Edizione n.13 di mercoledì 17 aprile 2024

Il Verde Editoriale

Lungolago naturalista a Luino

«Un giardino spondale ispirato al grande paesaggista olandese Oudolf»
piante lungolago

A Padova, lo scorso 11 settembre, la riqualificazione del lungolago luinese tra Palazzo Verbania e imbarcadero ha ottenuto il premio de “Il Verde Editoriale" alla quindicesima edizione del premio "La Città per il Verde”. A ritirare il riconoscimento c’era l’assessora al territorio, verde pubblico e arredo urbano Alessandra Miglio, che illustra per i lettori de ilcorrieredelverbano.it  la valenza naturalista del progetto.
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Il giardino spondale si ispira all'opera del grande maestro paesaggista olandese Piet Oudolf, che per definire il suo inconfondibile stile si è rifatto direttamente a madre natura, ai suoi prati e praterie.
Le essenze scelte vogliono appunto proporre una spontaneità di cui abbiamo nostalgia. Le graminacee si mischiano a piante perenni, che produrranno fiori per molti anni. La lonicera deve invece dare struttura.  Nel tempo i cespugli verranno scolpiti dai giardinieri, ottenendo un serpentone di onde. Questa siepe sarà importante in inverno,  quando le piante erbacee scompariranno per tutta la stagione fredda, per poi rinascere a primavera con tessiture e colori diversi ogni settimana e la sua linea verde sarà ancora presente.
Se la stagione lo permetterà, alcune erbe secche saranno lasciate sul posto, tagliandole solo in primavera. Questo tipo di manutenzione valorizza la forma architettonica degli steli e dei semi, che restano ormai privi di colore ma hanno comunque un effetto estetico particolare.
Oltre alle gaure, che sono quei fiorellini rosa su steli alti 80 centimetri, ci sono delle kniphofie, fiori arancioni un po'... giurassici, foglie a nastro sempreverdi. In questo momento sono fioriti gli astri settembrini, e l'Erigeron karviskianus, che è sempre della famiglia delle asteracee, ma molto più basso, stupendo anche quando cresce sui muri della città, margheritine instancabili nelle sfumature del bianco e del rosa.
La bellezza di questa composizione deriva più dall'emozione che induce che da una perfezione estetica, e questo rende difficile la manutenzione, poiché chi mette mano all'aiuola deve essere dotato della sensibilità necessaria, per togliere quello che si sviluppa in eccesso e riempire dove le piante si sviluppano meno.
Per esempio quest'estate la Eragrostis (quell'erba che sembra un'altissima gramigna) si è sviluppata troppo, va sfoltita e ripiantata in parte verso il Verbania, dove il vento dà più filo da torcere alla crescita dei fiori.
A me piace anche l'Echinacea, che produce fiori rosa o bianchi simili a delle robustissime margherite con petali ricadenti, nota anche per le sue qualità farmacologiche, protettiva dai malanni dell'inverno. Simpatica la Stipa tenuissima, un'erba luminosa bellissima anche in inverno, con steli flessuosi e ordinata nel portamento, più bassa delle altre graminacee e meno invadente, la mia preferita, anche se la generosità del Pennisetum alopecuroides con i suoi pennacchi simili a dei pennelli è pari solo alla bellezza dei riflessi che produce al tramonto.
Qualcuno sta chiedendo all'amministrazione di posizionare dei cartellini con la nomenclatura delle essenze. Potrebbe essere un'idea. O forse un cartello con foto e nomi posizionato vicino ad un ingresso della passeggiata sarebbe meno invasivo.
Alessandra Miglio
Assessore al Territorio, verde pubblico e arredo urbano

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