Edizione n.4 di mercoledì 15 febbraio 2025
Formazione
Varese e Castellanza, alleanza formativa tra Università e Fiamme gialle
Sviluppare, negli studenti universitari, le capacità di affrontare le responsabilità di gestione nei sistemi pubblici complessi e, negli appartenenti alle Fiamme gialle, il patrimonio tecnico–professionale acquisito nel tempo. Questo l’obiettivo delle due intese sottoscritte, il 1° agosto 2017, dal Comandante regionale Lombardia della Guardia di finanza, generale di Divisione Piero Burla, con i due rettori dell’Università degli studi dell’Insubria di Varese, Alberto Coen Porisini, e della LIUC-Università Cattaneo di Castellanza, Federico Visconti.
Le intese si inseriscono in un più ampio quadro strategico della Guardia di finanza e mirano all’individuazione e organizzazione di iniziative didattiche a livello locale. Entreranno in vigore dall’anno accademico 2017-2018 e si applicheranno nei confronti di tutti i militari della Guardia di finanza, in servizio e in congedo e ai loro figli, residenti in Lombardia.
Attraverso lo scambio formativo, la Guardia di finanza avrà la possibilità di diffondere, tra i giovani, la cultura della legalità in campo economico-finanziario. In base alle due convenzioni, poi, le Fiamme gialle potranno partecipare ad attività di alta formazione, come la frequenza di master universitari, e, di contro, assicureranno, secondo modalità concordate di volta in volta, la partecipazione di suoi qualificati ufficiali a interventi seminariali.
Unione Europea, 8 insegnanti su 10 si ritengono sottovalutati
Sono abbastanza pochi, soprattutto quelli per alunni con esigenze educative particolari. In gran parte si dichiarano soddisfatti del lavoro (90%), ma ritengono che la loro professione non sia debitamente valorizzata nella società (81%). Si considerano adeguatamente qualificati, ma non sempre possono contare su un sostegno a inizio carriera.
Questo il profilo di oltre un terzo di insegnanti nell’Unione Europea tracciato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).
La seconda indagine internazionale sull'insegnamento e l'apprendimento (Talis) si basa su un questionario inviato a insegnanti e dirigenti scolastici del ciclo secondario inferiore. Hanno risposto oltre 55000 insegnanti di 3.300 scuole di 19 paesi e regioni dell’Unione Europea (BE, BG, ES, CZ, CY, DK, EE, FI, FR, HR, IT, LV, NL, PL, PT, RO, SE, SK, UK) e circa altrettanti di altre 15 nazioni (Stati Uniti, Australia, Brasile, Cile, Serbia, Singapore, Islanda, Israele, Giappone, Malaysia, Corea del Sud, Messico, Norvegia, Abu Dhabi e Alberta in Canada). Il dato complessivo di circa 110.000 risposte rappresenta, secondo le stime, una popolazione di quasi 4 milioni di insegnanti.
Più di un terzo degli insegnanti dell'Unione europea lavora in strutture scolastiche carenti di personale qualificato e quasi la metà dei dirigenti scolastici segnala la mancanza di personale docente per alunni con esigenze educative particolari. Quasi il 90% degli insegnanti dell'UE si dichiara soddisfatto del lavoro che svolge, ma l'81% ritiene che la loro professione non sia debitamente valorizzata nella società. Anche se si considerano adeguatamente qualificati per esercitare la loro professione, non sempre possono contare su un sostegno a inizio carriera.
Gli insegnanti tendono a sentirsi più preparati a svolgere il loro lavoro quando la loro istruzione formale comprende una combinazione di contenuti, di pedagogia e di didattica, con tirocini in classe per le materie che essi insegnano. Circa il 40% dei dirigenti scolastici rileva che nei loro istituti mancano programmi formali di avviamento o di sostegno a inizio carriera. Il 15% degli insegnanti dichiara di non aver partecipato ad attività di sviluppo professionale nell'anno trascorso. Circa il 50% degli insegnanti non assiste a lezioni impartite da altri e circa il 20% non prende mai parte a corsi di apprendimento collaborativo.
Il nuovo programma dell'UE per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport (Erasmus +, 2014-2020) offre borse per scambi di insegnanti, destinate a migliorare lo sviluppo professionale, e sostiene partenariati tra scuole, università e istituti di formazione degli insegnanti al fine di sviluppare approcci innovativi all'insegnamento. Grazie alla rete di scuole eTwinning, gli insegnanti possono scambiare idee con i loro omologhi di tutta Europa.
“Affari di famiglia: Bernardino Luini riletto nella sua terra natale”
Che si trattasse di un affare di famiglia lo si era già detto ( http://www.ilcorrieredelverbano.it/cms/mostra-di-bernardino-luini-milano... ) a proposito della grande mostra milanese “Bernardino Luini e i suoi figli”, della (complicata) eredità affidata dal Luini padre ai figli, del legame tra il pittore e il nostro territorio. Questa ne è un’ulteriore conferma oltre che una possibile ipotesi ed esperienza di lettura: un gruppo di giovani studenti, coinvolti nell’anno scolastico appena concluso in un progetto didattico interdisciplinare dedicato al patrimonio culturale, si sono avvicinati, nella fase finale, alla vita e all’opera del Luini attraversando, curiosi e attenti (curiosità, attenzione e impegno hanno caratterizzato la partecipazione dei ragazzi durante l’intero percorso progettuale), le sale di Palazzo Reale e, poco più in là, i luoghi della Milano del Cinquecento, alla ricerca delle tracce utili per ricostruire l’ambiente culturale, politico e religioso che incaricò l’artista della realizzazione di opere sacre e profane (che, neanche a dirlo, suona subito come citazione della mostra luinese del 1975).
Sul progetto e sul Luini diamo la parola agli studenti che lo sentono ora più vicino, verrebbe quasi da dire, per restare in tema, più familiare. Non dimenticando che se si allarga il compasso del tempo, includendo il futuro, l’eredità culturale - Luini compreso, anzi per certi aspetti in testa - spetterà a loro gestirla: e per farlo in maniera seria dovranno, innanzitutto, conoscerne la consistenza e la qualità, consapevoli del fatto che servirà «qualcosa di più specifico di una strada o di un monumento» (per valorizzare un artista locale e, più in generale, il patrimonio culturale), scomodando Piero Chiara a proposito delle ragioni dell’evento luinese del 1975.
Tiziana Zanetti
Federico Crimi
DA UN PROGETTO SUI “FURTI D’ARTE”
ALLO STUDIO DI BERNARDINO LUINI
Il progetto “I furti d’arte”, che ci ha visto impegnati nell’ultima parte del secondo quadrimestre, per contenuti e attività si inserisce coerentemente nell’itinerario didattico del nostro corso di studi, il Turismo, e mira all’acquisizione di strumenti utili a comprendere e contestualizzare le opere più significative della tradizione culturale del nostro Paese.
Il progetto, curato dagli esperti esterni Tiziana Zanetti e Federico Crimi, è stato accolto con entusiasmo e curiosità da parte di noi studenti della classe 2 A. Attraverso lezioni frontali abbiamo potuto riflettere sul significato, sul valore e sulla fragilità del nostro “patrimonio culturale”. Ci siamo soffermati sul concetto di “bene culturale” e sulle attività di tutela, valorizzazione e fruizione che caratterizzano il settore e che il Codice dei beni culturali e del paesaggio disciplina (senza dimenticare ovviamente la legge al grado più alto: la Costituzione e l’art. 9 in particolare); abbiamo potuto riflettere sui numerosi rischi che rendono i beni culturali tanto fragili e in particolare sui pericoli legati all’attività dell’uomo: le guerre, l’incuria, gli scavi clandestini, i furti.
Proprio nell’ambito dei furti d’arte ci siamo avvicinati allo studio e alla conoscenza diretta del nostro territorio, con particolare riferimento al furto della Gioconda ad opera di Vincenzo Peruggia, originario di Dumenza. A Dumenza (si sa dal 1993) è nato anche il celebre pittore Bernardino Luini: sulla sua opera e sul legame con i suoi luoghi (non solo quello natale) ci siamo soffermati nella seconda fase del percorso progettuale.
“Da Dumenza a Milano… sulle orme di Bernardino Luini” è il titolo dell’itinerario da noi realizzato e presentato in occasione della conferenza del 6 giugno 2014 dal titolo “Affari di famiglia: Luini riletto nella sua terra natale”, curata da Tiziana e Federico, presso il Punto d’incontro dell’Auditorium di Maccagno. Il lavoro presentato è il risultato di lezioni in aula in cui sono state analizzate le fasi che caratterizzano la costruzione di un (grande) evento culturale espositivo e dell’uscita didattica a Milano del 21 maggio 2014. A Milano abbiamo visitato la mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” nelle sale di Palazzo Reale e altri luoghi della città con testimonianze dell’epoca del Luini per avere un quadro più chiaro della Milano cinquecentesca.
L’esperienza vissuta ci rende sicuramente più “istruiti” e ci spinge ad invitare i lettori, che non lo avessero ancora fatto, a visitare la mostra del nostro illustre conterraneo: una mostra di grande importanza sul piano storico-artistico, con 200 opere esposte, allestita in un luogo di grande pregio quale Palazzo Reale, che racconta l’intero percorso del Luini, “dalle ricerche giovanili ai quadri della maturità, con un occhio costante, da un lato, al lavoro dei suoi contemporanei, dall’altro, alla traiettoria dei suoi figli, e in particolare del più piccolo Aurelio”.
La mostra resterà aperta fino al 13 luglio 2014 ed è tutta da scoprire e da vivere in prima persona per poter assaporare emozioni e sentimenti che i dipinti proposti possono suscitare con sfumature ed intensità diverse in ciascuno di noi.
Gli studenti della II A Turistico, ISIS “Città di Luino-Carlo Volontè” con la prof.ssa Filomena Parente, responsabile e coordinatrice del progetto.
