Edizione n.9 di mercoledì 19 marzo 2025
Cai Luino, risolto il “mistero” di una targa del 1953
Nei primi giorni dell’anno il CAI Luino aveva lanciato un appello per fornire informazioni su una targa donata dalla famiglia Ferrario-Crimi di Luino al CAI di Luino. La targa in rame riporta incisa la data 1953 e la dicitura: CAI Luino - Valimberti G. - Vecchietti F - CAI Germignaga - Bevilacqua L. Nei giorni scorsi attraverso le immagini di un vecchio album fotografico della famiglia Vecchietti e dai ricordi di Luciano Fumis il Cai Luino è riuscito a svelare il piccolo mistero.
In quegli anni andare in montagna era un “lusso”, il lavoro era scarso e mancavano i soldi e così i nostri alpinisti cercavano l’avventura sulle montagne vicine. La più impegnativa era la montagna che si ammira da Luino affiancata al monte Limidario, entrambi conosciuti come “le rocce del Gridone”.
Per arrivarci il viaggio non era così semplice in quanto soldi per il biglietto del battello non c’erano e allora si usava la barca del papà del socio Giancarlo Colla. Si partiva dalla Colonia Elioterapica di Germignaga per arrivare a Cannobio. Sulla barca si portavano anche le biciclette perché da Cannobio si doveva arrivare a Cavaglio percorrendo alcuni chilometri in salita sulla strada della Val Cannobina.
Lasciate le biciclette presso l’osteria del paese, si risaliva l’itinerario della Val Cavaglio fino agli alpeggi di Le Biuse, dove si pernottava dopo la cena rigorosamente portata da casa. Il giorno successivo c’era la salita al monte Limidario, passando sotto le Rocce del Gridone.
In un giorno del 1953 Valimberti, Vecchietti e Bevilacqua decidono di percorrere un nuovo itinerario. Dall’alpeggio Le Biuse raggiungono la bocchetta del Formale sul confine italo-svizzero e iniziano a scalare per cresta tutte le Rocce del Gridone. E’ una salita impegnativa, lunga, con passaggi alpinistici su rocce strapiombanti sulle Centovalli e Val Cannobina.
Dopo diverse ore raggiungono la vetta e, orgogliosi della loro impresa, la sera all’osteria raccontano la loro avventura al gestore il quale è stupito di questa salita che a sua memoria nessuno aveva mai percorso. A questo punto era necessario ricordare “la nuova via alpinistica dedicata al CAI Luino”.
Nei giorni successivi nell’officina della Ditta Ratti viene preparata una targa con i nomi degli alpinisti da posare all’inizio dell’itinerario delle Rocce del Gridone. Poi non si sa come siano andate le cose. La targa è rimasta in fondo ad un cassetto di un mobile collocato in soffitta e l’impresa dei nostri alpinisti è stata dimenticata. In futuro sarebbe un gesto significativo portare la targa dove l’avrebbero voluta i protagonisti di questa storia, che hanno frequentato la montagna con tanta passione e sacrificio. (Altre del Cai Luino cliccando Sport & non solo).