Edizione n.4 di mercoledì 15 febbraio 2025
Piemonte
Lotta allo smog senza confini, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto unite contro l'inquinamento atmosferico
Investimenti pubblici e interventi comuni per liberare la Pianura padana dallo smog. A Bologna, nella sede della Regione, il ministero dell’Ambiente e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto hanno firmato il 9 giugno il ‘Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano’. In esso si ribadisce innanzitutto la centralità di una lotta condivisa contro l’inquinamento atmosferico, fenomeno particolarmente intenso nel Nord Italia.
L’intesa punta a misure strutturali da attuare con modalità comuni nelle quattro regioni. Ciò significa sviluppare regole omogenee di accesso alle Ztl (zone a traffico limitato), car-sharing, mobilità ciclo-pedonale, distribuzione diffusa di carburanti alternativi, limitazioni alla circolazione per poter dare risposte concrete a un’area di oltre 23 milioni di residenti (il 40% della popolazione italiana). Ad esse si aggiunge lo stanziamento di 16 milioni di euro complessivi da parte del ministero: 8 milioni per gli eco-bonus delle Regioni, gli incentivi economici per la sostituzione dei veicoli più inquinanti; 8 milioni per ridurre l’inquinamento prodotto dalle attività agricole e zootecniche.
Sono inoltre allo studio misure sulle tasse automobilistiche e altre di carattere legislativo per accelerare la diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni, in sostituzione delle tecnologie tradizionali come i diesel. Condivisa anche la gestione delle situazioni di emergenza legate al superamento dei limiti di inquinamento da PM10, con divieti temporanei, pure questi comuni e omogenei nelle quattro regioni.
L’accordo è stato firmato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, dai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e Piemonte, Sergio Chiamparino, dagli assessori all’Ambiente della Lombardia, Claudia Terzi, e del Veneto, Gianpaolo Bottacin. Presenti gli assessori regionali all’Ambiente dell’Emilia-Romagna, Paola Gazzolo, e del Piemonte, Alberto Valmaggia.
La firma, ritenuta dai partecipanti «una svolta» e anche un superamento dei colori politici, ha chiuso la due giorni su Government policies on air quality and climate change, dedicata alle politiche sulla qualità dell’aria e sul cambiamento climatico attuate a livello europeo, nazionale e nei territori del bacino padano, nell’ambito del Progetto comunitario Prepair.
«E’ un accordo importante. Per la prima volta le regioni che insistono sulla Pianura Padana hanno concordato azioni omogenee ed integrate», commenta il ministro. «Le Regioni hanno approvato Piani sulla qualità dell’aria che si parlano tra loro e qui a Bologna hanno preso impegni a portare avanti ulteriori azioni comuni per migliorare la qualità dell’aria e della vita delle persone».
Tour remiero sul Lago Maggiore, bandiera federale alla Canottieri Luino
Una bandiera nautica recante le storiche fattezze della prima bandiera federale con cucito sopra l’attuale logo della Federazione Italiana Canottaggio, il logo di GiroVogando e un trittico di colori simboleggiante l’alba e il tramonto sul mare. È il guidone ufficiale del primo circuito di GiroVogando, l’evento di remo-turismo della Federazione in programma dal 17 al 23 settembre 2023 lungo le sponde lombarda, piemontese e svizzera del Lago Maggiore.
I consiglieri federali Luciana Reale e Fabrizio Quaglino, il 23 giugno, lo hanno consegnato al presidente della Canottieri Luino Luigi Manzo durante la presentazione del tour di vogatori, svoltasi il 23 giugno a Maccagno con la partecipazione anche dei sindaci Fabio Passera di Maccagno e Enrico Bianchi di Luino e della delegata di Sport e Salute per la Provincia di Varese Donatella Bianchi. Durante il convegno sono stati inoltre illustrati i progetti FIC/Sport e Salute sul territorio e la tesi di laurea sul tema del remo-turismo sul lago Maggiore di Aurora Taietti, prima atleta e oggi membro dello staff tecnico della Canottieri Luino.
TAPPE E DISTANZE
La prima edizione di GiroVogando sarà organizzato dal Circolo Canottieri Luino e, attraverso i 120 chilometri di percorso previsto, toccherà alcune delle più splendide località affacciate sul lago Maggiore.
Si comincerà domenica 17 settembre 2023 con la cerimonia di apertura e la presentazione di tour e regole di sicurezza. Il percorso globale di 120 chilometri sarà scandito in cinque tappe secondo questo programma:
*Lunedì 18 settembre 2023, Maccagno-Luino-Caldè (sosta); Laveno-Cerro-Reno (Arolo), 24 km;
*Martedì 19 settembre, Reno (Arolo)–Ispra–Angera, 16 km;
*Mercoledì, 20 settembre, Angera-Stresa–Isole-Feriolo, 27 km;
*Giovedì, 21 settembre, Feriolo–Pallanza-Cannero, 23 km;
*Venerdì, 22 settembre, Cannero-Ascona–Maccagno, 30 km. Cerimonia chiusura e cena commiato.
*Sabato 23 settembre, visita di Luino e partenze.
Foto Canottaggio.org
Corridoio ecologico Ceresio-Adriatico, via al progetto tutela delle anguille
Il corridoio ecologico Ceresio-Adriatico, che passa per il fiume Tresa a Luino, il lago Maggiore, i fiumi Ticino e Po, sta per entrare in servizio. Primi “clienti” della “Autostrada dei pesci” dal lago di Lugano al Mare Adriatico, riattivata dopo oltre mezzo secolo, saranno le anguille, che accusano dagli anni '80 un decremento pari al 99%, tanto che la specie è stata classificata come 'critically endangered'.
L’11 settembre 2017 è stato presentato Il progetto per la conservazione della specie Life per l'anguilla, che coinvolge Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Aipo e le Università di Bologna e Ferrara. Il finanziamento è sostenuto anche da Unione Europea (60%), Canton Ticino (già messi 200.000 franchi) e altri cofinanziatori.
GESTIONE UNITARIA DELLA PESCA
Il progetto di tutela e conservazione dell'anguilla, naturale sviluppo del progetto 'Conflupo', è stato inserito tra le azioni previste dal protocollo 'Pesca sostenibile Fiume Po', redatto dal Tavolo tecnico divenuto, il 15 giugno 2017, Consulta per la gestione della pesca e la tutela del patrimonio ittico nel Po. «Un primo tentativo, sottolineava nell'occasione l’assessore regionale all'agricoltura della Lombardia Gianni Fava, per superare, tra le altre cose, una gestione divisa e non coordinata tra 13 province con 13 regolamenti autonomi e indipendenti della pesca».
AZIONI PREVISTE
L’area abbraccia il bacino idrografico del Po nelle quattro regioni interessate dalla specie e comprende la riconessione e sviluppo dell'anguilla nei laghi Maggiore, Lugano e Garda.
Tra le principali azioni previste lungo i corsi d'acqua figurano: 1) passaggi specifici per pesci e anguille e sistemi di monitoraggio; 2) interventi di 'restituzione' verso il mare aperto dei riproduttori maturi, per supportare la riproduzione della specie; 3) supporto alla popolazione selvatica tramite riproduzione artificiale, anche a salvaguardia delle attività socio-economiche collegate allo sfruttamento della specie.
DA CREVA A ISOLA DEI SERAFINI
A Creva di Luino (Varese), il 5 maggio 2014, fu inaugurata la “scala” alla centrale idroelettrica sul fiume Tresa, che consente gli spostamenti delle specie ittiche dei laghi Maggiore e Ceresio.
L’ultima tappa dei lavori è stata, il 27 febbraio 2017, la messa in funzione del passaggio per pesci sulla diga della centrale idroelettrica di Isola Serafini (Piacenza). Dopo oltre 50 anni è stata così ripristinata la connessione ecologica del Po e riaperto il corridoio che, attraverso il fiume Ticino e il lago Maggiore, collega l'Adriatico sino a Lugano.
Il contesto agisce direttamente sulla conservazione di 40 specie ittiche native; di queste almeno 15 sono endemismi o sub-endemismi, presenti nel reticolo idrografico del Po, come lo storione cobice e l'anguilla.
Cave e miniere nell'Ottocento tra Ossola, Malcantone e alto Varesotto
Ancor oggi cercatori s'aggirano per semplice diletto qua e là tra le plaghe dell'Insubria sulle tracce di qualche dispersa pagliuzza gialla; ma nell'Ottocento la corsa all'oro tra il Verbano piemontese, la confinante Svizzera e l'area del Luinese suscitò ben altro interesse e attrasse impegni non di semplice hobby.
A ricordarlo è Carlo Alessandro Pisoni nella newsletter del Magazzeno Storico Verbanese, da questo aprile ritornata sulle rotte internautiche in veste rinnovata e adeguata al potenziamento tecnologico del sito. Al testo si accompagna una non meno preziosa pubblicazione, una Carta Geologica della fascia tra Vergante e Ceresio del 1829 (nella foto dal sito).
Seduti su una pentola d’oro
È notorio che la zona del Rosa è tra le più ricche d’oro, tanto da poter stare al pari, come potenziale ricchezza dei filoni, con i luoghi di maggior produzione del prezioso metallo al mondo.
Piace però constatare come dopo gli antichi e protratti sfruttamenti delle vene scoperte intorno al Rosa, in Ossola e Valsesia (Pestarena, Macugnaga, Alagna, per dire qualche luogo), dove spesso i primi sondaggi e coltivazioni di cave risalivano al periodo medioevale, nell’Ottocento la corsa all’oro (e all’argento...) non si limitò territorialmente al Verbano piemontese.
Francesco Ruzieska (o Ruziczka) D’Odmark, che a fine Settecento era affittuario a Feriolo di un edificio di proprietà Borromeo e direttore della miniera aurifera che i Borromeo possedevano in Ossola, nei primi anni del secolo XIX dirigeva la miniera di Viconago.
Il ben noto imprenditore inglese – con villa a Pallanza – Eugenio Francfort lavorava allo sfruttamento della miniera Teresina di Brusimpiano già a partire dal 1858; non si esclude che egli fosse tra quegli “industriali inglesi” alla fine che negli anni ’70 dell’Ottocento, dopo aver intrapreso tra Vergante e Ossola, effettuavano ricerche nel canton Grigioni, «in una antica miniera detta Felsberg».
Nel 1883 a Magadino si scopriva un filone di pirite aurifera (forse lo stesso che passa sotto il monte Paglione) e subito si effettuavano le analisi nella speranza che i risultati fossero positivi. Nel 1885 si lavorava all’estrazione di minerale nella miniera proprietà di Virginia Baglioni di Lavena Ponte Tresa, «essendo quelle miniere ricche di piombo argentifero». … Della stessa famiglia Baglioni è l’intraprendente ma sfortunato ingegnere Vinasco Baglioni, che tra 1855 e 1878 aveva dato molto impulso allo sfruttamento delle vene aurifere che segnavano e arricchivano il territorio del Malcantone (sempre alle pendici del monte Lema e del Paglione, ma al di là del confine svizzero).
Cai 150. La Stella dei festeggiamenti al Museomontagna di Torino
Sulla torretta della Vedetta Alpina del Museo Nazionale della Montagna (piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino) dalla sera del 13 dicembre scorso è illuminata la Stella per i festeggiamenti del centocinquantesimo anniversario di fondazione del Club Alpino Italiano. Si tratta di un'installazione con tubi al neon del logo scelto dall’associazione per ricordare l'importante avvenimento, accesa da Umberto Martini, presidente generale del Cai.
La stella – che ricorda come il 23 ottobre 1863 al Castello del Valentino venisse fondato il Club Alpino – si integra con l'installazione delle "Luci d'Artista" di Rebecca Horn, che da anni rende magico il Monte dei Cappuccini.
Al Museomontagna si svolgeranno i principali festeggiamenti del 2013, in particolare nei giorni 25 e 26 maggio, che vedranno affluire a Torino i delegati Cai per l’assemblea.
In quell'occasione sabato 25 maggio verrà inaugurata una mostra che sarà un viaggio nei cambiamenti della montagna italiana attraverso un secolo e mezzo di Cai. Nello stesso giorno verrà presentato il libro ufficiale, anch’esso curato dal museo. Poste Italiane emetterà un francobollo celebrativo con annullo primo giorno d’emissione. Nelle serate del 25 e 26 maggio il Monte dei Cappuccini si illuminerà anche di luci per lo spettacolo di danse escalade che vedrà Antoine Le Menestrel in performance sulle storiche facciate della chiesa e del museo.
