuiranno allo sviluppo di nuovi prodotti farmaceutici; porteranno a economie di scala e garantiranno un uso più efficiente delle risorse costose, il che prefigura effetti positivi sulla sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali e per decine di migliaia di pazienti che soffrono di malattie e patologie rare e/o complesse nell'UE.
La Reti di riferimento europee saranno finanziate mediante gli strumenti europei di telemedicina transfrontaliera e possono beneficiare di una serie di meccanismi di finanziamento dell'UE, come il programma per la salute, il meccanismo per collegare l'Europa e il programma di ricerca dell'UE "Orizzonte 2020". 

Luino, sport e pronto soccorso

Incontro del Gruppo Ciclistico Avis su prevenzione e controlli funzionali
Immagine, Gruppo Ciclistico Avis di Luino

Capita nella vita quotidiana, può capitare anche nello sport e il monito trova conferma nella recente cronaca nazionale. «Per quanto preparati e attenti, può succedere di aver bisogno della medicina che si occupa di fornire prestazioni mediche di emergenza e urgenza».
Sempre a questo principio il Gruppo Ciclistico Avis di Luino ispira una sua iniziativa divulgativa nei luoghi di pratica sportiva.
Dopo le serate su prevenzione e controlli funzionali, il sodalizio luinese organizza a Germignaga, venerdì 19 aprile 2024 (ore 21), nella palestra di via Giuseppe Verdi 1 un incontro con operatori del pronto soccorso dell'ospedale luinese. La responsabile Mara Sist, la coordinatrice Sara Sansonetti e l'infermiera professionale Mariastella Cattaneo forniranno informazioni su eventuali comportamenti da tenere in caso di incidenti e anche sul funzionamento e i servizi del loro reparto.
Immagine, Gruppo Ciclistico Avis di Luino 

Tumore prostata, campagna di prevenzione

In Lombardia messe a disposizione da enti pubblici e privati oltre tremila visite gratuite
locandina

Fino al 3 dicembre 2023, in Lombardia i cittadini dai 50 ai 75 anni possono prenotare una visita urologica gratuita per la prevenzione del tumore della prostata. Basta chiamare il call center regionale 800.638.638 (rete fissa) e 02.999599 (rete mobile), attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 20. Non è necessaria la prescrizione medica.
Nel mese di novembre, dedicato alla prevenzione della salute maschile, l'iniziativa di Regione Lombardia mette a disposizione più di 3.000 visite ed è condivisa da enti pubblici e privati.
In Italia il tumore della prostata è quello più diffuso nella popolazione maschile. «Uno degli aspetti più preoccupanti del tumore della prostata – ha ricordato l'assessore e medico Guido Bertolaso - è che, nella maggior parte dei casi, durante le fasi iniziali dello sviluppo, i soggetti colpiti dalla malattia non avvertono alcun sintomo».
L'età è un fattore di rischio: le possibilità di ammalarsi aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e la frequenza della malattia aumenta con gli anni. Il rischio è inoltre maggiore per chi ha un parente di primo grado (padre, fratello, eccetera), che abbia avuto questo tumore. Per questo, in caso di familiarità, è importante sottoporsi a controlli già a partire dai 40-45 anni.

Condividi contenuti