Edizione n.21 di mercoledì 18 giugno 2025

Ossola

Verbania, in Valle Antrona riapre la Miniera d’oro del Taglione

Sulle orme di una antica attività estrattiva
Antrona Schieranco (VB),Miniera d'oro del Taglione
Anzasca-Antrona,Miniera Taglione (foto Geoexplora)

È uno dei tanti siti di estrazione dell’oro, ma è l'unico autorizzato per visite e fruizione turistica. In località Prabernardo di Antrona Schieranco (Verbania), la Miniera del Taglione è in concessione all’Ente di gestione delle aree protette dell’Ossola e da giugno 2025 riapre a visite guidate con operatori specializzati sul patrimonio minerario.
La loro gestione è affidata allo studio GeoExplora del geologo e guida escursionistica ambientale Enrico Zanoletti, che si avvale della collaborazione di personale appositamente formato nell'ambito del progetto Mineralp. L’uso turistico delle miniere dismesse è normato da apposite leggi e l’accesso non autorizzato ai siti minerari è vietato.
ORIGINI E RIAPERTURA
L'attività estrattiva dell'oro in Valle Antrona pare abbia origini antiche, ma lo sfruttamento divenne industriale a partire dalla seconda metà dell'800 e comportò l'escavazione di numerose gallerie nonché la creazione di interi villaggi di minatori. Lo sfruttamento delle vene aurifere si esaurì nell'immediato secondo dopoguerra.
La Miniera d'oro del Taglione è stata aperta al pubblico per visite turistiche da luglio 2023 dopo un lungo progetto di recupero e messa in sicurezza. A eseguirlo negli scorsi anni è stato l’Ente di gestione delle aree protette dell’Ossola nell'ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera Mineralp, condotto in cooperazione tra partner di Regione Valle d'Aosta, Regione Piemonte e i Cantoni Vallese e Ticino della Svizzera.
VISITE
La miniera è aperta dal 7 giugno fino al 18 ottobre 2025, tutti i sabati. Nel corso dell'estate e dell'autunno saranno anche programmate date di vista con eventi speciali e le informazioni saranno sul sito www.minieradeltaglione.it e sulle pagine e profili social.
La visita si effettua alla sola luce della lampada frontale montata sul caschetto e fa rivivere le dure condizioni di lavoro dei minatori nel sottosuolo. La prenotazione è obbligatoria, La presenza di alcune testimonianze della frequentazione della miniera dopo la fine dell'attività estrattiva consente di raccontare momenti particolari e toccanti della storia locale dell'Ossola.
INFORMAZIONI
Con l’organizzazione possono, su richiesta, essere concordate visite e attività didattiche per le scuole, visite in lingua (inglese, francese e tedesco in date dedicate) e per festeggiare occasioni speciali (compleanno, anniversario, addio al celibato/nubilato), nonché team building aziendali abbinabili alla visita alla centrale idroelettrica di Rovesca.
Per turni giornalieri, accesso, abbigliamento, durata, costo e altre informazioni, sito www.minieradeltaglione.it, dove è possibile iscriversi ai percorsi scegliendo data e orari preferiti ed effettuare il pagamento anticipato.
Nelle foto (Geoexplora): la Miniera d'oro del Taglione in Valle Antrona. 

Cave e miniere nell'Ottocento tra Ossola, Malcantone e alto Varesotto

Carta geologica 1829, © Magazzeno Storico Verbanese

Ancor oggi cercatori s'aggirano per semplice diletto qua e là tra le plaghe dell'Insubria sulle tracce di qualche dispersa pagliuzza gialla; ma nell'Ottocento la corsa all'oro tra il Verbano piemontese, la confinante Svizzera e l'area del Luinese suscitò ben altro interesse e attrasse impegni non di semplice hobby.
A ricordarlo è Carlo Alessandro Pisoni nella newsletter del
Magazzeno Storico Verbanese, da questo aprile ritornata sulle rotte internautiche in veste rinnovata e adeguata al potenziamento tecnologico del sito. Al testo si accompagna una non meno preziosa pubblicazione, una Carta Geologica della fascia tra Vergante e Ceresio del 1829 (nella foto dal sito).

Seduti su una pentola d’oro

È notorio che la zona del Rosa è tra le più ricche d’oro, tanto da poter stare al pari, come potenziale ricchezza dei filoni, con i luoghi di maggior produzione del prezioso metallo al mondo.
Piace però constatare come dopo gli antichi e protratti sfruttamenti delle vene scoperte intorno al Rosa, in Ossola e Valsesia (Pestarena, Macugnaga, Alagna, per dire qualche luogo), dove spesso i primi sondaggi e coltivazioni di cave risalivano al periodo medioevale, nell’Ottocento la corsa all’oro (e all’argento...) non si limitò territorialmente al Verbano piemontese.
Francesco Ruzieska (o Ruziczka) D’Odmark, che a fine Settecento era affittuario a Feriolo di un edificio di proprietà Borromeo e direttore della miniera aurifera che i Borromeo possedevano in Ossola, nei primi anni del secolo XIX dirigeva la miniera di Viconago.
Il ben noto imprenditore inglese – con villa a Pallanza – Eugenio Francfort lavorava allo sfruttamento della miniera Teresina di Brusimpiano già a partire dal 1858; non si esclude che egli fosse tra quegli “industriali inglesi” alla fine che negli anni ’70 dell’Ottocento, dopo aver intrapreso tra Vergante e Ossola, effettuavano ricerche nel canton Grigioni, «in una antica miniera detta Felsberg».
Nel 1883 a Magadino si scopriva un filone di pirite aurifera (forse lo stesso che passa sotto il monte Paglione) e subito si effettuavano le analisi nella speranza che i risultati fossero positivi. Nel 1885 si lavorava all’estrazione di minerale nella miniera proprietà di Virginia Baglioni di Lavena Ponte Tresa, «essendo quelle miniere ricche di piombo argentifero».  … Della stessa famiglia Baglioni è l’intraprendente ma sfortunato ingegnere Vinasco Baglioni, che tra 1855 e 1878 aveva dato molto impulso allo sfruttamento delle vene aurifere che segnavano e arricchivano il territorio del Malcantone (sempre alle pendici del monte Lema e del Paglione, ma al di là del confine svizzero). 

Premeno, i Savoia e le montagne del lago Maggiore

Nuovo convegno del Magazzeno Storico Verbanese sul rapporto tra la dinastia sabauda e il territorio piemontese

A Premeno (Verbania) il Magazzeno Storico Verbanese dedicherà un’altra pagina sul rapporto tra la dinastia sabauda e il lago Maggiore. L’Hotel Vittoria ospiterà, domenica 5 luglio, un convegno di studi su “I Savoia e La Montagna-La Casa Reale, le montagne di Ossola e Verbano tra Otto e Novecento”.
Destinatari sono studiosi di storia sociale, storia dell’arte, appassionati della montagna, associazioni per la tutela della montagna, sportivi, studenti universitari, studenti delle scuole secondarie di secondo grado, guide turistiche, operatori del settore turistico e alberghiero, amministratori locali, nazionali e internazionali, operatori del settore enogastronomico. 

La partecipazione al convegno è libera e gratuita. Il giorno del convegno sarà rilasciato attestato di presenza a chi ne farà richiesta anticipata scrivendo a segreteria@verbanensia.org per confermare la partecipazione e i propri dati.

DOPO STRESA 2013
Nel novembre 2013 a Stresa il Magazzeno Storico Verbanese indagò le figure dei Savoia, con particolare riguardo per quelle della duchessa di Genova e della regina d’Italia Margherita e il loro rapporto con il territorio verbanese e il lago Maggiore. Ora il simposio vuole, invece, affrontare il tema dei Savoia e la montagna, partendo proprio dalle montagne verbanesi e piemontesi, dove fu forte la presenza della regina Margherita come estimatrice e amante della montagna.
«Altri Savoia – spiega lo storico e organizzatore del convegno Carlo Alessandro Pisoni - seguirono la sovrana e amarono la montagna; tra loro spicca Luigi Amedeo di Savoia Aosta duca degli Abruzzi. Egli fu un grande alpinista con importanti scalate al suo attivo sia in Italia sia all’estero: il duca degli Abruzzi, per quanto riguarda le Alpi, affrontò l’ascesa del gruppo del Gran Paradiso, del Monte Rosa (Punta Dufour, Punta Gnifetti), nel Massiccio del Monte Bianco (Dente del Gigante, Aiguille du Moine, Petit Dru), e ancora nell’agosto del 1942 quella del Cervino lungo la Cresta di Zmutt. Non bisogna dimenticare poi che pure l’ultima regina d’Italia Maria Josè, figlia di Alberto I del Belgio (anch’egli grande alpinista), amava la montagna ed era esperta sciatrice».
ARGOMENTI E RELATORI
Sono in programma interventi di Gianni Oliva (“Luigi Amedeo d’Aosta duca degli Abruzzi, un principe esploratore e alpinista”), Teresio Valsesia (“La regina Margherita di Savoia e la montagna”), Dorino Tuniz (“Quintino Sella fondatore del CAI”), Paolo Cirri (“La creazione di truppe di montagna nel Piemonte Sabaudo: Alessandro La Marmora e Cesare Magnani Ricotti”), Michael Jakob (“La montagna nelle arti figurative”), Ornella Selvafolta (“Piero Portaluppi e la montagna: architetture e paesaggi tra elettricità e loisir in Val d’Ossola”), Valerio Cirio (“I grandi alberghi montani fra Otto e Novecento”) e Carlo Alessandro Pisoni (“Mottarone e dintorni: le montagne dei Borromeo).
Seguirà piccolo rinfresco con degustazione di vini tipici del Novarese. 

Foto: cortesia Hotel Vittoria, Premeno

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